Una prima dose di AstraZeneca e una seconda di Pfizer o Moderna? Mentre si continua a parlare dell’ipotesi dei mix di vaccini, dopo che il premier italiano Mario Draghi avrebbe sollecitato un pronunciamento dell’Agenzia europea dei medicinali Ema sulla fattibilità di questo approccio alla ‘due gusti meglio di uno’, cosa sappiamo fino ad ora?
“Per altre vaccinazioni dell’infanzia l’interscambiabilità dei vaccini è già stata dimostrata. Quindi ci aspettavamo il fatto che due vaccini anti-Covid diversi potessero essere usati. Ora diversi studi lo confermano”, ci spiega il virologo dell’Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano.
“Anzi, come alcuni di questi nuovi studi evidenziano, è possibile che sia una risposta addirittura più intensa. Perché la stimolazione antigenica differenziata amplia lo spettro della risposta immunitaria”, dice ancora Pregliasco.
Aspettiamo dunque il pronunciamento dell’Ema che, come riferisce Adnkronos Salute, “valuterà i dati disponibili” sulla possibilità di mixare vaccini anti-Covid, utilizzando prodotti diversi fra prima e seconda dose. L’argomento non sarà specificatamente al centro della conferenza stampa di domani, in cui l’Agenzia si esprimerà sull’uso del vaccino Pfizer/BionTech nella fascia d’età 12-15 anni. Ma “saremo pronti a ricevere domande”, precisano le fonti, “e sicuramente a valutare dati a riguardo”.
A quale scopo ‘sdoganare’ il mix di vaccini? “E’ chiaro – continua Pregliasco – che si tratta di mettere a punto meglio la schedula vaccinale per la vaccinazione primaria”, tenuto conto del ritardo di forniture .” Ma vedo utile il mix soprattutto alla luce del prossimo futuro, con la disponibilità dei vaccini e la prevalenza di quelli a mRna. Ciò rasserena anche in modo onesto e trasparente tutti coloro che in questo momento hanno dei dubbi sul fatto di vaccinarsi con AstraZeneca”. Se un domani dovessero esserci problemi di forniture, il mix consentirebbe di effettuare i richiami.
