Torna l’ora legale, perché fa bene a salute ed economia

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Nella notte fra sabato 27 e domenica 28 marzo torna l’ora legale. Con buona pace di ‘gufi’ e ‘allodole’ lancette si spostano avanti di un’ora. Risultato? Si dorme meno ma si guadagna non solo luce gratis in più, “ma anche in salute e buonumore. Ecco perché non capisco come mai si debba parlare ancora di ora solare e ora legale”. A sottolinearlo è il pediatra Italo Farnetani, docente alla Libera Università Ludes di Malta ed esperto di cronobiologia, da anni sostenitore dell’ora legale tutto l’anno.

“Perché rinunciare ad avere un’ora di luce in più ogni giorno, sapendo che l’alternanza fra giorno e notte è il principale sincronizzatore naturale dell’organismo e che la luce stimola l’epifisi che, di fatto, attiva l’intero organismo dando benessere, ottimismo e, in una parola, salute?”, si chiede.

“Sono anni che, in occasione dell’ultima domenica di marzo o di ottobre, quando, come previsto dalla legge, c’è il cambio dell’ora, mi auguro che finisca questo stress per il corpo umano: cioè che finalmente si prenda una decisione scegliendo di mantenere l’ora legale per tutto l’anno”.

Sembrava che fosse la volta buona quando nel 2019 è arrivato il parere del Parlamento Europeo che invitava gli Stati a scegliere una modalità anziché un’altra. “Ma in Italia ha prevalso il cerchiobottismo – sostiene Farnetani – o meglio la volontà di non decidere. E questo è inspiegabile e dannoso, perché i vantaggi dell’ora legale presente tutto l’anno sarebbero più importanti per la salute rispetto addirittura a quelli economici o di tutela dell’ambiente”.

Ma quali sono questi vantaggi? “Indubbiamente un’ora in più di luce naturale determina un notevole risparmio energetico ed economico – spiega Farnetani infatti è stato calcolato che dal 2004 al 2020 si siano risparmiati 1,7 miliardi di euro per il minor consumo di energia elettrica, pari a 400 milioni di kWh, il che equivale al consumo elettrico di una città di 300.000 abitanti. Per questo mi meraviglio che gli ecologisti non abbiano appoggiato con forza una tale situazione di vantaggio per l’ambiente. Così diminuisce l’entropia del pianeta, perciò mi sarei aspettato di vedere almeno qualche sit-in di protesta per il cambio d’ora, ma non è successo”.

La scelta di mantenere o abolire il cambio dell’ora ha soprattutto una grande ricaduta sulla salute. “Ma anche per questo aspetto, tanto caro alle persone, si è sentito solo qualche ‘cinguettio'”.

L’alternanza buio-luce, perciò notte-giorno, “è il principale sincronizzatore naturale cioè è quello che regola i ritmi circadiani dell’organismo, in pratica l’orologio biologico che organizza tutte le funzioni dell’organismo che cambiano nell’arco delle 24 ore”, ricorda il pediatra

Consideriamo che “il primo consiglio per dormire bene è quello di mantenere la regolarità degli orari in cui ci si addormenta. Dunque è ovvio che cambiarli repentinamente significa sottoporre l’organismo a una situazione stressante e dannosa che si presenta due volte all’anno, e determina disturbi che possono durare anche per tre settimane. Senza dubbio il cambio dell’ora non fa bene a nessuno”.

La notte del cambiamento passa liscia, perché la sera del sabato si va a dormire alla solita ora e al mattino non c’è la sveglia “pertanto non ci si accorge di nulla. Ma i problemi – prevede il pediatra – arriveranno la domenica sera, quando si sa che inesorabilmente ci si dovrà svegliare alla solita”

E arriva il dilemma: si deve andare a dormire con l’ora solare o con quella corrente?La seconda opzione è la più logica perché la sveglia suonerà all’ora “legale”. Ecco allora che cosa succederà. Andando a letto di fatto un’ora prima, come avviene a marzo, si rischia di avere difficoltà ad addormentarsi e favorire l’insonnia, che il principale disturbo del sonno. Mentre andando a letto un’ora più tardi, come succederà a ottobre, si rischia di dormire male e avere sonnolenza il giorno dopo. Mi domando ancora una volta: perché andare a disturbare le fasi del sonno?”, si chiede Farnetani.

Per cercare attenuare il disagio “ecco due consigli. A marzo – raccomanda Farnetani – si dovrà andare a letto alla consueta ora a cui siamo abituati, in pratica cioè, con l’ora legale un’ora più tardi, e si dovrà scalare venti minuti al giorno, in modo da abituarsi progressivamente all’ora legale. L’ultima domenica di ottobre poi, le lancette dovranno essere portate indietro di un’ora perciò si dovrà andare a letto un’ora prima e scalare dieci minuti al giorno, per sei giorni, fino a raggiungere la solita ora dell’addormentamento”.

“Con l’introduzione dell’ora legale – continua il pediatra – si ha il vantaggio di avere un’ora di luce in più e la possibilità di vivere un’ora in più all’aria aperta, che si apprezza ancor di più adesso che ne siamo privati, piuttosto che in passato quando si dava tutto per scontato. Pertanto la richiesta di mantenere l’ora legale tutto l’anno resta: è un investimento e una sicurezza per il dopo pandemia”.

La vita all’aria aperta è infatti un toccasana. “Già alla fine dell’800, quando si sono iniziate a studiare le malattie del sangue e, al microscopio, i globuli rossi, si è notato che la vita l’aria aperta ne determinava un aumento. Allora era la principale forma di cura per curare e risolvere l’anemia. Ancora oggi è una valida forma di prevenzione, perché per la cura, per fortuna, abbiamo grandi risorse terapeutiche, ma la vita all’aria aperta resta la migliore arma per combattere la vita sedentaria, che può determinare l’aumento del rischio di sovrappeso e obesità, ma anche la tendenza all’isolamento e all’uso eccessivo di smartphone, computer, tablet e televisione”.

L’ora legale determina vantaggi non solo nel periodo primavera-estate, ma anche in autunno-inverno. “Con la bella stagione c’è un’ora di luce in più dopo l’orario di lavoro o dopo aver terminato i compiti, ma ugualmente nei periodi con clima più freddo si ritarda di un’ora l’arrivo delle temperature più rigide della notte – spiega Farnetani – Perciò anche nella brutta stagione si ha il vantaggio di avere a disposizione un’ora nel pomeriggio, con il clima più mite”.

Il risultato sarà che le persone avranno uno stimolo maggiore – virus permettendo – a stare fuori casa. “Questo è un vantaggio anche economico, perché è ovvio che la possibilità di uscire sicuramente incrementerà i consumi e farà girare l’economia, una volta che la pandemia sarà sotto controllo”.

Per gli alunni delle scuole c’è un vantaggio in più, legato ai ritmi di apprendimento e di studio.Al mattino fino alle dieci non sono ancora svegli completamente, pertanto la luminosità o meno al risveglio è piuttosto ininfluente, mentre il periodo di massimo apprendimento è alla fine della mattinata e nelle prime ore del pomeriggio, pertanto quando tornano a casa da scuola occorrerebbe svolgere i compiti assegnati. Purtroppo in questa fase di miglior apprendimento coincide con la fascia oraria in cui è ancora giorno, ma finiti i compiti è divenuto buio. Dunque anche in questo caso riuscire a ritardare l’imbrunire di un’ora, si traduce in un’opportunità in più di stare all’aria aperta”.

In conclusione mantenere l’ora legale tutto l’anno presenta solo vantaggi, secondo Farnetani. “Mentre il cambiamento di orario determina uno stress che favorisce oltretutto la suscettibilità alle infezioni. Per garantire il diritto costituzionale alla salute – conclude dunque l’esperto – invito la classe politica a provvedere già da ora per abolire l’ora solare dal prossimo mese di ottobre. Non sappiamo ancora a che punto sarà la pandemia, ma sicuramente non ne saremo fuori. E un’ora di luce in più potrebbe rivelarsi davvero utile”.

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