Varianti Covid, i nuovi nomi di quelle pericolose

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Mentre quella indiana continua a preoccupare in Gran Bretagna, le varianti di Sars-CoV-2 vengono ribattezzate dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Che, questa volta, si è ispirata alle lettere dell’alfabeto greco.

Così scopriamo che le 4 varianti più preoccupanti da oggi si chiameranno: Alfa (inglese), Beta (sudafricana), Gamma (brasiliana) e Delta (indiana).

Ma perché? “I sistemi di nomenclatura stabiliti per la denominazione e il monitoraggio dei lignaggi genetici Sars-CoV-2 da Gisaid, Nextstrain e Pango sono e rimarranno utilizzati dagli scienziati e nella ricerca scientifica”, precisa l’Oms.

Ma per semplificare la ricerca e la discussione, eliminando sigle e numeri, l’Agenzia delle Nazioni Unite ha attivato un gruppo di scienziati impegnati nel monitoraggio del Coronavirus, rappresentanti di Gisaid Nextstrain, Pango e altri esperti in nomenclatura e comunicazione virologica, microbica da diversi Paesi e agenzie allo scopo di elaborare ‘soprannomi’ “facili da pronunciare e non stigmatizzanti” per le varianti del virus di Covid-19 definite preoccupanti e per quelle da monitorare (‘di interesse’).

Questo gruppo di esperti convocato dall’Oms ha raccomandato l’uso di ‘soprannomi’ con lettere dell’alfabeto greco: “Alfa, Beta, Gamma, etc, più facili da pronunciare e utilizzare anche da parte di un pubblico” che non sia composto da scienziati e ricercatori. E soprattutto utili a evitare di gettare ombre sul luogo (e il popolo) in cui la variante è stata identificata la prima volta.

Oltre alle quattro varianti più celebri, fra quelle ‘di interesse’ l’Oms inserisce: Epsilon (B.1.427/B.1.429 rilevata in Usa), Zeta (P.2 in Brasile), Eta (B.1.525 in diversi Paesi), Theta (P.3, Filippine), Iota (B.1.526, Usa) e Kappa (B.1.617.1, ancora in India).

In questo elenco non c’è (ancora) la nuova variante vietnamita di cui abbiamo letto nei giorni scorsi.

E’ un ibrido tra l’inglese e l’indiana – ci spiega Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia della facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma ed esperto di varianti – Questa variante ha preso le mutazioni un po’ dell’una e un po’ dell’altra, ed è contagiosa come quella indiana. Ma il problema del Vietnam è collegato al piano vaccinale molto scarso: all’inizio la malattia era stata controllata, grazie al tracciamento. Ora però il virus ha ripreso a correre, e non hanno un piano vaccinale idoneo ad arginare il problema”.

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