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Il futuro del cuore: nuove soluzioni e più prevenzione al Congresso Anmco

Adyen Articolo
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Prevenzione, cura, ricerca e novità legate alla salute del cuore: sono i temi al centro del 56esimo congresso nazionale di Cardiologia dell’Anmco, ospitato per tre giorni dal Palacongressi di Rimini. Da oltre mezzo secolo, il congresso rappresenta uno dei principali eventi di Cardiologia nel nostro Paese. ‘Heart innovation – from research to new solutions for best practice’ è il filo conduttore di questa edizione: un invito a esplorare come la ricerca più avanzata possa tradursi in soluzioni cliniche concrete per migliorare la pratica quotidiana e l’assistenza al paziente. 

“I risultati presentati, relativi a importanti studi clinici su infarto e scompenso cardiaco, contribuiranno a migliorare la pratica clinica in ambito cardiovascolare”, promette Fabrizio Oliva, presidente Anmco e direttore Cardiologia 1 dell’ospedale Niguarda di Milano.

Il congresso riunisce oltre 5mila cardiologi ospedalieri. “Per noi è un’importante occasione di aggiornamento, confronto e crescita scientifica – aggiunge Oliva – per continuare a costruire una cardiologia sempre più innovativa, vicina al paziente e in linea con le più elevate evidenze scientifiche internazionali”. 

Cuore: novità per l’assistenza dei pazienti con scompenso

L’introduzione dell’International version congress – un’intera sezione del programma dedicata a sessioni in lingue inglese, animate da una prestigiosa faculty internazionale – rappresenta una delle novità più interessanti di questa edizione. La sezione potrà contare sul contributo delle principali società cardiologiche internazionali, come l’American heart association, l’American college of cardiology e la Società europea di cardiologia. 

Fumo e rischi per il cuore

Tra gli argomenti al centro del convegno, il rapporto tra fumo e malattie cardiovascolari, in particolare nei giovani e nelle donne. “Il fumo di sigaretta rappresenta il più importante fattore di rischio nelle persone sotto i cinquant’anni e nelle donne. Le donne fumatrici hanno un rischio sei volte maggiore rispetto alle non fumatrici”, chiarisce Domenico Gabrielli, presidente della Fondazione per il tuo cuore e direttore di Cardiologia dell’ospedale San Camillo di Roma. 

“Il fumo accresce il rischio di aterosclerosi e di infarto cardiaco”, prosegue Gabrielli. “Aumentando il monossido di carbonio nel sangue, riduce la disponibilità di ossigeno per il cuore e per altri tessuti vitali”. Sebbene siano meno dannose rispetto alla sigaretta tradizionale, “non vanno assolte neanche le sigarette elettroniche. Secondo una rilevazione condotta da ricercatori svedesi su un gruppo di ragazzi, la ‘svapata’ porta a un ispessimento della parete delle arterie – fattore di rischio per l’infarto del miocardio e per l’ictus cerebrale – e un incremento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa”.

Bring-Up Prevenzione 

Il congresso ha visto anche la presentazione dei risultati di Bring-Up Prevenzione, l’innovativo progetto di ricerca clinica e formazione sul campo che ha coinvolto 189 centri cardiologici. Oggi le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte in Italia, con oltre 230mila decessi ogni anno per infarto miocardico, ictus o scompenso cardiaco. È l’aterosclerosi la principale responsabile, una patologia che si sviluppa per la combinazione di agenti dannosi, come fumo, ipertensione arteriosa, eccesso di peso e vita sedentaria. Negli ultimi anni, le società medico-scientifiche hanno pubblicato delle linee guida sulla preservazione delle malattie cardiovascolari di origine aterosclerotica. Ma le raccomandazioni sono spesso disattese nella pratica clinica. 

“L’Anmco ha ideato e condotto il progetto Bring-up Prevenzione per ridurre l’inerzia terapeutica e colmare il divario tra le raccomandazioni delle linee guida e ciò che viene attuato nella pratica clinica”, sottolinea Furio Colivicchi, past president Anmco e direttore Cardiologia clinica e riabilitativa dell’ospedale San Filippo Neri di Roma. L’iniziativa punta a migliorare la qualità delle cure mettendo sotto controllo tutti i favori che favoriscono le recidive di ischemia cardiaca in pazienti con alto rischi. “Vogliamo incrementare il numero di pazienti in cui i livelli di colesterolo LDL si riducono. Sappiamo infatti che abbassare il colesterolo LDL riduce notevolmente la probabilità di infarto o ictus”, spiega Colivicchi. 

Nell’arco di 3 mesi sono stati inclusi nello studio 4790 pazienti con una storia di pregresso Infarto miocardico o di rivascolarizzazione coronarica. Ad un anno di follow-up, l’obiettivo principale dello studio è stato pienamente raggiunto. “All’inizio solo il 33% dei pazienti aveva un colesterolo LDL sotto controllo. La percentuale è salita al 58% dopo sei mesi e al 62% ad un anno”, aggiunge Colivicchi. Per Aldo Maggioni, Direttore del Centro studi Anmco, è interessante osservare che “questi risultati sono stati ottenuti con l’utilizzo di farmaci tradizionali, ormai generici e quindi a basso costo, come statine molto spesso in associazione ad ezetimibe”.

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