Nuove soluzioni nella lotta ai tumori neuroendocrini dalla ricerca made in Italy. Uno studio clinico condotto presso l’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) dimostra l’efficacia di una sonda innovativa, sviluppata dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dalla Sapienza di Roma, nell’individuare con precisione i tessuti tumorali da rimuovere nel corso degli interventi di chirurgia.
A guidare il team che messo alla prova la sonda ‘scova tumore’ sono Emilio Bertani della Divisione di Chirurgia dell’apparato digerente, direttore dell’Unità di Chirurgia dei tumori neuroendocrini dello Ieo e Francesco Ceci, direttore della Divisione di Medicina Nucleare dello Ieo. Stando ai risultati dello studio clinico, la sonda beta migliora l’efficacia della chirurgia dei tumori neuroendocrini gastrointestinali.
Come funziona la sonda
Lo strumento è in grado di rilevare i positroni, particelle emesse da radiofarmaci come quelli comunemente utilizzati per eseguire una diagnostica Pet. Il dispositivo, sviluppato da INFN e Sapienza, ha dimostrato un’elevata sensibilità nell’individuare cellule tumorali marcate con un radiofarmaco specifico per i tumori neuroendocrini. Una capacità che rende la sonda efficace nel guidare la mano del chirurgo esattamente alla sede della lesione, per quanto microscopica o in una posizione difficile.
Grazie all’impiego della sonda le operazioni chirurgiche, tradizionali e con robot, risulteranno più precise e conservative, evitando asportazioni inutili.
Lo studio
Lo studio condotto allo Ieo di Milano fra maggio 2022 e aprile 2023 su 20 pazienti ha dimostrato che la nuova sonda è in grado rivelare le sedi di malattia con una sensibilità e specificità del 90%.
La procedura prevede l’iniezione di una minima dose di radiofarmaco specifico per i tumori neuroendocrini che va, selettivamente, a posizionarsi sulle cellule tumorali, evidenziandole per la sonda.
“La chirurgia radioguidata – spiegano Francesco Collamati dell’INFN e Riccardo Faccini della Sapienza – fino a oggi ha utilizzato le sonde a raggi gamma che non funzionano quando quello che si vuole rivelare è vicino a organi che assorbono molto radiofarmaco, come nell’addome. Una sonda come quella da noi ideata, che rivela i positroni anziché i fotoni, permette di evidenziare specifiche forme di tumore in zone del corpo dove sarebbe altrimenti impossibile individuarle. Grazie alla collaborazione con Ieo, siamo riusciti a validare per la prima volta la sonda durante interventi chirurgici”.
A consentire di testare la sonda presso l’Ieo è stato Francesco Ceci, direttore della Divisione di Medicina Nucleare dell’Istituto, nonché uno dei maggiori esperti del settore. “Da sempre il mio focus di ricerca è stata la Teranostica, quella disciplina che unisce la diagnostica di ultima generazione con le terapie di precisione. Quando sono venuto a conoscenza di questo dispositivo ho subito intuito le incredibili potenzialità ed è iniziata una proficua collaborazione con il dottor Collamati. La vera innovazione di questa procedura chirurgica – aggiunge – risiede nel somministrare ai pazienti durante l’intervento lo stesso radiofarmaco cancro-specifico usato per la diagnostica Pet. Prima individuiamo con la Pet le localizzazioni del tumore e poi utilizziamo la sonda per rimuoverle con grande accuratezza. Diagnosi e terapia, le basi della Teranostica, questa volta applicate alla chirurgia”.
Come ricorda Emilio Bertani, chirurgo della Divisione di Chirurgia dell’Apparato Digerente e coordinatore dello studio clinico, “anche il chirurgo più esperto in un caso su tre può lasciare della malattia residua, non visibile neppure alla Pet perché localizzata ad esempio nei piccoli linfonodi vicini ai vasi mesenterici. La sonda beta è in grado di rilevare anche la minima presenza di cellule tumorali e nell’80% dei casi il chirurgo riesce a rimuoverle senza creare danni eccessivi”. Attenzione, però: “La sonda – avverte – è efficace soltanto se è in mano a un chirurgo esperto”.
Il progetto non finisce qui. “È già in corso uno studio nel carcinoma prostatico e – conclude Ceci – abbiamo in programma di applicare la procedura con la sonda beta anche ad altri tumori gastrointestinali e ai tumori ginecologici”.