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Giovani, prevenzione e natalità: le priorità di Maria Rosaria Campitiello

Adyen Articolo
Velasco25

Ecco i pilastri su cui Maria Rosaria Campitiello intende costruire un nuovo modo di fare sanità, attento al benessere dei cittadini di domani (e alla sostenibilità delle cure).

Costruire “una cultura della prevenzione che accompagni i nostri giovani in tutte le fasi della crescita, consentendo loro di vivere la sessualità in maniera serena e sicura e di proteggere la propria capacità riproduttiva e il proprio benessere”. Sembra ambizioso, ma è solo uno degli obiettivi di Maria Rosaria Campitiello, direttore del dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute. Classe 1985, Campitiello da bambina sognava di diventare puericultrice. Crescendo ha scelto la ginecologia e, dopo una carriera dedicata alla ricerca e alla cura dell’infertilità, ora è passata dall’altro lato della barricata. Con il sogno di accompagnare la “nascita di un nuovo modo di fare sanità”, convinta che “la salute dei giovani sia la base su cui costruire il benessere della popolazione futura”.

Parliamo di salute dei giovanissimi: è stato segnalato un aumento delle malattie sessualmente trasmesse. Questo è un tema che le sta a cuore.
Certamente. La salute sessuale e riproduttiva dei giovani rappresenta una delle nostre priorità, poiché l’incremento delle malattie sessualmente trasmissibili non solo costituisce un problema di salute pubblica, ma può anche compromettere seriamente la fertilità e il benessere futuro di questi ragazzi. Oggi vediamo come i comportamenti sessuali siano cambiati: c’è una tendenza all’inizio precoce della vita sessuale, una frequenza più alta di rapporti e l’abitudine a partner multipli. Tuttavia, ciò che preoccupa di più è la scarsa conoscenza, sia tra i giovani, sia tra gli adulti che li circondano, dei rischi reali e delle conseguenze a lungo termine delle malattie sessualmente trasmesse. Infezioni come la clamidia e l’Hpv, se non trattate adeguatamente, possono avere conseguenze drammatiche sulla salute riproduttiva e sulla fertilità. Ritengo indispensabile collaborare con le società scientifiche e le realtà educative per costruire un percorso che promuova la cultura della sessualità responsabile. Parliamo di educazione non solo su queste malattie, ma anche su contraccezione, prevenzione delle gravidanze indesiderate e promozione di uno stile di vita che tuteli la salute riproduttiva. Un’educazione che non neghi la sessualità, ma spieghi come viverla in modo sicuro, senza il timore di conseguenze irreversibili. Troppo spesso si sottovalutano queste infezioni, che possono manifestarsi con sintomi lievi o addirittura asintomatiche, ma nel tempo provocano danni permanenti. La prevenzione della sterilità non può essere separata da queste patologie, per questo promuoviamo stili di vita che non ostacolino la capacità riproduttiva, come l’uso corretto e costante del profilattico nei rapporti a rischio. Un altro aspetto cruciale è la prevenzione vaccinale. Dobbiamo incentivare la vaccinazione contro l’Hpv, rivolgendoci sia ai ragazzi che alle ragazze, per raggiungere una copertura quanto più possibile universale. Questa vaccinazione è essenziale per ridurre non solo l’incidenza delle infezioni, ma anche i costi legati alle patologie collegate.

Sarebbe utile una collaborazione con il ministero dell’Istruzione per accendere i riflettori sulla salute dei giovani?
È un aspetto fondamentale. Abbiamo già un Protocollo d’intesa attivo, che ci consente di lavorare a stretto contatto con le scuole per promuovere la cultura della prevenzione. Riteniamo necessario rafforzare questi interventi, ampliando i programmi esistenti e sviluppando materiali educativi efficaci e aggiornati, per fare in modo che ogni ragazzo e ragazza sia informati e consapevoli delle proprie scelte e dei loro effetti sulla salute futura.

Vogliamo estendere e consolidare la collaborazione con il ministero dell’Istruzione per costruire programmi educativi più completi e approfonditi. Si tratta di sviluppare materiali e percorsi che siano coinvolgenti e adattati all’età dei ragazzi, ma anche di formare insegnanti e personale scolastico, affinché possano affrontare questi argomenti con competenza e sensibilità. La conoscenza scientifica è in costante evoluzione, ed è necessario che chi lavora con i giovani possa contare su strumenti aggiornati e di alta qualità.
Pensiamo a percorsi che vadano oltre la lezione frontale, coinvolgendo i ragazzi in attività interattive, laboratori e momenti di confronto. Inoltre è essenziale fare rete con le famiglie. Vorremmo quindi lavorare per creare linee guida, opuscoli informativi e incontri, affinché anche i genitori siano consapevoli e coinvolti nel processo educativo dei propri figli su temi fondamentali per il loro benessere futuro.

Quella italiana è una popolazione che invecchia, in che modo la prevenzione può contribuire alla sostenibilità delle spese per la salute?
La prevenzione rappresenta una colonna portante per la sostenibilità del sistema sanitario, specialmente in Italia. Purtroppo però è ancora sottovalutata: l’Organizzazione mondiale della sanità ha evidenziato che soltanto l’11% degli italiani adotta misure preventive regolari. Un dato preoccupante, poiché questo finisce per aggravare i costi sanitari a carico dello Stato, rendendo più complessa la gestione delle risorse e, di conseguenza, meno sostenibile la spesa pubblica.

Investire in prevenzione vuol dire pianificare una sanità proattiva piuttosto che reattiva, un cambiamento culturale che può garantire vantaggi sia per la qualità della vita dei cittadini, che per il sistema. Programmi di prevenzione come le vaccinazioni, le campagne di screening, i percorsi educativi su stili di vita sani e la sensibilizzazione cardiovascolare permettono di intercettare malattie nelle fasi iniziali o di evitarne l’insorgenza. Questo approccio riduce la necessità di cure e interventi complessi, spesso molto onerosi e con risultati a volte solo parzialmente efficaci. Ogni euro speso in prevenzione permette di risparmiare in futuro su costi legati a ricoveri, trattamenti farmacologici e interventi.

Ad esempio, le vaccinazioni non solo proteggono la popolazione da infezioni gravi, ma riducono anche i costi legati alle complicazioni e alle ospedalizzazioni, soprattutto tra i soggetti più vulnerabili, come gli anziani e le persone con patologie croniche. Inoltre la prevenzione è fondamentale per rispondere alla crescente incidenza delle malattie croniche.

Un altro tema caldo è quello delle infezioni un tempo tropicali, ormai arrivate anche nel nostro Paese. È il caso della Dengue.
Le infezioni tropicali come la Dengue stanno progressivamente diventando una realtà anche in Europa e in Italia, un fenomeno che fino a pochi anni fa sembrava impensabile. Questo cambiamento è legato a diversi fattori, in primis il riscaldamento globale, che sta modificando il clima e creando condizioni più favorevoli alla proliferazione di vettori come le zanzare Aedes aegypti e Aedes albopictus, responsabili della trasmissione del virus Dengue. Parallelamente, la globalizzazione e la maggiore mobilità internazionale facilitano l’introduzione di nuovi patogeni anche in aree geografiche in cui non erano storicamente presenti.

In Italia, negli ultimi anni, abbiamo osservato diversi episodi di trasmissione locale del virus Dengue. Il caso più significativo si è verificato nelle Marche mentre altri focolai, più circoscritti, sono stati individuati in Emilia-Romagna e Lombardia. Su tutti questi casi sono in corso indagini epidemiologiche approfondite, volte a comprendere la dinamica di trasmissione e a monitorare l’eventuale espansione del virus per evitare che l’infezione si diffonda ulteriormente.

La sorveglianza è stata potenziata, adottando misure che includono il monitoraggio della presenza di zanzare vettori e la promozione di campagne di sensibilizzazione rivolte alla popolazione. È fondamentale che i cittadini conoscano i comportamenti preventivi, come l’uso di repellenti, l’eliminazione dei ristagni d’acqua nei pressi delle abitazioni e l’adozione di barriere fisiche per ridurre il rischio di punture.
Nonostante questi episodi, il virus Dengue non desta attualmente preoccupazioni allarmanti per la salute pubblica: la situazione rimane sotto controllo. Tuttavia, la presenza della Dengue ci ricorda l’importanza di una sorveglianza epidemiologica continua e del rafforzamento delle capacità di risposta sanitaria: è cruciale mantenere alta l’attenzione.

Quanto è importante da questo punto di vista un approccio One Health?
L’approccio One Health è essenziale per affrontare le sfide sanitarie globali. La visione alla base di questo modello è che la salute dell’essere umano, degli animali e dell’ambiente sono interconnesse, e che per proteggere la salute globale è necessario agire in maniera coordinata su tutti questi fronti. Questo approccio è particolarmente rilevante in un’epoca in cui fenomeni come il cambiamento climatico, la globalizzazione e la crescente interazione tra persone e animali stanno favorendo la diffusione di malattie infettive, incluse quelle zoonotiche – ossia trasmissibili tra animali e uomo – come la Dengue e il West Nile virus.

Il ministero della Salute, sotto la guida di Orazio Schillaci, ha istituito un dipartimento e una direzione generale dedicati a One Health, sottolineando la centralità di questo modello nelle politiche sanitarie del Paese. One Health non è solo un modo per prevenire e gestire meglio le malattie infettive, ma anche per affrontare le problematiche legate alla resistenza antimicrobica. Ma l’approccio One Health richiede una visione a lungo termine e strategie preventive, che includano la protezione della biodiversità, il controllo delle malattie trasmissibili tramite i vettori, la gestione sostenibile delle risorse naturali e un monitoraggio costante delle zoonosi. In sintesi, significa riconoscere che la salute è un equilibrio complesso, che va protetto con una visione olistica e collaborativa. La costituzione di un dipartimento One Health rappresenta un passo importante in questa direzione, perché crea le basi per un sistema sanitario nazionale più resiliente, capace di rispondere in modo efficace alle sfide attuali e future, garantendo un benessere sostenibile per le generazioni a venire.

Se dovesse indicarci le parole chiave del suo mandato, quali sarebbero?
Prevenzione, informazione ai cittadini e ricerca applicata: rappresentano i pilastri su cui intendo costruire un approccio sanitario moderno e sostenibile, in grado di rispondere sia alle sfide attuali, sia a quelle future. Non sono solo parole chiave, ma direttrici strategiche che mirano a costruire una sanità più forte, inclusiva e proattiva. Il nostro impegno è rendere il sistema sanitario italiano un modello di eccellenza, in cui la prevenzione e la ricerca si fondano su una solida base di comunicazione e coinvolgimento dei cittadini, per rispondere efficacemente alle sfide di oggi e domani.

Infine una domanda personale: quando era bambina, che lavoro avrebbe voluto fare da grande?
Da bambina avevo un grande sogno: diventare puericultrice, una figura dedicata all’accudimento dei neonati e al sostegno delle madri nei primi momenti di vita dei loro figli. È una professione che non esiste più nella forma di allora, oggi assorbita dall’ostetrica, ma per me rappresentava un desiderio profondo: contribuire a qualcosa di tanto speciale quanto la nascita di una nuova vita. Nel corso degli anni, pur non avendo intrapreso esattamente quella strada, ho mantenuto quell’obiettivo: essere partecipe del processo di nascita e crescita, anche se in una forma diversa. Mi sono così orientata verso la salute pubblica e la prevenzione, con l’intento di fare la differenza in ambiti che, seppur indirettamente, continuano a influire sulla vita e sul benessere delle persone. Oggi il mio impegno è volto a creare le condizioni per una sanità che prevenga le malattie, promuova la salute e offra strumenti di conoscenza, affinché tutti possano vivere in un ambiente sano e sicuro.

In fondo, il desiderio di essere determinante nella nascita di una nuova vita non è mai scomparso: si è evoluto. Oggi spero di contribuire alla nascita di un nuovo modo di fare sanità. Sogno un sistema che anticipi i bisogni, che investa nel futuro e che accompagni le persone in ogni fase della vita, dando a tutti la possibilità di vivere pienamente.

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