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Lavoro: l’impatto dello smartworking sulla salute mentale

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Velasco25 Articolo
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Il lavoro in presenza sta ridiventando la norma per molte aziende. Amazon, JPMorgan Chase e AT&T sono solo alcuni dei grandi nomi che stanno riportando i lavoratori in ufficio nell’era post-pandemica, scatenando resistenze da parte dei dipendenti e dibattiti sull’opportunità o meno di un ritorno in ufficio non solo per la produttività, ma anche per il benessere generale dei lavoratori.

Il lavoro da remoto ha i suoi vantaggi, come il risparmio di tempo senza spostamenti, una maggiore produttività senza distrazioni in ufficio, una maggiore flessibilità, risparmi sui costi e un equilibrio tra professione e impegni familiari. Insomma la versione da remoto e ibrida è indubbiamente allettante.

L’ultimo rapporto Gallup tuttavia, rivela che il lavoro completamente da remoto potrebbe non essere l’ideale per la salute mentale dei dipendenti, lasciandoli più stressati (indipendentemente dal livello di reddito, in tutti i risultati) e preda di emozioni negative.

Più coinvolti, ma isolati

Chi opera esclusivamente in smartworkin ha riportato un maggiore coinvolgimento (31%) rispetto ai lavoratori ibridi (23%), a quelli in grado di lavorare da remoto in sede (23%) e a quelli in presenza (19%). Gallup definisce il coinvolgimento dei dipendenti come l’entusiasmo per il lavoro e l’attaccamento al team e all’organizzazione. La maggiore autonomia sarebbe un volano importante.

Ma questo potrebbe avere un prezzo. I lavoratori da remoto hanno dichiarato di avere meno probabilità di benessere nella loro vita in generale (36%), rispetto al 42% dei lavoratori ibridi e al 42% di quelli in grado di lavorare da remoto in sede. Una questione che si pone solo per il 30% di chi lavora in presenza.

I dipendenti in smartworking hanno riportato rispetto agli altri tassi più elevati di stress emotivo, con il 45% che ha sperimentato molta tensione il giorno precedente. Stesso dicasi per rabbia (25%), tristezza (30%) e solitudine (27%) rispetto ai lavoratori ibridi e in sede.

“Questi risultati suggeriscono che lavorare totalmente e sempre da remoto è spesso più impegnativo a livello mentale ed emotivo rispetto al lavoro in sede o in una modalità ibrida”, afferma il rapporto Gallup.

Gli autori ipotizzano che lo smartworking potrebbe aumentare il senso di isolamento. In ufficio si può condividere il pasto con i colleghi, aspetto collegato a livelli di stress inferiori, a una sensazione di benessere sul lavoro e persino a scelte alimentari più sane.

Inoltre, affidarsi alla tecnologia a casa può essere frustrante, afferma il rapporto.

L’articolo completo è su Fortune.com

FOTO: GETTY IMAGES

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