Fauci: lotta a Covid fallisce senza vaccinare nei Paesi poveri

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Poco importa se gli Stati Uniti, Israele, la Germania o il Giappone termineranno in tempi record le rispettive campagne nazionali di vaccinazione anti-Covid: i Paesi sviluppati rischiano comunque di ripiombare nell’emergenza pandemica se quelli più poveri, circa il 60% della popolazione mondiale, resteranno senza accesso ai vaccini. A lanciare l’allarme questa volta è l’autorevole Council on Foreign Relations (CFR) think tank americano specializzato in studi sulle relazioni internazionali, nel corso di una panel discussion sulla pandemia a un anno dalla sua esplosione. Un evento trasmesso via podcast che ha visto il super consigliere della Casa Bianca, Antony Fauci, confrontarsi col delegato speciale dell’Unione Africana per la mobilitazione del sostegno internazionale contro il Covid-19, Tidjane Thiam e col numero uno del CFR, Richard Haass, uno degli intellettuali più ascoltati Oltreoceano.

Il primo “anniversario” della pandemia sulla carta coincide con un sostanziale successo della campagna americana di vaccinazione ma questo non dovrebbe, a detta di Fauci, far tirare un sospiro di sollievo agli Usa perché “finche’ la maggioranza della popolazione mondiale non avrà accesso ai vaccini, le varianti del Covid avranno facile presa nei paesi ricchi come in quelli poveri”.

In realtà, ha spiegato l’immunologo, gli Usa e altri Paesi sviluppati (Ue inclusa) dove le campagne vaccinali stanno dando buoni risultati, non sono neppure vicini al traguardo finche’ nel mondo, soprattutto nella sua parte più povera, ci saranno oltre 100 milioni di contagi e quindi il virus continuerà a replicarsi e a innescare una moltitudine di mutazioni. Fauci ha quindi ribadito che sulle coste Usa sono già arrivate almeno due varianti di Covid-19: quella inglese che, a suo avviso, “diventerà il ceppo dominante negli Stati Uniti entro la fine di marzo” e quella sudafricana che “è meno presente ma più preoccupante, perché più violenta della variante inglese”.

E, ancora, “non importa dove si manifestino, le varianti del Coronavirus continueranno a viaggiare e a minacciare tutto il mondo, anche i paesi coperti da vaccino”. Quello inoculato in Usa, ha continuato Fauci, sta funzionando molto bene contro la variante britannica, “ma nel caso della variante sudafricana ha dimostrato di avere una capacità di controllo considerevolmente inferiore”. Mentre la Commissione Ue è sul banco degli imputati per la propria politica di autorizzazioni all’export di vaccini, gli esperti chiamati dal Cfr prendono le distanze dalla politica “Americans first” confermata dall’Amministrazione Biden perché – insiste Fauci – “fino a quando il virus continuerà a replicarsi nuove varianti si manifesteranno e, prima o poi, ne arriverà una più mortale, più difficile da tracciare e forse anche più immune ai vaccini esistenti”.

Secondo il Cfr, solo il 14% della popolazione mondiale abita in paesi ricchi che controllano più della metà dell’offerta globale di vaccini anti-Covid, mentre il 40% del mondo povero, cioè almeno 85 paesi, non avranno accesso diffuso al vaccino fino al 2023. A fronte di questi dati gli sforzi del G20 e, in particolare, di Covax, il programma internazionale sostenuto dall’Oms per garantire un giusto ed equo accesso ai vaccini, “è solo all’inizio”, ha ammonito Thiam.

Insomma, come auspicato da Fauci, “sarebbe meglio se chi ha oggi le risorse facesse tutto ciò che è necessario – whatever it takes, appunto – per darle a chi non le ha, sia per sviluppare vaccini che per amministrarne la distribuzione”.

Oggi, ha ricordato ancora Thiam, la vera battaglia negoziale si sta svolgendo in seno al G20 “per licenziare un accordo sul debito per offrire uno spazio fiscale ai governi africani che spenderanno le loro scarse risorse nelle campagne vaccinali”. Quest’accordo e’ urgente in quanto “il continente africano è pienamente integrato nell’economia globale e con un Pil complessivo pari a oltre duemila miliardi di dollari, esercita un peso comparabile a quello dell’India”. Secondo gli esperti, quindi, un deterioramento delle condizioni sanitarie ed economiche in Africa, con l’evidente corollario della crescente instabilità politica, avrebbe un impatto devastante su tutto il mondo.

L’Amministrazione Biden ha già impegnato 2 miliardi di dollari in Covax promettendone altri due a stretto giro, ma non ha ancora investito nell’idea politicamente “molto più sensibile” d’inviare all’estero i propri vaccini. “La proposta, ha riconosciuto Haass, e’ difficile da ‘vendere” in casa nostra, tuttavia se gli Usa riusciranno a raggiungere con successo i propri target ambiziosi di vaccinazione, dobbiamo considerare seriamente di esportare altrove i nostri vaccini perché questo potrebbe esser il miglior modo per proteggerci nel lungo periodo”. In linea con quanto sostiene Bruxelles, anche per il CFR è negli interessi dei grandi produttori di vaccini, Usa e Ue, garantire il buon funzionamento della catena di approvvigionamento globale.

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