Anestesia, confronto tra specialisti all’e-Camp 5

anestesia rianimazione
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Un momento di dialogo scientifico sulla clinical governance tra professionisti della sanità che si confrontano sui percorsi clinici perioperatori, per renderli più efficaci ed appropriati ai bisogni dei pazienti. Con questo obiettivo il 18 e il 19 giugno in formato virtuale si terrà l’e-Camp 5, quinto Convegno Nazionale di Anestesia e Medicina Perioperatoria promosso dalla Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva (Siaarti).

L’evento prevede con un programma da dieci sessioni definite da Astrid Ursula Behr (responsabile consiglio Regioni del Nord-Siaarti), Paolo Navalesi (responsabile comitato scientifico nazionale-Siaarti) e Luigi Tritapepe (responsabile Anestesia e Medicina Perioperatoria-Siaarti).

Ma quali sono nello specifico gli obiettivi dell’appuntamento? “L’obiettivo del e-Camp 5 è quello di aggiornare le conoscenze e evidenziare quello che ancora va approfondito come tecnica e comportamenti nell’ambito della Medicina Perioperatoria”, precisa Tritapepe.

“Soprattutto in questa fase di recupero dell’attività chirurgica, dopo il periodo di maggior pressione pandemica, si è assistito al problema della mancanza di supporti, di protocolli e di procedure che hanno ritardato o complicato il percorso di recupero delle attività perioperatorie. Discutere ed aggiornare le nostre conoscenze ci permetterà di gestire al meglio la nuova fase di rilancio della attività chirurgica con la consapevolezza di migliorare l’outcome dei pazienti”, spiega l’esperto.

Da dove nasce la grande attenzione Siaarti sulla Medicina Perioperatoria? “E’ un approccio nuovo e globale alla cura del paziente e alla gestione del dolore che va ben oltre la sala operatoria, arrivando a riguardare con attenzione tutte le fasi del ricovero”, risponde Astrid Behr.

“In questo approccio complessivo gli anestesisti hanno un ruolo centrale e si trovano a dover svolgere il loro ruolo prima, durante e dopo l’intervento chirurgico con lo scopo di aumentare la sicurezza dei pazienti e ridurre la morbilità e mortalità. Tutte queste attività anestesiologiche devono essere basate sull’evidenza clinica e possibilmente definite da linee guida o da best practice. La nostra società scientifica ha il ruolo di formalizzare queste evidenze e diffonderle, attribuendo così un ruolo fondamentale alla formazione ed educazione continua dell’anestesista (LLL=long life learning)”, continua l’esperta.

“Un’ulteriore passo che stiamo compiendo come Siaarti è poi la condivisione di queste tematiche con altre società scientifiche per creare linee guida in un percorso multidisciplinare basato su evidenza clinica-scientifica, e in assenza di quest’ultima, sulla valutazione di esperti riconosciuti (expert opinion)”, conclude Behr.

Dieci sessioni in due giorni, trenta relatori e molto spazio per le discussioni professionali, con temi diversi che toccano tanti ambiti. Dall’update in anestesia per la chirurgia robotica alle opportunità degli interventi in sicurezza con pazienteawake’ (cosciente).

L’evento è strutturato in sessioni specifiche sui vari main-topics della medicina perioperatoria tra cui ventilazione, anestesia e suoi profili di sicurezza, dolore, ottimizzazione delle condizioni preoperatorie, trattati da esperti nei vari settori di interesse. In più è previsto l’intervento di esperti che forniranno un up-to-date delle principali questioni ancora aperte in questo ambito. “Aggiungiamo inoltre che una specifica sessione sarà dedicata ad argomenti di bioetica e problematiche medico-legali nel periodo perioperatorio”, aggiunge Behr.

Una sessione da segnalare è poi quella dedicata alla ‘green ethic anesthesia’, partendo dalla considerazione che l’ospedale è da considerare come una realtà produttiva. Anche l’attività in sala operatoria crea rifiuti ed inquina l’atmosfera. “La ricerca sulla sostenibilità ambientale in anestesia ci sembra importante per sensibilizzare tutti alla sostenibilità ambientale e vuole essere un invito a tutti a prendere in considerazione strategie che possono contribuire a diminuire l’impatto sull’ambiente durante il periodo perioperatorio”, conclude Behr.

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