Vaccini Covid, si allunga il richiamo con Pfizer e Moderna

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Si allunga l’intervallo tra prima e seconda dose per i vaccini anti-Covid Pfizer-BioNTech e Moderna. Lo prevede la nuova circolare del ministero della Salute, firmata dal direttore generale della Prevenzione Giovanni Rezza, che trasmette il parere del Comitato tecnico scientifico (Cts) sulle seconde dosi di questi due vaccini.

Il lasso di tempo, in pratica, raddoppia: i richiami vengono raccomandati a 42 giorni. Mentre si conferma che chi ha già ricevuto la prima dose del vaccino di AstraZeneca senza incappare in gravi trombosi, può ricevere la seconda dose di Vaxzevria.

Obiettivo, par di capire, un’ulteriore accelerazione della campagna vaccinale. “In relazione all’evoluzione nella conduzione della campagna vaccinale contro Sars-CoV-2 – si legge infatti in un estratto del verbale del Comitato, datato 30 aprile e riportato da Adnkronos Salute – il Cts rimarca che rimane una quota significativa di soggetti non vaccinati che, in ragione di connotazioni anagrafiche o per patologie concomitanti, sono a elevato rischio di sviluppare forme di Covid-19 marcatamente gravi o addirittura fatali”.

“Sulla scorta di questa considerazione, pur a fronte di studi registrativi che indicano come l’intervallo tra la prima e la seconda dose dei vaccini a Rna (Pfizer/BioNtech e Moderna) sia di 21 e 28 giorni rispettivamente, è raccomandabile un prolungamento nella somministrazione della seconda dose nella sesta settimana dalla prima dose”.

Ma quali effetti potrebbe avere questa decisione sull’efficacia dei vaccini? “La somministrazione della seconda dose entro i 42 giorni dalla prima non inficia l’efficacia della risposta immunitaria; la prima somministrazione di entrambi i vaccini a Rna conferisce già efficace protezione rispetto allo sviluppo di patologia Covid-19 grave in un’elevata percentuale di casi (maggiore dell’80%) – scrivono gli esperti – in uno scenario in cui vi è ancora necessità nel Paese di coprire un elevato numero di soggetti a rischio di sviluppare forme gravi o addirittura fatali di Covid-19, si configurano condizioni in cui è opportuno dare priorità a strategie di sanità pubblica che consentano di coprire dal rischio il maggior numero possibile di soggetti nel minor tempo possibile“, spiegano.

Insomma, l’obiettivo è applicare il ‘modello inglese’ e aiutare i vaccinatori a fronteggiare eventuali ritardi nelle consegne. “Il parere – precisa il Cts – potrà in futuro essere supportato da ulteriore approfondimento epidemiologico”.

Inoltre si conferma il via libera alla seconda dose del vaccino anti-Covid di AstraZeneca per chi ha ricevuto la prima senza gravi problemi.

“Il Cts – si legge in un estratto del verbale del Comitato, datato 30 aprile – ritiene che, sulla scorta delle informazioni a oggi disponibili sull’insorgenza di trombosi in sedi inusuali (trombosi dei seni venosi cerebrali, trombosi splancniche, trombosi arteriose) associate a piastrinopenia, riportate essersi verificate solamente dopo la prima dose del vaccino di AstraZeneca, i soggetti che hanno ricevuto la prima dose di questo vaccino senza sviluppare questa tipologia di eventi non presentano controindicazione per una seconda somministrazione del medesimo tipo di vaccino”.

Anche questa posizione -potrà essere eventualmente rivista, “qualora dovessero emergere evidenze diverse nelle settimane prossime venture, derivanti in particolare dall’analisi del profilo di sicurezza del vaccino nei soggetti che nel Regno Unito hanno ricevuto la seconda dose”.

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