vaccini vacanza villeggiatura
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Se gli italiani questa estate – complici i numeri della pandemia in calo, e armati di green pass – si sposteranno per andare in vacanza, perché non spostare anche i vaccini, facilitando le operazioni di richiamo e dando ossigeno alle economie delle località di villeggiatura, dopo un anno da incubo? Ebbene, l’idea ipotizzata da alcune Regioni come Lazio, Veneto e Sicilia, sembra essersi arenata.

Niente vaccini in vacanza. Bisogna organizzare le ferie in base all’appuntamento per la seconda dose”, ha detto infatti il commissario straordinario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo. Troppo complesso organizzare i richiami nei luoghi di villeggiatura, nonostante la tanto decantata digitalizzazione. E dunque meglio armarsi di calendario e organizzare partenze e rientri in base agli appuntamenti del centro vaccinale. Un calendario che, per chi opta in queste settimane per il vaccino AstraZeneca, prevederà la seconda dose in pieno agosto. Ma i tempi potrebbero dilatarsi anche nel caso dei richiami con i vaccini a mRna (ora entro i 42 giorni).

Se infatti il commissario ha stoppato l’idea dei vaccini in vacanza, si prospetta l’ipotesi di richiami dopo tre mesi anche per chi si è vaccinato con Pfizer e Moderna. “Con i vaccini a Rna ci sono 42 giorni”, ha ricordato Figliuolo. Ma “ci sono studi recenti che dicono addirittura che dopo 90 giorni c’è il meglio della performance. Chiaramente ce lo dovranno dire gli scienziati, io dico solo quello che ho letto”.

Insomma, non spostare i vaccini, ma piuttosto chiamare il centro e spostare più in là il richiamo, di una o due settimane. “Però sono aperto a qualsiasi altra proposta che le Regioni vorranno farmi”, ha assicurato Figliuolo.

Ma allora quali sono i rischi? Si sa già di persone che hanno disdetto l’appuntamento per la seconda dose, confidando nella possibilità di fare il richiamo in vacanza, e di altre che stanno aspettando a prenotare la prima proprio tenendo conto delle ferie. In tanti, insomma, aspettavano l’annuncio del via libera ai vaccini nei luoghi di villeggiatura.

“Sicuramente sarebbe una bella cosa e una buona cosa”, ci dice il virologo dell’Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano. “Ma credo che la mancanza di un database nazionale e la difficoltà nella logistica delle distribuzione porteranno, come Figliuolo ha detto, all’impossibilità di questa opzione”.

Abbiamo infatti una tessera sanitaria, ma non una banca dati vaccinale nazionale per programmare la seconda dose in una località prescelta. Tra l’altro i sistemi regionali non si parlano tra loro (almeno non tutti). E così l’idea di richiami in vacanza, o addirittura di pacchetti ‘ferie più vaccino’ per chi ancora non è stato vaccinato, sembra allontanarsi.

“Penso che questo sia un falso problema“, ci risponde l’infettivologo Roberto Ieraci, referente scientifico per le vaccinazioni dell’Unità di crisi del Lazio e della Asl Roma 1, e fautore della prima ora del ‘modello inglese‘. “L’allungamente dell’intervallo vaccinale, entro certi limiti, non inficia gli effetti della vaccinazione”. Dunque il richiamo può slittare di qualche settimana. “Ma il messaggio che dobbiamo lanciare è diverso: è importante vaccinarsi. Facciamo al più presto la prima dose e completiamo il ciclo, per essere protetti da Covid-19”.

Poi, nella pratica, “dal punto di vista logistico e organizzativo” la vaccinazione nei luoghi di vacanza “è possibile – assicura l’esperto – Si parla tanto di digitalizzazione, ma questa deve essere flessibile per essere davvero uno strumento importante. Ribadisco, comunque, che non dobbiamo perdere di vista il focus: vaccinarsi contro Covid-19. Per questo i vaccini devono essere accessibili, e tutti devono rispondere alla chiamata. Non possiamo tollerare sacche di persone non vaccinate in Italia, dopo che i fatti hanno dimostrato che si tratta di prodotti sicuri ed efficaci”.

Inutile girarci intorno: i vaccini nei luoghi di vacanza avrebbero semplificato la vita degli italiani e i loro spostamenti, dopo un anno e mezzo di stop e limitazioni.

E se, al momento, non resta che programmare vaccini, richiami e vacanze armati del vecchio calendario – con buona pace della rivoluzione digitale – la speranza è che buonsenso e capacità organizzative portino a recuperare questa possibilità. La risposta degli italiani sarà senz’altro adeguata.

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