Un’app contro lo stress da Covid

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“Le guerre si perdono quando uno dei popoli si demoralizza”. La partita che, ormai da più di un anno, l’Italia e tutto il mondo stanno combattendo contro il Covid-19 si gioca anche sul piano psicologico. Lo sa bene Alessandro De Carlo, professore di Psicologica all’Università di Padova, 40 anni, che ha creato una piattaforma on line chiamata Sygmund dove è possibile, per tutti, avere assistenza psicologica on line e gestire gli aspetti emotivi legati alle ansie e alle paure, anche e soprattutto in un’azienda, generate dall’emergenza pandemica. Dall’inizio della crisi, la vita degli italiani è stata completamente stravolta.

A dimostrarlo sono i numeri. Secondo un sondaggio condotto dall’Istituto Piepoli e commissionato dal Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi, infatti, il 63% dei cittadini del Bel Paese si definisce molto o abbastanza stressato; mentre il 43% è consapevole di vivere un livello massimo di stress, a causa del Covid. Da qui nasce l’idea di creare uno strumento utile a tutti e, in modo particolare, al mondo delle imprese. Tutto ebbe inizio esattamente un anno fa: era febbraio 2020 e Vo’ Euganeo diventava, all’improvviso, da anonimo borgo sui Colli Euganei, in Veneto, uno dei teatri simbolicamente più importanti nella lotta contro il virus. Lì, infatti, si registrò la prima vittima del Coronavirus ma soprattutto, all’Ospedale di Schiavonia, si verificò un contagio fra i sanitari. “In quel contesto, Domenico Scibetta, ormai ex direttore dell’Ulss Euganea – spiega De Carlo – mi chiamò per pianificare un intervento di supporto psicologico straordinario, grazie alla tecnologia della realtà virtuale, sulle equipes di medici, infermieri e sanitari”. Tutti erano alle prese con una situazione di incertezza e l’imperativo, spiega, era “reggere l’onda d’urto Covid”. “Già psicologia e nuove tecnologie”, ci racconta con un pizzico di orgoglio, “spesso viaggiano insieme e vanno a braccetto”.

A distanza di un anno, però, le cose sono cambiate. “Oggi – continua – abbiamo più conoscenze e maggiore consapevolezza sui protocolli. Al contrario però ci sono due problemi. Uno lo definisco con questa espressione: ‘Pandemic fatigue’, una sensazione di stanchezza e sfinimento dovuto a uno stato di crisi prolungato e di cui non si intravede la fine”. Il secondo problema è l’incertezza. “Quando finirà tutto questo? – si chiede De Carlo – . Se sapessimo che finisce tra tre mesi sarebbe facile. E, invece, ci sono tante, forse ancora troppe incognite, sul futuro”. E’ come essere, quindi, sospesi nel tempo, in attesa che torni la cosiddetta ‘normalità’.

Ed è in questo contesto, certo non facile, neppure per le aziende, che entra in gioco l’aiuto psicologico.
“Oggi – afferma De Carlo, founder di Sygmund – c’è molto interesse sulla salute mentale e psicologica dei dipendenti”. E così mentre prima lo psicologo era una figura pensata solo per Recruiting e Risorse umane, oggi, si registra, in Italia, così come nel resto del mondo occidentale, un aumento di richieste di psicologi del lavoro. “Da anni porto avanti il concetto di ‘salute organizzativa’ – spiega De Carlo, che insegna Psicologia del Lavoro e delle organizzazioni al Bo di Padova -. Con Sygmund intendiamo connettere le persone e gli psicologi grazie a tre semplici click. L’offerta è chiara: si tratta di un ciclo di consulenze psicologiche (da 5 a 8 sedute) rivolto alle aziende e ai propri organici”.

Come funziona? “Nel caso dell’azienda, dopo una prima seduta in cui ci presentiamo, noi forniamo dei codici e, a quel punto, ciascun dipendente, manager o figura apicale entra nella nostra piattaforma, inserisce la sua ‘password’ e fa la sua consulenza psicologica one-to-one, coperta da privacy e segreto professionale”, ci spiega. Gli utenti hanno persino la possibilità di scrivere una ‘recensione’ sul professionista che ha dato loro supporto, non in pubblico, ma segnalando le impressioni al responsabile scientifico del progetto.

I dati aggregati sull’organizzazione vengono poi inseriti in un report che gli psicologi di Sgymund inviano all’azienda in modo tale da aggiornarla su eventuali problematicità da superare. “Il nostro è uno sportello virtuale, ma soprattutto deve essere un luogo sicuro per intercettare il disagio delle persone”, chiarisce. E’ tempo di intervenire sull’emergenza Covid in relazione a più aspetti, non solo epidemiologici, ma anche e soprattutto psicologici e mentali. Anche stavolta – è proprio il caso di dirlo – la chiave della vittoria, in guerra, è nel morale delle truppe.

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