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Contratto comparto sanità: nuovo incontro il 22 maggio

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Adyen Articolo
Velasco25

Non si sbloccano le trattative per il rinnovo del contratto del comparto sanità. Una situazione che, lamentano Anaao Assomed e Cimo Fesmed, lascia in mezzo al guado medici e dirigenti sanitari: si attende la pubblicazione dell’atto di indirizzo necessario ad avviare le trattative per il contratto 2022-2024, ampiamente scaduto.

Bisogna dire che i sindacati della sanità coinvolti nelle trattative si erano divisi anche nel precedente incontro, a metà gennaio.

Sanità: fumata nera sul contratto, cosa succede adesso

Così, preso atto che le posizioni  restano “sostanzialmente invariate” rispetto a gennaio, per verificare se ci sono le condizioni per arrivare a un’intesa, Aran ha convocato un nuovo incontro per il 22 maggio.

Intanto la prossima settimana si inizierà a discutere del contratto dei dirigenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici e la settimana successiva verranno definite le aree e i comparti per il 2025-2027. Insomma, gli altri settori vanno avanti, ma per la sanità lo stallo continua.

E il fattore tempo è fondamentale: in caso di firma a maggio, “il contratto entrerebbe in vigore solo da ottobre, con effetti concreti su 581mila lavoratori del Servizio sanitario nazionale, tra cui infermieri, tecnici, amministrativi e altro personale non medico”, segnalano da Aran.

Le cifre in ballo nel nuovo contratto

Ma di quanto denaro parliamo? Il rinnovo contrattuale per il triennio 2022-24 prevede un aumento medio mensile di 172,37 euro per tredici mensilità, pari al 6,8% in più rispetto agli stipendi attuali, segnala l’Aran. Le risorse complessive stanziate ammontano a 1,784 miliardi di euro, comprensive di: 175 milioni di euro per l’indennità di pronto soccorso; 35 milioni di euro per la specificità infermieristica; 15 milioni di euro per la tutela del malato.

La chiusura della trattativa è cruciale anche per l’avvio del prossimo rinnovo contrattuale 2025-27, per il quale sono già previsti 1,904 miliardi di euro. Le nuove risorse garantiranno un incremento medio del 6,93%, pari a 183,98 euro mensili. Ma i tempi si allungano.

La protesta dei medici

Se gli operatori della sanità non si accordano con Aran, i camici bianchi perdono la pazienza. “Vorremmo conoscere le ragioni per le quali si continua a rimandare la pubblicazione dell’atto di indirizzo del contratto dei medici e dei dirigenti della sanità”, chiedono Pierino Di Silverio, segretario di Anaao Assomed, e Guido Quici, presidente della Federazione Cimo-Fesmed, giudicando “inaccettabile dover aspettare la conclusione del comparto per iniziare a discutere di quello dei medici: se sindacati del comparto e Aran non trovano un accordo continueremo ad attendere? Chiediamo a 140mila medici e dirigenti sanitari di aspettare pazientemente il loro turno per poter vedere i dovuti aumenti in busta paga?”.

Le novità (congelare) nel contratto della sanità

Oltre agli aspetti economici, il nuovo contratto del comparto sanità introduce maggiore tutela contro le aggressioni al personale, riorganizzazione degli incarichi professionali, potenziamento della formazione e nuove misure per migliorare l’equilibrio tra vita e lavoro, in linea con quanto già previsto nel Ccnl delle Funzioni Centrali.

Aran ribadisce in una nota che il riconoscimento del ruolo degli infermieri deve puntare su un rafforzamento degli standard formativi e non su un abbassamento dei requisiti di accesso alla professione. Parallelamente, l’Agenzia propone meccanismi contrattuali per valorizzare l’esperienza professionale, anche al di là dei titoli accademici.

Le posizioni di infermieri e medici

“C’è un’ultima occasione, che secondo noi non va sprecata, per arrivare finalmente alla firma dell’intesa. Dopo 13 mesi di stallo, sarebbe un modo per risarcire i tanti lavoratori del comparto, a cominciare da infermieri e ostetriche, che vorrebbero fare affidamento su un aumento, seppure non ingente, di risorse in busta paga”, dichiara Andrea Bottega, segretario nazionale del sindacato Nursind. Convinto che il prossimo incontro sia “l’ultimo treno per la firma”.

Ben diverso il parere del presidente del sindacato Nursing Up, Antonio De Palma: “Non ci sono chiaramente le condizioni per firmare questo contratto, perché l’Aran è ferma sulle proprie posizioni, anzi addirittura ha peggiorato il testo della bozza che ci aveva presentato il 14 gennaio”, ha detto all’Adnkronos Salute.

Dal canto loro i vertici di Anaao e Cimo chiedono “di fare un ulteriore passo avanti accorpando i trienni contrattuali 2022-2024 e 2025-2027, in modo da garantire ai colleghi adeguamenti retributivi accettabili e bloccare questa intollerabile tradizione di firmare solo contratti già scaduti. Una volta definite le aree e i comparti per il triennio 2025-2027, non ci risultano ostacoli all’adozione di una decisione che sarebbe storica, e che darebbe il giusto valore a chi tutela la salute del Paese, assicurando più di 2 milioni di prestazioni gratuite al giorno”.

L’obiettivo di Aran, d’altra parte, non è un mistero: chiudere la trattativa in tempi ragionevoli. Ma, certo, le posizioni sembrano ancora distanti.

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