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TED: alla scoperta della malattia oculare tiroidea

TED
Adyen Articolo
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La voce, in questo caso quella di Francesco Pannofino, può diventare lo strumento per dare la percezione di una patologia spesso misconosciuta e, quindi, diagnosticata tardi. Così TED, acronimo per la malattia oculare tiroidea, diventa un racconto in prima persona. E, come si addice ad una condizione che ha spesso un’identità sfuggente, la storia si dipana attraverso il racconto di Pannofino, attore e doppiatore tra i più celebri in Italia, voce narrante della campagna.

Il tutto, come detto, con le immagini, grazie ad una photostory digitale in 8 episodi che permette di svelare poco alla volta l’identità della protagonista. Le immagini, generate dall’Intelligenza Artificiale, amplificano l’impatto emotivo, costruendo un mondo visivo che parla direttamente allo spettatore e invita a riflettere con uno sguardo nuovo su cosa significhi convivere con questa condizione.

Questa sorta di “Full Immersion” sensoriale caratterizza la proposta di “Ti presento TED – Malattia Oculare Tiroidea: guardiamola a vista”, campagna di sensibilizzazione promossa da Amgen Italia con il supporto di società scientifiche e associazioni pazienti attive nell’area.

Francesco Pannofino

TED è l’acronimo di Thyroid Eye Disease, ovvero malattia oculare tiroidea, una patologia autoimmune, complessa e debilitante che nei casi più gravi può causare perdita della vista, disfigurazione facciale e compromette gravemente la qualità della vita dei pazienti. L’obiettivo dell’iniziativa è duplice: contribuire a promuovere l’identità clinica della patologia e fornire strumenti utili e accessibili per supportare i pazienti nel percorso verso diagnosi più tempestive.

La campagna propone un cambio di prospettiva, attraverso un racconto in prima persona: è la malattia stessa a parlare, accompagnando il pubblico alla scoperta delle sue caratteristiche e del suo impatto reale.

I numeri

In Italia la malattia oculare tiroidea colpisce da 14.000 a 50.000 persone circa, con una prevalenza significativa tra le donne (82%), in particolare nella fascia d’età compresa tra i 30 e i 60 anni. Pur non essendo classificata come rara, è una patologia ancora poco riconosciuta e sottodiagnosticata. È una patologia spesso oggetto di confusione terminologica; è infatti conosciuta con nomi diversi, come oftalmopatia basedowiana o orbitopatia tiroidea e talvolta viene erroneamente sovrapposta alla malattia di Basedow-Graves, condizione autoimmune della tiroide.

“La malattia oculare tiroidea è una patologia ancora poco riconosciuta, così come poco chiari sono i meccanismi che la causano. Sappiamo che una risposta immunitaria anomala produce autoanticorpi che innescano processi infiammatori a carico dei tessuti dell’orbita oculare. La malattia coinvolge in particolare i muscoli extraoculari e il tessuto retro-orbitario, causando gonfiore, dolore, alterazioni della motilità oculare e, nei casi più gravi, compromissione visiva – spiega Mario Salvi, Responsabile Centro di orbitopatia basedowiana, Fondazione Irccs Cà Grande Ospedale Maggiore di Milano – Sebbene la malattia oculare tiroidea si presenti frequentemente in concomitanza con la malattia di Basedow-Graves, le due patologie sono clinicamente distinte. Inoltre, la malattia oculare tiroidea può manifestarsi anche in assenza di disfunzioni tiroidee evidenti e non tutti i pazienti con malattia di Basedow-Graves sviluppano segni oculari”.

TED: la diagnosi, un percorso a ostacoli

La diagnosi corretta e tempestiva rappresenta spesso uno dei principali ostacoli, perché i pazienti tendono a sottovalutare la progressione dei sintomi oculari in fase iniziale; inoltre, l’accesso agli specialisti può risultare poco strutturato. Una diagnosi precoce e accurata è fondamentale per identificare tempestivamente la patologia e limitare, in modo importante, la progressione verso forme più severe.

“I segni e i sintomi della malattia oculare tiroidea, soprattutto nella fase iniziale, possono essere facilmente scambiati per comuni forme di congiuntivite o per un’allergia. Questo è uno dei motivi per cui la diagnosi può essere tardiva, con il rischio di compromettere la salute visiva del paziente”, ricorda Francesco Quaranta Leoni, Referente Aimo per la Chirurgia oftalmoplastica e Responsabile del Servizio di Chirurgia Oftalmoplastica di Tiberia Hospital a Roma.

Per aiutare i pazienti a riconoscere la malattia e ad affrontarne le molteplici sfide, la campagna “Ti presento TED – Malattia Oculare Tiroidea: guardiamola a vista” mette a disposizione strumenti informativi e pratici per conoscerla e affrontarla.

“Nella mia carriera ho dato voce a tantissimi personaggi, ma non avevo mai interpretato una malattia. In ‘Ti presento TED’, la mia voce è TED: una presenza silenziosa, sfuggente che si racconta – conclude Francesco Pannofino, attore e doppiatore, voce narrante della campagna – Sono davvero felice di aver contribuito ad una campagna che, con la digital photostory e il podcast, accende i riflettori su una patologia spesso poco riconosciuta e che, proprio a causa dell’incertezza sulla sua identità, può richiedere tempi lunghi per la diagnosi, con conseguenze importanti per chi ne è colpito”.

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