PGIM_970x250_HEADER

Tra AI e televisita, quanto vale la sanità digitale in Italia

sanità digitale
Adyen Articolo
Velasco25

Molte luci e qualche ombra sulla sanità digitale in Italia. Un settore che vale 1,8 mld di euro, cresce del 7% rispetto al 2021, e ha visto decollare l’uso della telemedicina (grazie all’emergenza pandemica). Indietro non si torna, anche se molti di questi servizi, apprezzati da medici e pazienti, non sono stati ancora integrati nei processi di cura.

A non crescere più è la diffusione del  Fascicolo sanitario elettronico: nel 2023 l’ha utilizzato il 35% degli italiani (contro il 33% dell’anno prima), uno su due solo per le funzionalità legate all’emergenza Covid. La fotografia arriva da una ricerca dell’Osservatorio Sanità Digitale della School of Management del Politecnico di Milano.

Il futuro corre, e le strutture italiane non intendono restare indietro. La maggior parte infatti investirà in Cybersecurity (58%), Cartella Clinica Elettronica (54%) e nell’integrazione con sistemi regionali o nazionali (51%).

Dalle App alla realtà aumentata

Aumenta la richiesta di nuovi prodotti e servizi sanitari basati sul digitale. Pensiamo alle App per la salute (utilizzate dal 38% dei pazienti cronici o con problematiche gravi) o ai dispositivi indossabili per monitorare i parametri clinici (29%). Ma anche quelle più innovative destano la curiosità dei pazienti.

Il 49% si dichiara interessato alle tecnologie di realtà virtuale o aumentata, il 47% agli assistenti vocali che forniscono informazioni e supporto in ambito salute.

Luci e ombre dell’intelligenza artificiale

L’AI affascina e preoccupa: tra i medici emerge qualche timore sul possibile utilizzo inappropriato da parte dei cittadini dell’intelligenza artificiale, ma meno di 2 clinici su 10 hanno timore che l’intelligenza artificiale possa sostituire, anche in parte, il proprio lavoro.

Insomma, la corsa della sanità digitale “prosegue – come ha detto Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Sanità Digitale – ma il tanto atteso cambio di passo che la Missione 6 Salute del Pnrr avrebbe dovuto imprimere agli investimenti in Sanità digitale non è ancora tangibile. L’utilizzo” di queste risorse si sta rivelando”una sfida dall’esito tutt’altro che scontato. La difficoltà di comprendere come realizzare concretamente questa opportunità è tra gli ostacoli più rilevanti allo sviluppo della Sanità digitale secondo i principali decisori delle strutture sanitarie (49%), insieme alle limitate risorse economiche (58%)”.

Fascicolo Sanitario Elettronico

Dalla rilevazione svolta in collaborazione con Doxa Pharma, emerge che nel 2023 il 35% dei cittadini ha fatto almeno un accesso. “Nell’ultimo anno si rileva una sostanziale frenata alla diffusione del suo utilizzo – ha sottolineato Paolo Locatelli, responsabile Scientifico dell’Osservatorio Sanità Digitale -.Essendosi affievolita la necessità di utilizzare i servizi per l’emergenza Covid, c’è il rischio che questo strumento non guadagni ulteriore popolarità. Oltre a proseguire la realizzazione del Fascicolo Sanitario 2.0, alimentandolo in modo omogeneo e pervasivo di documenti e dati ed arricchendolo di servizi utili al cittadino, per spingere sull’adozione di questo strumento sarà necessario rendere maggiormente evidenti ai cittadini i benefici derivanti dal suo utilizzo”.

Piace la comunicazione digitale tra medici e pazienti

La maggior parte dei medici utilizza e-mail e WhatsApp per comunicare con i propri pazienti. Tuttavia, le App o le piattaforme di comunicazione dedicate all’uso sanitario sono considerate sempre di più un’alternativa valida dai professionisti sanitari (33% dei medici specialisti, 38% dei Medici di Medicina Generale e 40% degli infermieri), come emerso dalla rilevazione svolta sui medici specialisti.

“I pazienti vedono nel digitale un alleato anche per migliorare la relazione e la comunicazione con i diversi attori che intervengono nel percorso di cura, in primis con i professionisti sanitari – ha precisato Chiara Sgarbossa, direttrice dell’Osservatorio Sanità Digitale – Risulta consolidato il ruolo di strumenti digitali tradizionali e non specifici per la Sanità, come l’e-mail e le App di messaggistica istantanea. Tuttavia, oltre il 60% dei professionisti sanitari considera le piattaforme di comunicazione dedicate all’uso sanitario tra gli strumenti di maggiore interesse per il futuro: la possibilità di gestire su un unico strumento più funzionalità utili per la gestione dei pazienti e nel rispetto della privacy è tra i benefici maggiormente riconosciuti. Inoltre, tali strumenti permettono di separare i canali di comunicazione personali da quelli professionali, evitando l’utilizzo inappropriato associato alle App ‘generaliste’ di messaggistica istantanea”.

Il successo della Telemedicina

I servizi di Telemedicina stanno vivendo una nuova ripresa. Il 39% dei medici specialisti e il 41% dei medici di medicina generale afferma di aver utilizzato servizi di Televisita e rispettivamente il 30% e il 39% ha fatto ricorso al Telemonitoraggio.

Un dato che può essere letto in due modi. “Nonostante sia importante utilizzare piattaforme dedicate per l’erogazione di questi servizi, solo il 39% dei medici specialisti e il 34% dei Mmg dichiara di averlo fatto – ha affermato Cristina Masella, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Sanità Digitale – Questo non è ancora sufficiente per coglierne appieno le potenzialità ed espone a potenziali rischi, legati, ad esempio, alla sicurezza e alla privacy dei dati scambiati”. Occorre, secondo l’esperta, implementare una strategia organica che tenga conto delle variabili tecnologiche e organizzative che concorrono ad abilitare l’integrazione della Telemedicina nei processi di cura e assistenza.

Cartella Clinica Elettronica

Lo sviluppo della Cartella Clinica Elettronica si conferma una priorità per le strutture sanitarie (il 75% ritiene questo ambito molto rilevante). Il 42% delle strutture afferma di avere una cartella clinica elettronica attiva in tutti i reparti, mentre nel 23% dei casi lo è solo parzialmente. Ebbene, solo la metà dei medici specialisti utilizza una cartella clinica elettronica. Le funzionalità più diffuse sono quelle per l’anamnesi e l’inquadramento clinico e per la gestione e la visualizzazione delle informazioni di riepilogo sul paziente, mentre sono ancora poco diffuse quelle più avanzate, legate al supporto decisionale.

L’AI non ruberà il lavoro dei medici

Tra le applicazioni più diffuse ci sono le soluzioni che consentono di analizzare immagini e segnali per fini diagnostici o di trattamento: il 29% delle strutture sanitarie afferma di aver avviato prime sperimentazioni in questa direzione. Si tratta delle applicazioni considerate come più promettenti per il futuro (60%).

“Negli ultimi mesi hanno suscitato un forte dibattito le soluzioni di Generative AI e, in particolare, i Chatbot basati su AI e progettati per rispondere a quesiti emulando la conversazione umana –  ha ricordato Emanuele Lettieri, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Sanità Digitale – Si tratta di soluzioni che potrebbero rappresentare una grande opportunità anche per la sanità, ma su cui non mancano preoccupazioni, soprattutto dal punto di vista etico e legale. Ad oggi 1 medico su 10 ha utilizzato Chatbot basati su AI per cercare riferimenti scientifici rispetto a una determinata patologia, applicazione che per circa la metà dei medici è promettente per il futuro”.

Al contrario di quanto accade per altri settori non emerge una preoccupazione per il fatto che l’AI possa sostituire, anche in parte, il lavoro del medico.

 

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.