Covid, funziona impianto per ossigeno donato a Nuova Delhi

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Ci sono volute solo quarantotto ore per allacciare e mettere in funzione l’impianto che produrrà ossigeno nell’ITBP Hospital di Greater Noida, alle porte di Nuova Delhi, donato dall’Italia nel quadro soccorsi inviati dopo la recente impennata di contagi da Covid-19 in India.

Un’installazione avvenuta “in tempi record”, ha evidenziato l’Ambasciatore italiano a Nuova Delhi, Vincenzo De Luca, congratulandosi con il team composto in gran parte dal personale della Maxi Emergenza-118 della Regione Piemonte e coordinato da Mario Raviolo del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile.

Covid delegazione italiana

 

L’impianto donato era in funzione nell’ospedale da campo delle ex Officine Grandi Riparazioni di Torino, il complesso sanitario temporaneo realizzato l’anno scorso, in soli 12 giorni, per i pazienti affetti da Covid. “E’ un impianto unico in Italia – ha precisato Raviolo – uno dei dodici al mondo EMT2 (Emergency Team Type 2), il primo a esser stato certificato dall’Oms”.

Il sistema nello specifico riesce ad autoprodurre ossigeno utilizzando la tecnologia della Pressure Swing Adsorption (Psa) capace di generare fino a 61.800 litri di ossigeno all’ora da destinare a 68 pazienti intubati, oppure a 17 caschi Cpap al alto flusso o a 103 pazienti in ossigenoterapia.

“Si tratta – spiegano i tecnici del team – di un concentratore d’ossigeno, uno strumento innovativo per somministrare ai pazienti ossigeno terapeutico al 93% (n.d.r. solitamente gli ospedali utilizzano quello al 99%), che si è rivelato molto utile anche in altri contesti, per attrezzare e rendere autosufficienti le strutture ospedaliere alle prese con gravi emergenze, specie quando si trovano in località lontane e non facili da raggiungere”.

Il problema della carenza d’ossigeno è uno dei più allarmanti nel Continente indiano, dove un sistema sanitario già provato è stato letteralmente travolto nelle ultime settimane dal boom di contagi da Covid-19 e si trova tuttora al collasso.

“La difficoltà che stiamo incontrando in India – ha proseguito Raviolo – è quella delle elevatissime temperature: oggi per garantire il funzionamento continuo dell’impianto e quindi la somministrazione dell’ossigeno ai pazienti abbiamo dovuto staccare due impianti di condizionamento d’aria, sennò si rischiava un blackout”.

Benché sia riuscita ad adattare velocemente l’impianto all’ITBP Hospital, la squadra EMT2 della Regione Piemonte non può abbassare la guardia ne’ anticipare la data del rientro in Italia perché, ha chiarito Raviolo, “qui c’è ancora tanto lavoro per ottimizzare la struttura ospedaliera e migliorare i margini di cura ai pazienti Covid”.

I numeri dell’emergenza sanitaria nel Continente indiano, infatti, parlano da soli: solo nell’ultima settimana è stata registrata una media quotidiana di circa 385 mila contagi (con 4 mila decessi al giorno da infezione) e quindi la temuta variante ha fatto esplodere i casi di Covid accertati nel Paese dall’inizio della pandemia a oltre 21 milioni.

L’impianto di autoproduzione dell’ossigeno permetterebbe tuttavia di realizzare importanti economie e rispondere efficientemente anche a catastrofi di queste proporzioni. Per questo si è assistito alla sua rapida diffusione: in Italia, soprattutto in Piemonte, e in paesi come Canada e Australia, dove le difficili condizioni meteorologiche e stradali, con le grandissime distanze tra le città, rendono difficile il regolare approvvigionamento d’ossigeno delle strutture ospedaliere.

Nel caso dell’India, queste difficoltà oggettive si sommano a un’emergenza sanitaria ancora più delicata e complessa, una situazione tale da giustificare la corsa alla solidarietà internazionale, tanto dei governi quanto di grandi corporation come la giapponese Suzuki, che nei giorni scorsi ha temporaneamente sospeso la produzione in tre dei suoi impianti in India per consentire la produzione extra di ossigeno.

Il punto di forza del generatore d’ossigeno donato dal Piemonte – spiegano ancora gli esperti – è quello di poterlo produrre in loco abbattendo i costi e, soprattutto, i rischi connessi al trasporto di bombole o di ossigeno allo stato liquido. I risultati ragguardevoli raggiunti all’Ospedale di Venaria, in provincia di Torino (n.d.r. il primo in Italia ad utilizzare il sistema), insieme all’analisi confortante del rapporto tra costi e rischi associati a questa tecnologia, hanno successivamente portato il sistema anche negli ospedali di località montane come Torre Pellice e Pomaretto, sempre in Piemonte.

E il monitoraggio sul funzionamento in questi contesti, secondo quanto pubblicato dalla rivista specializzata eHealth, avrebbe evidenziato altri vantaggi tangibili connessi al sistema Psa. Utilizzando l’aria dell’ambiente, le cui componenti sono assorbite e separate attraverso specifici setacci molecolari, il sistema, infatti, non necessita di materia prima e presenta costi di produzione e manutenzione ridotti. Inoltre, l’autoproduzione si contraddistingue per il suo elevato profilo di sicurezza, perché i ridotti volumi d’ossigeno minimizzano i rischi d’incendio.

La missione italiana, composta dal personale del gruppo Maxi Emergenza-118 Regione Piemonte, da un medico e da un rappresentante del ministero della Salute, è stata predisposta dalla Presidenza del Consiglio nell’ambito del Meccanismo europeo di Protezione civile. Al suo attivo ha già una “storia” ragguardevole di missioni operative concluse con successo come quella in Mozambico, dopo il terremoto del 2019, e nell’Armenia travolta dal Covid, l’anno scorso.

La squadra è giunta a Nuova Delhi il 3 maggio con mezzi dell’Aeronautica Militare e con il supporto dal Ministero della Difesa, dell’Ambasciata indiana a Roma e della Farnesina. Ieri, l’inaugurazione ufficiale dell’impianto che ha reso autosufficiente l’ITBP Hospital, alla presenza dell’Ambasciatore De Luca, del Direttore dell’Ospedale, Manoj Rawat, e di Mario Raviolo.

“Sapere che l’ITBP Hospital non avrà più bisogno di riforniture di ossigeno perché è in grado di produrne autonomamente, grazie al contributo italiano, ha commento De Luca, è un motivo di grande orgoglio e testimonia come il nostro Paese sia accanto all’India nel momento del bisogno”.

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