Vaccini ai Paesi poveri, Draghi e la solidarietà necessaria

vaccini Draghi
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Sui vaccini anti-Covid i Paesi avanzati devono essere solidali, perché il mondo può uscire dalla pandemia soltanto insieme. Un concetto, quello di solidarietà ‘necessaria’, che esperti e Organizzazione mondiale della sanità hanno ripetuto fino alla nausea in questi mesi di pandemia. Ma che colpisce quando a ribadirlo è il premier Mario Draghi.

“Il Consiglio europeo affronterà nuovamente la questione della solidarietà internazionale. Migliorare l’accesso ai vaccini nei Paesi più poveri non è soltanto una questione etica, ma anche una priorità sanitaria. Più a lungo dura la pandemia, più possibilità ci sono che il virus muti in varianti particolarmente contagiose e che possono sfuggire alla copertura del vaccino”, ha ricordato nelle comunicazioni alla Camera in vista del prossimo Consiglio europeo, in agenda domani e venerdì.

“Anche sul questo fronte sono stati fatti importanti passi in avanti nel corso degli scorsi due mesi. Sono molto soddisfatto del lavoro svolto al Global Health Summit, organizzato dall’Italia insieme alla Commissione europea a Roma il 21 maggio scorso. Il Summit è stato il preludio del Consiglio Europeo straordinario del 24-25 maggio in cui i Paesi dell’Ue si sono impegnati a donare almeno 100 milioni di dosi di vaccini entro la fine dell’anno”. E l’Italia “farà la sua parte”, ha evidenziato Mario Draghi: “Donerà 15 milioni di dosi“.

Consentire al Sud del mondo di vaccinarsi è una priorità sanitaria. Pensiamo solo ai nomi delle varianti più insidiose e alla loro origine geografica (prima che l’Oms li cambiasse con le lettere dell’alfabeto greco proprio per evitare il possibile stigma). La variante indiana, brasiliana e sudafricana di Covid-19 non saranno certo le ultime, almeno fino a quando il virus verrà lasciato libero di correre in Paesi estremamente popolati (e poco vaccinati).

Resta il problema delle forniture, particolarmente sentito in Italia dopo che i vaccini a vettore virale sono stati, di fatto, ‘riservati’ agli over 60. E torna in primo piano la questione dei brevetti.

“Nel Vertice G7 in Cornovaglia e nel successivo Vertice Ue-Usa è stato ribadito l’impegno comune ad aumentare la produzione dei vaccini, anche al fine di una loro distribuzione più equa a livello globale. Come ho dichiarato in altre occasioni, il trasferimento di tecnologie verso Paesi terzi può essere molto utile a questo fine. Tale questione – ha aggiunto Draghi – andrà definita nel quadro di un negoziato presso l’Organizzazione mondiale del commercio”.

“La Commissione è pronta a presentare una propria proposta scritta come base per i negoziati. Al Global Health Summit la presidente von der Leyen ha presentato l’iniziativa europea per la produzione locale e l’accesso ai vaccini, ai farmaci e alle tecnologie sanitarie nel continente africano. È un’iniziativa che l’Italia appoggia con convinzione”. Sul piatto “un miliardo di euro in investimenti a carico del bilancio europeo, da incrementare col supporto degli Stati membri”.

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