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Nostalgia: fa bene alla salute, ecco come

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Velasco25 Articolo

Celeste nostalgia. O nostalgia canaglia. Se le canzoni ci ricordano appellativi cromatici, o piuttosto dimensioni psicologiche della tendenza a ricordare con struggimento persone o momenti della vita passata, la scienza prova ad indagare quanto e come la nostalgia possa impattare sul nostro benessere. O quanto e come possano influire anche elementi esterni, derivanti dalle abitudini e dai profumi in cucina.

Così si scoprono aspetti davvero curiosi. Ad esempio, che chi tende ad avere un atteggiamento nostalgico è portato ad avere maggiori reti sociali e, quindi, ad essere più attento al benessere altrui, con ripercussioni sul proprio.

Oppure che si tende ad essere nostalgici soprattutto da giovani, con i cambi di prospettiva della vita e degli affetti oltre che per gli spostamenti resi necessari da studi e professione, o da anziani, quando i ricordi affiorano e vanno condivisi, con un maggior bisogno di socialità. 

A disegnare il profilo della nostalgia come elemento sociale positivo è una ricerca di studiosi delle Università di Buffalo e Kyoto su quasi 1.500 individui negli Usa e in Europa, pubblicata su ‘Cognition and Emotion’. Dall’indagine emerge come la nostalgia sia un vero e proprio propellente per i rapporti con gli altri e, quindi, una variabile psicologica che impatta sulla salute, visto che le relazioni strette sarebbero alla base di una miglior salute psicofisica.

Lo dimostrano tante osservazioni in letteratura. Chi ha amici e confidenti tende ad avere rischi minori di rinchiudersi in sé stesso e di andare incontro ad umore cupo, trovando sostegno nelle fasi di difficoltà.

La ricerca ha preso in esame tre esperimenti sociali

Tra gli studenti under 20, ad esempio, chi si è detto portato alla nostalgia ha attribuito maggior importanza al mantenimento delle amicizie, oltre ad avere più amici.

Lo stesso è accaduto anche tra i 40enni, seppur con una rete sociale ben più limitata per numero rispetto agli studenti. 

Infine, un sondaggio olandese, il Longitudinal Internet Studies for Social Sciences (LISS), ha esaminato l’effetto della nostalgia sui social network in ben sette anni. Cosa emerge? Chi tende ad essere più nostalgico mantiene più facilmente rapporti sociali stretti, che invece si perdono in chi presenta bassi livelli di nostalgia. Insomma, la sintesi finale giunge da uno degli autori dello studio, Kuan-Ju Huang. In una nota dell’ateneo nipponico spiega che “le persone che provano più spesso nostalgia e apprezzano quei ricordi, sono più consapevoli delle loro relazioni importanti e della necessità di coltivarle. Ciò significa che queste amicizie potrebbero avere maggiori probabilità di durare, anche quando invecchiamo e le nostre vite, i nostri interessi e le nostre responsabilità cambiano”. 

Alti livelli di nostalgia nei giovani e negli anziani si verificano per motivi diversi. Le transizioni di vita durante l’età adulta emergente, tra cui l’abbandono della casa di famiglia e l’ingresso al college o nel mondo del lavoro, possono innescare un bisogno psicologico di trovare conforto nella nostalgia. Per gli anziani, la nostalgia è più probabilmente associata a esperienze di perdita e sentimenti di un futuro limitato”.

Il segreto potere dei cibi

Veniamo infine ai cibi. Perché possono diventare motori dei ricordi e addirittura indicare strategie di nutrizione su misura. Una ricerca degli esperti della Washington State University, coordinata da Carolyn Ross, segnala come gli alimenti che evocano un senso di nostalgia e conforto e presentano consistenze diverse dovrebbero far parte dell’alimentazione nella terza età. Anche come contromisura per la malnutrizione.

Secondo quanto emerge dallo studio, apparso su Journal of Food Science, studiare la nostalgia del cibo è un nuovo filone di ricerca della scienza alimentare, anche considerando il comfort dei consumatori.

La preferenza può variare molto a causa delle differenze culturali. Ma in cosa conta la nostalgia? Sostanzialmente nella percezione del sapore e del comfort associato (tra i cibi che maggiormente risvegliano i ricordi ci sono quelli più sapidi come il formaggio), oltre che nella consistenza. Che deve essere varia per riaccendere ricordi e percezioni passate.

L’esperta spiega che non è una consistenza specifica o alcune consistenze che contano, ma piuttosto la varietà di consistenze. “Avere una dieta con molta varietà come croccante e sodo, insieme a cibi morbidi e cremosi, è davvero importante – segnala Ross – E per gli anziani, che potrebbero non essere in grado di mangiare gli stessi cibi sodi e croccanti di una volta, mantenere la più grande varietà di consistenze possibile è ancora importante“.

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