A scuola di salute, 5 proposte dei pediatri

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La salute si coltiva fin da piccoli, sui banchi di scuola. E l’Italia deve tornare ad essere un Paese ‘a misura di bambino’, con politiche pensate per l’infanzia. “Il pediatra non è più il medico di neonati, bambini e ragazzi, ma è il medico dell’intera vita e anche delle generazioni successive. Ognuno di noi, infatti, è l’espressione di quelli che sono stati i suoi genitori, i suoi nonni e i suoi bisnonni”. A dirlo è Alberto Villani, presidente uscente della Società italiana di pediatria (Sip), aprendo i lavori del 76esimo Congresso italiano di pediatria, in programma fino a venerdì e dedicato ad Antonello Del Vecchio, tesoriere della Sip, scomparso pochi giorni fa.

“Per questo il ruolo del pediatra è importante: far sì che si instaurino degli stili di vita corretti fin dall’età evolutiva, significa non solo coltivare la salute del bambino ma coltivare quella che sarà la sua salute da adulto e, soprattutto, avere un occhio che guarda lontano”, aggiunge Villani.

“E’ documentato – sottolinea Villani – che la povertà economica, sociale e culturale, peggiori la qualità e l’aspettativa di vita”. Da qui il ruolo centrale della scuola e l’importanza di investire in cultura e formazione: “Come pediatri stiamo portando avanti 5 proposte – spiega il presidente Sip – una scuola a tempo pieno, in cui ci sia la refezione e i bambini possano imparare cosa mangiare, come prepararlo, qual è il valore nutritivo dei cibi; una scuola in cui sia possibile praticare attività sportive; attività musicali; una scuola in cui i bambini vengano educati al bello”.

Una prospettiva che parte dall’importanza di riconoscere il valore dell’epigenetica, “la scienza che è riuscita a dare la giusta rilevanza ai fattori ambientali uniti alla genetica, e ha finalmente permesso di dimostrare la possibilità di modulare il patrimonio genetico dell’individuo per ottimizzarne le potenzialità – sottolinea il pediatra- Ogni individuo che nasce è un tesoro prezioso da coltivare e per questo è fondamentale intervenire precocemente per garantire i migliori risultati: il benessere in età evolutiva è un patrimonio per tutta la vita, quindi agire sul bambino significa agire sull’uomo, sul futuro”.

Il presidente Sip tiene a ribadire l’importanza dei primi 1.000 giorni di vita: “Sono un tema sul quale si è sempre molto dibattuto – precisa – ma la novità viene proprio dagli studi di epigenetica che evidenziano come non solo sia importante quello che avviene durante la gravidanza, ma anche ciò che succede prima”.

“La vita- sottolinea Villani- inizia ancora prima di cominciare, perché quello che facciamo oggi è trasmissibile per quattro generazioni“. Allora fondamentale in questo senso è anche “cambiare l’approccio delle istituzioni al tema infanzia, passando da un atteggiamento quasi caritatevole e marginale a un’azione organica e di lungo periodo. Non vogliamo solo progetti o bonus – ribadisce il pediatra – ma politiche per l’infanzia“.

Per questo Villani sottolinea l’importanza della cosiddetta ‘mozione infanzia’, approvata all’unanimità dalla Camera a metà aprile per impegnare il governo a creare un capitolo specifico nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dedicato a tutti gli investimenti a favore dell’infanzia. E ricorda il lavoro di Paolo Siani, pediatra e parlamentare, al quale verrà conferito il premio ‘In puero homo 2021’.

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