Vaccino Curevac, primi dati deludenti. L’analisi

Curevac vaccino
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Doccia fredda sul vaccino Curevac. Per poco non è stato raggiunto il risultato minimo di efficacia (50%) contro il Coronavirus. I risultati intermedi dello studio clinico “Herald” di fase IIb/III del candidato vaccino a mRna anti-Covid della tedesca Curevac mostrano un’efficacia solo del 47% nei confronti dell’infezione, a prescindere dalla sua gravità.

A darne la notizia è stata la stessa Curevac, che ha però confermato che gli studi clinici sulla molecola CVnCoV continueranno. Così come procederà anche il filone di ricerca sul candidato vaccino di seconda generazione contro Covid-19 che sta portando avanti in partnership con Glaxo SmithKline (CVnCoV invece è in collaborazione con Bayer).

In dettaglio, i risultati indicherebbero che il vaccino, testato su circa 40 mila persone di 10 Paesi europei e dell’America Latina, sarebbe efficace sulla popolazione più giovane ma non sufficientemente sugli over 60.

Il modesto livello di efficacia sarebbe dovuto a una scarsa copertura nei confronti delle nuove varianti del virus, giacché il vaccino venne progettato ai tempi in cui erano presenti solo le varianti iniziali.

“Sono risultati piuttosto deludenti, ma è difficile commentarli in dettaglio perché ancora non sono disponibili risultati scientifici pubblicati”, ci dice Massimo Clementi, ordinario di Microbiologia e Virologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

“Per ora si può solo ipotizzare che la criticità possa risiedere nel sistema di delivery”, che porta l’mRna nelle cellule del sistema immunitario, stimolando la produzione di anticorpi contro il virus. “Difficile dare la ‘colpa’ al fatto che inizialmente l’mRna virale fosse diverso da quello delle varianti attuali. Anche perché gli altri vaccini a mRna sono stati progettati in periodi analoghi a quello di Curevac eppure hanno un’efficacia molto elevata”.

“Speravamo di ottenere ad interim più robusti. Ma siamo consapevoli che dimostrare una efficacia elevata nei confronti di un gran numero inaspettato di varianti è una sfida. Continueremo comunque fino al termine delle analisi che comprenderanno almeno altri 80 casi. L’efficacia complessiva del vaccino potrebbe cambiare”, commenta speranzoso il Ceo di Curevac Franz-Werner Haas. Che cerca di far buon viso a cattivo gioco, reagendo a un brutto colpo che ieri è costato al titolo uno scivolone del 38% circa al Nasdaq e un panic selling cospicuo anche sulla piazza di Francoforte, dove però a metà della giornata odierna si registra un rimbalzo di circa 15 punti.

Un brutto colpo, non c’è che dire, anche sul fronte della campagna vaccinale europea: l’Ue aveva opzionato 225 milioni di dosi, di cui oltre 30 sarebbero destinate all’Italia.

Ma aspettiamo ad annunciare il funerale di questa potenziale nuova arma contro il virus. In attesa dei dati finali dei trial clinici, l’uso del condizionale nel suo tempo presente, con l’auspicio che non si debba passare al tempo passato, per ora è d’obbligo.

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