Vaccini anti-Covid e stop brevetti, esperti a confronto

vaccini pfizer astrazeneca moderna johnson
Aboca banner articolo

La proposta di sospensione temporanea della tutela brevettuale sui vaccini contro Covid-19 che ha avuto eco mondiale dopo l’endorsement pubblico del presidente Usa Joe Biden, ha prodotto due schieramenti opposti.

Paesi favorevoli a considerare questa opzione per consentire una più veloce e massiva produzione di vaccini in tutto il mondo e nazioni contrarie.

Associazioni umanitarie internazionali che invocano questa possibilità da un lato, e Big Pharma che si oppone strenuamente dall’altra reclamando il giusto ritorno a fronte di enormi investimenti in ricerca e sviluppo.

Chi ha ragione, chi ha torto? Come spesso accade è probabile che la ragione stia nel mezzo. Per capirne di più, anche dal punto di vista tecnico, abbiamo intervistato due interlocutori di calibro: il professor Silvio Garattini, presidente dell’Istituto Mario Negri di Milano, e l’avvocato Vincenzo Salvatore, leader focus team Healthcare e Life Sciences di BonelliErede, già Head of Legal Services di Ema (European Medicines Agency).

 

Tutelare l’innovazione è giusto sostengono i nostri ospiti. Però, mentre per Garattini sospendere temporaneamente i brevetti dei vaccini anti-Covid è un dovere verso la salute globale, Salvatore sostiene che potrebbe non essere la soluzione più giusta nell’ottica di rendere i vaccini anti-Covid più disponibili.

Piuttosto, si potrebbero valutare soluzioni alternative. Come gli accordi “pledge”, che prevedono la rinuncia del titolare del brevetto a rivalersi su chi utilizza il brevetto senza autorizzazione, o gli impegni “frand” – fair reasonable and not discriminatory – che consentono una concessione equa e non discriminatoria del brevetto.

Accordi ad hoc che accolgono il favore anche di Garattini. Il quale però evidenzia come le aziende produttrici dovrebbero considerare che molti dei risultati da loro ottenuti si basano sulla conoscenza prodotta grazie a finanziamenti pubblici e alla gratuità delle persone che volontariamente hanno preso parte agli studi clinici per la valutazione della sicurezza e dell’efficacia dei vaccini.

Se poi, alla luce della pandemia, sia o meno necessario immaginare una modifica delle norme che regolano la protezione intellettuale in ambito farmaceutico/salute, le posizioni espresse dai nostri interlocutori, seppur distanti, potrebbero avere dei punti in comune: adottare misure che evitino situazioni di posizione dominante come dice Garattini, potrebbe essere un’ipotesi in parte allineata con quella di una possibile revisione delle norme sui brevetti immaginata da Salvatore nell’ottica di contemperare gli interessi contrapposti di tutela dell’iniziativa economica e di tutela della salute pubblica.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.