Appello, parrucchieri ed estetisti aperti in zone rosse

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È l’abusivismo che favorisce il contagio. Con questa convinzione Cosmetica Italia chiede con forza di riaprire parrucchieri ed estetisti anche nelle zone rosse, rispettando tutte le misure anti-Covid. Per consentire lo svolgimento delle attività e “garantire un servizio essenziale”. Contrastando allo stesso tempo i rischi collegati all’abusivismo.

Un appello che segue le proteste dei clienti di parrucchieri e centri estetici, ormai abituati alle misure anti-Covid adottate nei saloni e costretti a ricorrere di nuovo al ‘fai da te’, in un’Italia dove le regioni rosse nelle ultime settimane si sono moltiplicate.

“Bisogna tutelare la salute della popolazione: consentire la riapertura dei saloni di acconciatura ed estetica sull’intero territorio nazionale sarebbe una decisione strategica per interrompere il dilagare dell’esercizio abusivo e non regolamentato di queste professioni, fenomeno che non solo causa danni economici e occupazionali, ma che alimenta il diffondersi del contagio che le stesse norme vorrebbero limitare”, dichiara dichiara Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia. Insomma, mentre parrucchieri e centri estetici sono chiusi, c’è qualche abusivo che lavora in nero e senza rispettare le misure anti-Covid.

Sono giorni cruciali, in cui sono in fase di definizione le indicazioni che aggiorneranno le restrizioni ad attività ed esercizi commerciali per le prossime settimane col Dpcm che entrerà in vigore dal 7 aprile. “Un momento in cui riteniamo fondamentale richiamare l’attenzione sui saloni di acconciatura ed estetica che, a seguito delle misure indicate nel Dpcm del 6 marzo, sono stati chiusi nelle zone rosse. Fin dallo scorso anno parrucchieri ed estetisti hanno dimostrato massima attenzione, investendo e operando nel rispetto della sicurezza attraverso l’implementazione delle già severe norme igienico-sanitarie normalmente applicate con protocolli anti-Covid-19 aggiuntivi”.

Cosmetica Italia chiede dunque di concedere la riapertura di tutti i parrucchieri e i centri estetici, anche in zona rossa. “Una misura aggiuntiva per aumentare ulteriormente il livello di protezione potrebbe essere quella di non consentire, in questi territori, lo svolgimento di quei trattamenti che comportino l’impossibilità di indossare la mascherina o altri dispositivi di protezione individuale da parte dei clienti. Ciò permetterebbe a queste attività di lavorare con un ulteriore grado di sicurezza”, continua Ancorotti.

Il settore cosmetico è stato duramente colpito dalla pandemia. Le ultime rilevazioni sul 2020 condotte dal Centro Studi di Cosmetica Italia segnalano una contrazione del 12,9% per il fatturato globale del settore rispetto al 2019. Negativi anche il mercato interno (- 9,9%) e le esportazioni (-16,7%).

L’attività di parrucchieri e centri estetici genera un volume di affari che supera i 6 miliardi di euro e impiega oltre 263.000 addetti in un totale di 130.000 saloni. Il 90% di queste 130.000 attività è costituito da unità con 2 persone occupate in media, capaci di generare fatturati e margini appena sufficienti a garantire la gestione giornaliera dell’esercizio. L’importanza delle riaperture ha quindi significative ricadute economiche ed occupazionali su questi canali e su tutta la filiera a essi correlata.

I dati congiunturali sul 2020 segnalano oltretutto per il canale acconciatura una contrazione del 28,5%, con un valore dei cosmetici utilizzati in salone che si ferma a 412 milioni di euro, mentre quella dei centri estetici, del 30,5%, porta a fine anno il valore della domanda a poco più di 165 milioni di euro.

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