Brevetti sui dispositivi medici, Italia quarta in Ue

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Cresce la creatività tricolore nel settore dei dispositivi medici. Secondo i dati elaborati dal Centro studi di Confindustria Dispositivi medici – in occasione della Giornata mondiale dell’innovazione e della creatività l’Italia è infatti quarta nella Ue e dodicesima a livello mondiale per numero di brevetti nel settore dei dispositivi medici. Fuori dal podio, dunque, ma non lontanissima dal terzetto primatista Usa, Giappone e Cina.

Non solo. I brevetti presentati dalle imprese italiane hanno un ottimo tasso di approvazione, spesso superiore alla media europea, a riprova della capacità di innovazione delle nostre imprese. In termini di crescita, il settore delle tecnologie mediche rimane quello in cui sono confluite la maggior parte delle richieste di brevetti a Epo (l’Ente europeo per i brevetti).

Ma da dove arrivano le domande di brevetti? Dal punto di vista territoriale, si osserva una forte concentrazione delle attività di ricerca e sviluppo in 4 Regioni: Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Toscana (che raggiungono il 54% del totale), a conferma che questo comparto, per consolidarsi, non richiede solo le imprese che effettivamente svolgono attività di ricerca, ma anche una rete di imprese affini alle attività di ricerca (cluster). Insomma, se ci si unisce e ci si organizza i brevetti crescono.

Ma di che numeri parliamo? Il settore dei dispositivi medici in Italia genera un mercato che vale 16,7 miliardi di euro tra export e mercato interno, e conta 4.323 aziende, che occupano 94.153 dipendenti. Si tratta di un tessuto industriale molto eterogeneo, altamente innovativo e specializzato, dove le piccole aziende convivono con i grandi gruppi.

In Italia la spesa sanitaria pubblica in dispositivi medici e servizi pesa solo per il 7% e si è ridotta di quasi un punto percentuale rispetto all’anno precedente. E la spesa pubblica pro capite in dispositivi medici è in media di 102 euro, valore inferiore alla media dei principali Paesi europei.

Interessante il quadro che emerge dal confronto regionale: in regioni con una Sanità privata molto diffusa la spesa in dispositivi medici pro capite è molto bassa, mentre in regioni dove la Sanità pubblica funziona bene la spesa è maggiore.

Le start-up e Pmi innovative attive nel settore sono 329: 156 start-up e 79 PMI innovative. Gli ambiti interessati sono: biotecnologie, stampa 3D, robotica, materiali avanzati, Ict, fotonica e nanotecnologie.

“Se con la pandemia il Governo ha capito che il settore dei dispositivi medici è strategico per il Paese e ha detto di voler investire per creare sviluppo delle nostre imprese in Italia, sostenere la ricerca è una strada obbligata”, sottolinea il presidente di Confindustria Dispositivi medici, Massimiliano Boggetti,

“A livello mondiale quello dei dispositivi medici è uno dei settori produttivi di maggior sviluppo e uno dei suoi principali elementi distintivi è l’innovazione. Innovazione vuol dire brevetti, e in questo settore molto c’è ancora da fare per la tutela della proprietà intellettuale. La natura specifica delle tecnologie, la genesi della realizzazione prototipale e dei processi produttivi, sono tali per cui è di estrema importanza una decisa azione politica per la difesa e il supporto allo sviluppo del comparto, soprattutto oggi davanti alle nuove sfide pandemiche mondiali”.

“Il settore dei dispositivi medici – rileva Boggetti – è altamente innovativo e richiede importanti investimenti in R&S, ridotti negli ultimi anni per via di una tassazione tra le più alte rispetto ai grandi Paesi e in Italia rispetto ad altri comparti, da un payback che in assenza di un decreto attuativo pesa sui nostri bilanci senza aver fatto arrivare un euro allo Stato e rischiamo che nella legge delega in via di approvazione “passi” il balzello dello 0,75% sui ricavi delle nostre imprese, che paradossalmente andrebbe a cofinanziare i controlli sul nostro comparto”.

La ormai prossima introduzione di nuove regole comunitarie a maggio 2021 per la commercializzazione dei dispositivi medici “prevede nuove regole per la validazione e il monitoraggio dei dispostivi medici. Ciò rende ancor più oneroso l’impegno dei produttori piccoli e medi e alcuni rischiano addirittura di non riuscire a far fronte ai costi e chiudere. Da questa necessità è nato Primary Site, progetto che si impegna a costituire un’area fisica e virtuale di collaborazione tra Confindustria Dispositivi medici, Confindustria Dispositivi Medici Servizi, Milan Innovation District e Irccs Galeazzi, per garantire il supporto concreto, pratico e teorico per l’iter di validazione e di monitoraggio a Pmi e start-up”, conclude Boggetti.

Proprio in tema di innovazione, diamo conto di un progetto di ricerca che punta a diagnosi rapide e precoci in campo oculistico grazie all’eye detection.

Modis, società specializzata di The Adecco Group e leader globale nella consulenza in It ed Engineering, è infatti in prima linea nel progetto europeo Fractal, che vede l’applicazione dell’Intelligenza artificiale in ambito biomedicale grazie alla lettura dell’iride tramite l’analisi delle reti frattali. Il progetto ha come obiettivo principale di favorire la diagnosi precoce di molte anomalie e patologie in campo oculistico.

Fractal è un progetto europeo partito nel 2020, a cui collaborano 28 partner in 7 Paesi. In particolare, Modis è al lavoro per studiare e sviluppare un ecosistema applicativo che possa leggere le immagini del fondo oculare per riconoscere e selezionare le parti che lo compongono, focalizzarsi sulla pupilla e l’iride per tracciarne il movimento e la posizione e studiarne la simmetria, progredire nel campo diagnostico e della segmentazione dell’occhio, che attualmente viene eseguita manualmente. Insomma, leggere negli occhi i primi segni di anomale, per interventi il più possibile precoci.

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