“La promozione della salute mentale rappresenta una priorità assoluta per il governo. Per questo motivo il ministero ha istituito sul tema un tavolo di lavoro, che sta definendo il nuovo Piano nazionale per la salute mentale: un documento che mancava da più di dieci anni”. Così il ministro della Salute Orazio Schillaci ha aperto i lavori del ‘Giubileo della salute mentale’, l’evento ospitato a Roma dalla Pontificia Università Lateranense. L’appuntamento anticipa di due giorni il Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità.
“In Italia una persona su sei soffre di disturbi mentali”, evidenzia Schillaci. “A destare preoccupazione è soprattuto il disagio dei più giovani, con aumento di depressione, disturbi alimentari e comportamenti autolesivi. Con l’Istituto superiore di sanità stiamo mettendo a punto nuove linee guida sulla depressione. Abbiamo reso stabile il bonus psicologico dal 2023, ma non basta. Bisogna fare prevenzione e riservare attenzione particolare ai più giovani”.
Combattere lo stigma
Per il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, quando si parla di problemi di natura psicologica “bisogna rimuovere lo stigma e il pregiudizio, che escludono e feriscono le persone, frammentando la comunità umana. I professionisti della salute mentale costruiscono la pace, perché depotenziano il conflitto”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Monsignor Massimo Angelelli, direttore dell’ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei: “Dobbiamo fare una lotta senza quartiere allo stigma e stare vicini alle famiglie che vivono disagi e non possiedono gli strumenti per fronteggiarli”.
Se la pandemia di Covid-19 ha avuto un merito, è stato quello di sdoganare il ricorso al supporto psicologico, contribuendo a sfatare tabù e pregiudizi radicati. “Gli studi portati avanti dal ministero hanno evidenziato che la salute mentale, sopratutto prima della pandemia, è stata una questione molto sottovalutata”, chiarisce Francesco Saverio Mennini, capo dipartimento della Programmazione del ministero della Salute. “La chiave di volta è la prevenzione. Bisogna intervenire in maniera precoce, per migliorare la qualità della vita dei pazienti e contenere i costi a carico del Servizio sanitario nazionale”.
“La pandemia ci ha insegnato che la sanità deve essere proattiva”, ricorda Maria Rosaria Campitiello, capo dipartimento della Prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute. “Con Covid-19 si sono inasprite la tendenza al suicidio e ai disturbi alimentari. Per questo il dipartimento ha finanziato vari progetti per il controllo delle tendenze suicidarie. Il tema va affrontato più spesso, rompendo il silenzio sulla salute mentale”.

Tecnologia e salute mentale
Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, analizza il rapporto tra tecnologia e salute mentale. “La tecnologia può dispensare speranza, ma non è neutrale. Ha un impatto incredibile sulla mente umana e sulle relazioni sociali, perché plasma i sentimenti. Per questo dobbiamo controllare i rischi. Ma la tecnologia sta anche diventando un presidio emotivo per chi non vuole o non può affidarsi a un professionista sanitario”.
I numeri
L’urgenza del tema, d’altro canto, è confermata dai numeri. Si stima che ogni anno la depressione e l’ansia costino al mondo 12 miliardi di giornate lavorative, per un valore di 1 trilione di dollari. In Italia, questa crisi vale il 4% del Pil. Secondo l’ultimo World mental health day report, pubblicato da Ipsos, i disturbi mentali stanno prendendo il sopravvento. Per il 45% degli intervistati in 31 Paesi, la salute mentale rappresenta attualmente la principale preoccupazione tra i problemi sanitari del proprio Paese, registrando un aumento di 18 punti percentuali rispetto al 2018.
Secondo l’ultimo Rapporto salute mentale del ministero, ogni giorno si presentano ai pronto soccorso degli ospedali italiani in media 1.571 persone per disturbi mentali: nel 2023 ci sono stati 26mila accessi in più rispetto all’anno precedente, con un aumento di 7mila ricoveri nei servizi psichiatrici ospedalieri.