Intelligenza artificiale in sanità, rivoluzione in corsia

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Covid-19 ha trasformato in realtà quella che sembrava l’eterna promessa della telemedicina. Ma quali sono le criticità e i gap ancora da colmare? E quali invece le prospettive più interessanti per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e dei Big data in sanità? Lo abbiamo chiesto all’amministratore delegato dell’Irccs Ospedale San Raffaele e dell’Irccs Galeazzi di Milano, Elena Bottinelli, in un podcast parte del progetto AI in azione, un ciclo di approfondimenti che Fortune Italia dedica all’intelligenza artificiale.

Ebbene, la rivoluzione è già iniziata. Per Bottinelli, oltretutto, è stata una fortuna essere riusciti a far partire la telemedicina in un momento così critico e delicato come quello della pandemia. Nel caso del San Raffaele e del Galeazzi, il fatto di operare in un gruppo con decine di migliaia pazienti iscritti al servizio, ha consentito di acquisire una serie di informazioni molto importanti sulle reali esigenze di questi ultimi. Ciò ha permesso di aumentare le televisite e di attivare i consulti multidisciplinari, per una Second Opinion ‘agile’ sempre più richiesta, non solo in tempi di Covid. Pensiamo, ad esempio, ai vantaggi per i pazienti che si rivolgono alle strutture da fuori regione.

Se la digitalizzazione sta già cambiando le cure, secondo l’ingegner Bottinelli siamo indietro in un aspetto importante: la messa in rete dei dati. L’accesso a queste informazioni da parte dei medici di medicina generale è fondamentale, e serve una reale interoperabilità. Inoltre anche il telemonitoraggio, opportunità molto apprezzata dai pazienti in questi mesi di Covid, deve ancora essere messo a sistema.

I dati possono dare moltissimo aiuto nel supportare la decisione del clinico, sottolinea Bottinelli, e permetteranno una reale medicina di precisione tarata su misura grazie all’analisi di una vasta mole di informazioni. Quali i vantaggi? Dalla terapia personalizzata, alla decisione su chi operare per primo in base alle reali condizioni, fino alla sperimentazione in silico: sono innumerevoli le prospettive dell’intelligenza artificiale in sanità.

E il settore ne è consapevole. Una conferma arriva dallo studio Microsoft-EY “Intelligenza artificiale nel Public Sector” – che nel 2020 ha coinvolto oltre 200 organizzazioni europee, Italia inclusa da cui emerge che il 65% delle organizzazioni pubbliche europee considera l’A.I. una priorità digitale, e che la sanità è il settore con il maggior tasso di adozione, con il 71% degli intervistati che ha già implementato uno o più casi d’uso.

Ma la corsa dell’innovazione sta cambiando anche i profili di chi lavora in e per l’ospedale. Bottinelli è convinta che nuove figure professionali altamente specializzate saranno sempre più importanti, non solo all’interno delle strutture di cura. Nella sanità del prossimo futuro si creeranno sempre più collaborazioni con strutture esterne specializzate, che si occupano di software, algoritmi e intelligenza artificiale.

Proprio sfruttando l’intelligenza articifiale, il San Raffaele ha messo a punto un algoritmo che consente di prevedere l’evoluzione del paziente Covid. Adesso il progetto AI-SCoRE (acronimo di Artificial Intelligence – Sars Covid Risk Evaluation), sta passando dalla sperimentazione alla validazione clinica.

 

 

Ascolta “Elena Bottinelli: Intelligenza Artificiale in sanità, rivoluzione in corsia.” su Spreaker.

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