Vaccini anti-Covid e allergie, cosa fare

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“L’allergia è una malattia, ma non è certamente una scusa per non farsi il vaccino anti-Covid”. Lo scandisce Gianenrico Senna, presidente della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica e direttore dell’unità operativa di Allergologia del policlinico universitario di Verona, dopo che in Sicilia alcune persone per ottenere il vaccino di Pfizer o Moderna al posto di AstraZeneca, avrebbero dichiarato come giustificazione presunte allergie (anche alle fragole o alle mandorle). La scienza però non può giustificare la fantasia. “Nessuno dei vaccini in uso ha controindicazioni per i soggetti allergici” ricorda l’esperto.

Lo riporta la stessa Agenzia italiana del farmaco (Aifa) nella lista di domande e risposte più frequenti sui vaccini Covid. Il concetto vale per tutte le forme di allergia: respiratorie, alimentari, a farmaci (e ai loro eccipienti), al lattice o da contatto. Queste persone possono vaccinarsi, rimanendo in osservazione, come tutti, per 15 minuti dopo l’iniezione, scrive Aifa. Solo chi ha avuto in passato uno shock anafilattico provocato da alimenti o da farmaci deve rimanere sotto controllo medico per un’ora.

Mentre “chi ha già avuto episodi ripetuti di anafilassi, almeno due o tre – spiega Senna – deve farsi visitare da uno specialista per escludere che si tratti di mastocitosi, una patologia rara che espone il paziente a shock anafilattico, più da farmaci che da alimenti”. In caso di diagnosi positiva, “la vaccinazione deve essere eseguita in ambiente protetto, come l’ospedale, dove c’è disponibilità di ossigeno e adrenalina, e il paziente va monitorato per almeno 60 minuti”.

L’Aifa raccomanda per i pazienti affetti da questa malattia, “come avviene per i vaccini di routine, la copertura anti-istaminica per via orale da un giorno prima a cinque giorni dopo la vaccinazione”. “Deve vaccinarsi in ambiente protetto – specifica il medico – anche chi soffre di asma grave, chi ha già avuto reazioni avverse ai vaccini di una certa severità e chi ha avuto più di uno shock anafilattico idiopatico, cioè di cui non si conosce la causa”.

Non devono preoccupare neppure le possibili reazioni allergiche scatenate dai vaccini contro Covid. “La frequenza è piuttosto rara e può essere tranquillamente gestita – continua il medico – Negli Stati Uniti per il vaccino Pfizer sono stati stimati 4,7 casi di anafilassi su un milione di dosi somministrate e 2,5 su un milione per il vaccino Moderna”. In Italia, il numero di segnalazioni relativo al prodotto di Astrazeneca “è stato limitato”, si legge nell’ultimo rapporto sulla sorveglianza dei vaccini Covid di Aifa. In cui si fa presente che, a prescindere dal vaccino inoculato, non risultano decessi a seguito di shock anafilattico o reazioni allergiche importanti.

La paura è ingiustificata anche per un’altra ragione. “Lo shock anafilattico è più frequente per altre categorie di farmaco, in particolare antibiotici e antinfiammatori” sottolinea il presidente della società scientifica degli allergologi. Che aggiunge: “La componente dei vaccini sospettata, al momento, di essere la causa delle reazioni allergiche ai vaccini a base di mRna, cioè quelli di Pfizer e Moderna, è l’eccipiente Polietilenglicole, contenuto in tantissimi altri farmaci e cosmetici. Il Polietilenglicole è simile al Polisorbato, l’eccipiente presente nei vaccini a vettore virale, come quello di Astrazeneca. Questa sostanza – conclude Senna – raramente è causa di reazione allergica, sebbene i dati riportati nella letteratura scientifica siano scarsi”.

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