Covid
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Un quadro in lento miglioramento, quello di Covid-19 in Italia. Ma secondo gli esperti è ancora presto per abbassare la guardia. Anche perché, mentre la vaccinazione procede senza grosse accelerazioni, c’è l’incognita delle varianti.

Vediamo però quello che sappiamo finora. L’indice di trasmissibilità Rt calcolato sui casi sintomatici “è stato pari a 0,85, in diminuzione rispetto alla settimana precedente e sotto l’uno anche nel limite superiore”, come si legge nella bozza del monitoraggio del report settimanale Iss-ministero della Salute relativa alla settimana dal 5 all’11 aprile, anticipata dall’Adnkronos Salute.

La situazione non è però uniforme. “Cinque Regioni e Province autonome hanno un Rt puntuale maggiore di uno. Tra queste, la Sardegna, ha una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 3. Due Regioni – Sicilia e Valle d’Aosta – hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2″.

E a preoccupare, ancora una volta, sono le varianti. “L’ampia diffusione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità richiede l’applicazione delle misure utili al contenimento del contagio”.

“L’incidenza – si legge nella bozza – è in lenta diminuzione ma ancora molto elevata per consentire sull’intero territorio nazionale una gestione basata sul contenimento, ovvero sull’identificazione dei casi e sul tracciamento dei loro contatti. Di conseguenza, è necessario ridurre rapidamente il numero di casi anche con misure di mitigazione volte a ridurre la possibilità di aggregazione interpersonale”.

“La ormai prevalente circolazione in Italia di una variante virale caratterizzata da una trasmissibilità notevolmente maggiore impone un approccio di particolare cautela e gradualità nella gestione dell’epidemia”, si spiega.

Nell’ultima settimana, compresa tra il 5 e l’11 aprile, si osserva comunque un’ulteriore diminuzione del livello generale del rischio, con una Regione (Calabria) che ha un livello di rischio alto, 16 con una classificazione di rischio moderato (di cui 4 ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e tre Regioni (Abruzzo, Campania, Veneto) e una Provincia Autonoma (Bolzano) che hanno una classificazione di rischio basso. Elementi importanti in vista dei nuovi colori delle regioni.

“Si conferma la criticità del sovraccarico diffuso dei servizi assistenziali, con un tasso di occupazione a livello nazionale al sopra della soglia critica sia in terapia intensiva (39%) che in area medica (41%)”. I dati più aggiornati danno comunque questi indici in calo, ieri infatti la percentuale media delle terapie intensive per pazienti Covid era del 37% (ovvero 7 punti percentuali sopra la soglia critica del 30%), mentre quella dei reparti ordinari è scesa al 39%, ovvero sotto la soglia critica fissata al 40%.

Nel nostro Paese, inoltre, “si osserva una forte diminuzione nel numero di nuovi casi” di Covid-19 “non associati a catene di trasmissione”. Nella settimana tra il 5 e l’11 aprile sono 32.921, contro i 46.302 della settimana precedente. Migliora il tracciamento e un nuovo contagio su 4 (24,9%) è stato diagnosticato attraverso l’attività di screening. La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in aumento (37,0%, a fronte del 34,9% della scorsa settimana). È, invece, in lieve diminuzione il numero di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (38,1% contro il 39,6%).

Continua a calare, infine, l’incidenza di Covid-19, che si attesta a 182 nuovi casi ogni 100mila abitanti, rispetto ai 185 della settimana precedente. Complessivamente, però, l’incidenza resta elevata e ancora ben lontana da livelli (50 per 100.000) “che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti”.

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