Mentre negli Stati Uniti salgono a 301 i casi confermati, con due morti e il 17% dei pazienti finiti in ospedale (secondo gli ultimi dati dei Cdc, Centers for Disease Control and Prevention), il morbillo finisce sotto i riflettori anche in Italia. Stando al report dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), infatti, sono stati 127 i pazienti contagiati dal primo gennaio a fine febbraio (16 sono casi importati). Ma il periodo peggiore potrebbe essere appena iniziato.
“Dobbiamo essere chiari: il morbillo è un problema esclusivamente vaccinale”, spiega a Fortune Italia Massimo Ciccozzi, epidemiologo all’Università Campus Bio-Medico di Roma. “Inoltre sappiamo che la stagione nella quale in genere c’è il maggior numero di contagi è proprio la primavera“, aggiunge l’esperto.
Morbillo in Italia, gli ultimi dati e le indicazioni ai genitori
Gli ultimi dati sul morbillo
Iniziamo col dire che l’età mediana dei casi segnalati nei primi due mesi dell’anno è pari a 30 anni (range: 0-71 anni), ma il 52% dei pazienti ha tra 15 e 39 anni e il 24,4% più di 40 anni. Tuttavia, l’incidenza più elevata è stata osservata a 0-4 anni (60,4 casi per milione).
Sono stati segnalati anche 8 bambini con meno di un anno, troppo piccoli per il vaccino. E qui arriviamo al punto: lo stato vaccinale è noto solo per 115 casi, ma 104 pazienti (90,4%) erano non vaccinati al momento del contagio, 8 avevano fatto una dose e soltanto uno entrambe.
Le aree più colpite
In sette Regioni – Lombardia, Veneto, Liguria, Marche, Lazio, Campania e Sicilia – si concentra il 79,5% dei casi di morbillo del 2025. L’incidenza più elevata è in Sicilia (50,1/milione abitanti) seguita dalla P.A. di Trento (44,0/milione), dalle Marche (36,4/milione) e dalla P.A. di Bolzano (33,5/milione). A livello nazionale, l’incidenza risulta pari a 12,9 casi per milione di abitanti.
Non si tratta di una malattia banale: circa un terzo dei pazienti ha riportato almeno una complicanza; fra le più diffuse polmonite (19) e diarrea (17). È stato segnalato anche un caso di encefalite in un giovane non vaccinato. Il 56,7% dei pazienti ha subito un ricovero e un altro 11% (14 casi) ha richiesto una visita in pronto soccorso.
Il morbillo si diffonde nelle famiglie e in ospedale
Ma dove avviene il contagio? Stando ai dati diffusi dall’Iss la trasmissione – là dove è possibile ricostruire tutti i passaggi – avviene per lo più in famiglia (55,7%). Tredici casi (21,3%) si sono verificati in ambito sanitario (in ospedale o in un ambulatorio medico), nove (14,8%) durante viaggi internazionali, ma c’è anche chi si è contagiato sul lavoro. Tra i casi segnalati spiccano anche i 13 operatori sanitari, di cui 10 non vaccinati.
Cosa ci dicono i numeri italiani
“Se guardiamo le curve – riflette Ciccozzi – è diminuita l’incidenza di morbillo nei bambini 0-4 anni, mentre aumenta nei soggetti di 15-39 anni, più grandi. Il virus è sì portato in famiglia dai piccolini, ma è la crescita negli adolescenti e nei giovani adulti che deve farci pensare: il problema è legato al calo di attenzione e al fatto che in molti hanno rinunciato alla vaccinazione”. Così c’è un serbatoio che alimenta la circolazione del morbillo, anche nelle strutture sanitarie, dove si è più vulnerabili.
Il periodo peggiore
Oltretutto siamo solo all’inizio. “La stagione in cui c’è maggiori numero di casi in Italia è tipicamente da marzo a giugno: sta iniziando quello che potremmo definire il periodo peggiore per il morbillo, come emerge anche esaminando i dati del 2024″, avverte l’epidemiologo, concludendo con un’ultima informazione: “Se una persona ha il morbillo e fa uno starnuto o un colpo di tosse, il virus rimane nella stanza anche per due ore”. ‘Cercando’ nuovi ospiti.