Vaccini a over 80, ancora caos in Lombardia

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Ancora caos nella somministrazione dei vaccini anti-Covid agli over-80 lombardi.
AnnaMaria vive a Milano, quartiere Bianchi. Ha 86 anni, non ha computer, né linea Internet, né cellulare. Ha aderito alla campagna di vaccinazione anti-Covid lo scorso 18 febbraio, il primo giorno di apertura del portale della Regione Lombardia. L’iscrizione agli elenchi di persone interessate a essere vaccinati gliel’ha fatta il vicino di casa, indicando di chiamarla al numero di rete fissa. A oggi nessuno l’ha contattata.

Milena vive sempre a Milano, a meno di 100 metri da AnnaMaria, anche se il suo quartiere rientra già in “Città Studi”, così come cambia il codice di avviamento postale della via: 20133 invece che 20129. Ha 81 anni, usa regolarmente il computer, le email e lo smartphone con cui condivide le foto dei suoi nipotini. Anche lei ha aderito alla campagna per i vaccini il primo giorno, grazie al figlio che l’ha iscritta. Anche lei non è stata ancora contattata.

Ieri le due signore milanesi hanno pensato di chiedere, l’una al vicino di casa e l’altra al figlio, di rientrare sulla piattaforma della Regione e inserire nuovamente il proprio codice fiscale, l’unico dato richiesto dal sistema per l’adesione alla campagna vaccinale. Sorprendentemente, il portale ha permesso una nuova adesione, apparentemente senza riconoscere che AnnaMaria e Milena erano già “iscritte”, e ha rilasciato loro una nuova ricevuta di adesione con un nuovo numero identificativo.

Viene quindi da chiedersi se il portale per i vaccini anti-Covid lombardo non stia perdendo qualche colpo. E persino se il totale delle adesioni, oltre mezzo milione dichiarato dalla Regione, sia un numero reale o non sia viziato da casistiche come queste. Oltre al fatto che l’avere più adesioni collegate a un medesimo codice fiscale potrebbe creare ulteriori problemi nel sistema di contatto degli assistiti.

Abbiamo rivolto questi dubbi direttamente a Palazzo Lombardia, dal quale riceviamo rassicurazioni: “Il sistema di raccolta delle adesioni alla campagna vaccinale, per permettere ai cittadini di modificare i propri dati, ad esempio inserire un altro numero di cellulare, mettere il fisso al posto di questo, ecc. (bisogna tenere conto che trattandosi di milioni di persone si potrebbero verificare molteplici situazioni) non impedisce di registrarsi più volte, vale però solo l’ultima registrazione e viene conteggiato unicamente il dato in base al codice fiscale. Quindi il dato delle adesioni è reale e non è assolutamente viziato”.

Ci fidiamo. Anche se qualche dubbio resta, sulla scorta dei casi di nonni inviati a centri vaccini molto lontani da casa o di persone invitate al centro vaccinale con sms inviati dopo l’orario presunto di convocazione. E soprattutto sulla scorta dell’ammissione che qualche problemino al sistema di prenotazione e gestione delle adesioni esista, fatta giusto ieri dalla Moratti intervistata a “Mezz’ora in più” da Lucia Annunziata. Défaillance che hanno giustificato il passaggio che avverrà nei prossimi 10 giorni dall’attuale gestore a una nuova presa in carico da parte di Poste Italiane.

Resta però da capire come mai dal 18 febbraio a oggi né AnnaMaria né Milena siano ancora state convocate per fare il vaccino. E con loro molti altri grandi anziani che hanno passato la soglia dei 90.

È una questione di carenza di dosi o di personale? E poi, sempre riferendosi a Milano, ci sono zone della città in cui vengono già chiamate persone prossime agli 80 anni, mentre in altre ci sono ancora ultra 90enni che sono in attesa a fronte di anziani “più giovani” già convocati.

Sembra davvero non esistere un criterio, una regola, nonostante l’indicazione iniziale fosse che le vaccinazione sarebbero iniziate con gli ultracentenari per poi scendere giù per ordine di età. Cosa sta succedendo?

Anche in questo caso è la Regione a darci lumi: “La somministrazione dei vaccini rispetta criteri anagrafici, però bisogna tenere conto anche di questioni geografiche, densità di cittadini di quella particolare fascia d’età in un particolare territorio, vicinanza dei centri vaccinali per non creare eccessivi disagi alle persone anziane negli spostamenti. Per quanto riguarda la consegna delle dosi da parte delle case farmaceutiche, come è noto sono state tagliate e questo ha prodotto un rallentamento nella vaccinazione. Vaccinazione che ricordiamo, prevede una prima e una seconda dose a scadenze fisse”.

Insomma, care AnnaMaria e Milena, non vi resta che attendere la chiamata o l’sms della Regione. Come del resto è l’unica risposta che si riesce ad ottenere dal call center regionale dedicato alle vaccinazioni. A quei nonni che amano i social, invece, non resta che consolarsi con l’hashtag #andratuttobene. Speriamo.

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