Il successo parte dall’ascolto, parla Riccardo Carbucicchio (NTC)

Riccardo Carbucicchio Fortune
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Un’azienda giovane e innovativa, fin dal nome – NTC sta per Novelty (innovazione) Technology (tecnologia) e Care (prendersi cura) – che, partendo dall’ascolto degli specialisti di riferimento, ha sviluppato molti prodotti innovativi, uno dei quali è  divenuto un successo a livello internazionale: un collirio in combinazione fissa di levofloxacina e desametasone registrato in 40 Paesi e in fase di registrazione in altri 40. Un “orgoglio italiano”, come sottolinea l’amministratore delegato di NTC, Riccardo Carbucicchio.

Ma come nasce NTC? L’azienda è il risultato della fusione all’inizio del 2016 di due piccole imprese, che si occupavano di sviluppo e commercializzazione di prodotti farmaceutici (una specializzata in medicinali e l’altra nei medical device). Dopo l’acquisizione, il Fondo Wise Sgr decise di fondere le due aziende e da allora NTC è guidata da Carbucicchio.

La strategia

“Il modello fin dall’inizio è stato business to business, con la fornitura del prodotto finito alle nostre aziende partner. Nel portafoglio – racconta a Fortune Italia – quando siamo partiti c’erano prodotti di varie aree terapeutiche, con una prevalente presenza di oculistica e gastroenterologia. La mia idea fu quella di avviare un percorso di investimento per riposizionare l’azienda in oculistica a livello internazionale, cercando di cogliere uno spazio lasciato aperto dalle multinazionali: provare a sviluppare nuovi farmaci e dispositivi medici che rispondessero a bisogni insoddisfatti dei pazienti affetti dalle patologie oftalmiche”. E di farlo, in particolare, rispetto all’uso degli antibiotici. Un settore che da anni fa i conti con la minaccia dei super-bug e la sfida dell’antimicrobico-resistenza.

Storia di un successo italiano

“Anche l’oculistica ha contribuito al fenomeno della resistenza agli antibiotici: la nostra idea è stata quella di favorire l’uso di antibiotici efficaci, con indicazioni terapeutiche non esplorate prima, cercando di ridurre l’esposizione dei pazienti al minimo periodo necessario possibile, e alle dosi corrette, documentando il tutto con dati clinici robusti”.

Una missione coraggiosa, perché, di fatto, in pochi si sono cimentati in questo campo in oculistica. “Non abbiamo studiato nuovi antibiotici – precisa l’Ad – ma, a partire da farmaci già conosciuti e utilizzati in ambiti peculiari, li abbiamo qualificati per poter essere usati ai dosaggi corretti per efficacia e con tempistiche precise, in ambiti per i quali non erano prima autorizzati”. È il caso, appunto, della combinazione levofloxacina e desametasone, che “ha aggiunto un mattoncino alla conoscenza scientifica internazionale: siamo stati primi e unici ad avere l’autorizzazione dell’autorità regolatoria internazionale per una sola settimana di trattamento rispetto alle due standard, nel post cataratta”.

La ‘combo’, insomma, è un successo globale della ricerca italiana, “pensata e sviluppata insieme agli oculisti del territorio”. Sì, perché NTC fa ricerca e sviluppo proprio partendo dall’ascolto della classe medica, in questo caso coinvolgendo 43 centri nel nostro Paese. “C’era tanto entusiasmo, ma trattandosi di uno studio registrativo il percorso è stato complesso”, ammette Carbucicchio.

Il futuro

E in futuro cosa ha in cantiere NTC? “Sempre in oculistica stiamo sviluppando un prodotto per le congiuntiviti, che cercherà di aiutare il medico ad avere una soluzione terapeutica veloce nella risoluzione dei sintomi”. Bypassando la questione dell’origine batterica o virale. Spesso, infatti, solo guardando l’occhio è difficile capire se la causa del problema sia un virus o un batterio: lo si può sapere solo facendo un prelievo e un test.

“L’esperienza con Covid-19 ci ha insegnato che l’uso degli steroidi in presenza di un virus non è sempre una buona idea, perché abbassa le difese immunitarie – ricorda il manager – Oggi però le uniche terapie disponibili per le congiuntiviti sono antibiotici da soli o combinano antibiotico a cortisonici (così l’occhio si sbianca). Ma se la causa è un virus, l’uso dello steroide crea un ambiente favorevole al microrganismo, mentre l’antibiotico è inutile. Ecco, abbiamo pensato di usare un antibiotico efficace, la levofloxacina, associato con un antinfiammatorio non steroideo, che non riduce le capacità autoimmunitarie. Ora dovremo dimostrare con gli studi clinici che stiamo portando avanti se questo mix riduce l’esposizione a terapia antibiotica per il paziente, senza danneggiarlo se la natura dell’infezione è virale, e favorendo una più rapida risoluzione del quadro clinico. L’obiettivo è quello di arrivare a un farmaco di prima scelta nelle congiuntiviti”.

I numeri

Oggi NTC ha 250 aziende partner e vende i propri prodotti a questi partner in oltre 100 Paesi. “In questi anni siamo cresciuti: in azienda nel 2016 eravamo 40 persone, oggi siamo 120, per più del 70% donne, con un’età media inferiore ai 40 anni. Nel leadership team ci sono due donne su sei”, precisa l’Ad.

Supporto per fare squadra

Al di là dei numeri, tra le iniziative aziendali “quella di cui sono più orgoglioso l’ho copiata – racconta il manager – L’anno scorso ho letto su LinkedIn di un’azienda americana che aveva avviato un programma: il Family Angel Program. L’obiettivo era tutelare le famiglie dei nostri dipendenti con figli, in caso di decesso di uno dei nostri dipendenti. Abbiamo pensato di riconoscere alla famiglia del dipendente deceduto con figli (sotto i 21 anni) 3 anni di stipendio, oltre al pagamento delle spese scolastiche per ogni figlio sino a un massimo di 5.000 euro l’anno, per dare un senso di famiglia e di supporto a quanti lavorano con noi”. Un approccio “che aiuta a fare squadra. Abbiamo anche attivato La Vaporosa, un servizio gratuito di stireria finanziato totalmente da NTC e assicurato da ragazzi di una cooperativa che dà lavoro a persone con disabilità”.

Per il futuro “puntiamo a non perdere la nostra vena innovativa. Ma non basta: oggi vendiamo a 250 aziende partner in più di 100 Paesi nel mondo e vogliamo diventar per loro una sorta di R&D Hub, che offre anche servizi di marketing strategico, dalla creatività alle best practice. Abbiamo quest’anno creato tre business franchise, che hanno l’obiettivo di affiancarsi alle aziende partner per aiutarle anche nelle politiche di posizionamento”.

Le sfide

Disseminare competenze, alimentare l’innovazione, ascoltare il territorio e fare squadra. Tenendo conto della crisi dell’energia e delle materie. “Hanno avuto un impatto, non solo sul fronte dei costi. C’è stato anche un tema di disponibilità di materie prime – continua Carbucicchio – E devo dire ancora adesso facciamo i conti con un’onda lunga di problemi”. Come uscirne? “Abbiamo cercato di far squadra con le 35 fabbriche che producono per noi, di cui 22 italiane, e con le aziende partner – conclude – i risultati finora raggiunti sono incoraggianti, ma indubbiamente il lavoro è divenuto più complesso”.

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