Italia in coda in Ue per vaccini Covid a 60-79 anni

quarantena Covid
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Continua la lenta discesa dei nuovi casi di Covid in Italia, e aumentano le coperture vaccinali. Ma il nostro Paese rimane agli ultimi posti in Europa per la somministrazione dei vaccini anti-Covid alle fasce 60-69 e 70-79 anni. Lo rileva il monitoraggio della Fondazione Gimbe, che contribuisce a spiegare perché in Italia continuiamo a registrare oltre 300 morti al giorno. Ben più di Paesi europei che, pure, ci superano quanto a nuovi casi di infezione.

Ma vediamo, nei dettagli, il quadro che emerge dalla monitoraggio Gimbe. L’analisi conferma, nella settimana 21-27 aprile, la riduzione di nuovi casi (-7,7%) e dei decessi (-10,5%), anche se sul fronte vaccini il target delle 500 mila somministrazioni al giorno è ancora lontano. E se nel confronto con gli altri Paesi europei l’Italia sale in classifica per la copertura degli over 80, si colloca al quartultimo posto per le fasce 60-69 e 70-79. Soggetti a rischio in caso di contagio da Covid-19, ricordiamolo.

 

vaccini Covid

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“Come atteso – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – continua la lenta e progressiva discesa dei nuovi casi settimanali, frutto delle restrizioni di un’Italia tutta rosso-arancione delle scorse settimane, che proseguirà verosimilmente ancora fino a metà maggio. Oltre 448 mila casi attualmente positivi confermano, tuttavia, che la circolazione virale nel nostro Paese è ancora molto elevata”.

Il dato nazionale risente di situazioni regionali piuttosto eterogenee: la variazione percentuale dei nuovi casi aumenta in 3 Regioni e crescono i casi attualmente positivi in 5 Regioni.

“Il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica e terapia intensiva – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi sanitari della Fondazione Gimbe– continua a scendere, anche se il numero di pazienti ospedalizzati rimane elevato”. In Area medica la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 29.337), con una discesa del 26,6% in 21 giorni. L’occupazione da parte dei pazienti Covid supera ancora il 40% in 2 Regioni.

In terapia intensiva la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 3.743), con una discesa del 30,8% in 21 giorni; i numeri assoluti rimangono elevati (2.748 posti letto occupati), determinando il superamento della soglia di saturazione del 30% ancora in 7 Regioni . “Continua la discesa anche per i nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – con una media mobile a 7 giorni di 150 ingressi/die, che dal picco del 27 marzo (n. 270) sono diminuiti dell’80% nell’ultimo mese”.

Quanto alle consegne dei vaccini, al 28 aprile (aggiornamento ore 6.10) risultano consegnate il 29,5% delle dosi previste per il 1° semestre 2021: 22.463.020 dosi, di cui 2,2 milioni di Pfizer-BioNTech non ancora inserite nel database. “Le consegne dei vaccini stanno aumentando – spiega Cartabellotta – ma l’incremento settimanale non è costante e ancora lontano da quota 3,5 milioni di dosi, indispensabili per raggiungere il target di 500 mila somministrazioni al giorno”.

Al 28 aprile (aggiornamento ore 6.10), il 22% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (13.072.472) e il 9,1% ha completato il ciclo vaccinale (5.430.357), con differenze regionali che si vanno progressivamente appiattendo.

Le somministrazioni continuano gradualmente a salire, sia guardando al numero delle dosi settimanali (+10,7% negli ultimi 7 giorni), sia alla media mobile a 7 giorni aumentata da 324.081/die (20 aprile) a 355.582/die (27 aprile). “Nonostante questo incremento – commenta Gili – il numero di vaccinazioni giornaliere non raggiunge i target definiti per la settimana 22-29 aprile dal Commissario Straordinario, documentando difficoltà organizzative in alcune Regioni nella somministrazione tempestiva delle dosi disponibili. Si conferma inoltre una netta riduzione delle inoculazioni nei giorni festivi”.

Non mancano però le note positive: la vaccinazione degli over 80 è ormai in dirittura di arrivo. D’altra parte le coperture della fascia 70-79 e, soprattutto della fascia 60-69, sono ancora limitate per avere un impatto rilevante su ricoveri e terapie intensive.

Degli oltre 4,4 milioni di over 80, 2.688.321 (60,8%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.118.950 (25,3%) hanno ricevuto solo la prima dose. Ai soggetti fragili e loro caregiver sono state somministrate 2.627.502 dosi, su cui è impossibile effettuate ulteriori analisi, perché per questa categoria non è noto il denominatore totale e la sua distribuzione regionale, né la suddivisione tra 1a e 2a dose.

Per la fascia 70-79 anni, oltre 5,9 milioni di persone, solo 452.245 (7,6%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.794.681 (46,8%) hanno ricevuto la prima dose. Mentre per la fascia 60-69 anni, degli oltre 7,3 milioni, 524.584 (7,1%) hanno completato il ciclo vaccinale e 1.415.535 (19,2%) hanno ricevuto solo la prima dose.

Si tratta, come detto, di soggetti più a rischio in caso di Covid-19. Ma come si stanno muovendo gli altri Paesi? Secondo i dati dell’Ecdc (il Centro europeo per il controllo delle malattie), per gli over 80, pur rimanendo lontana da Paesi che hanno superato il 95% di copertura, l’Italia ha guadagnato diverse posizioni.

Mentre per le fasce d’età 70-79 e 60-69 anni, il nostro Paese si attesta solo al quartultimo posto. Per i 70-79, se da noi il 50% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino, ben 19 Paesi hanno superato almeno il 60% e 8 l’80%. Per i 60-69 ci fermiamo a quota 22,5% con almeno una dose, mentre 14 Paesi hanno già superato il 40% e 4 il 50%.

“Purtroppo il vero cambio di passo nella vaccinazione delle fasce fragili – conclude Cartabellotta – è avvenuto solo a partire dalla seconda metà di marzo e l’utilizzo improprio dei vaccini durante il primo trimestre da un lato rende meno sicure le riaperture, dall’altro non ci fa ben figurare in Europa nel confronto con altri Paesi”.

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