Covid casi
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Non arrivano buone notizie sul fronte della pandemia. L’effetto della variante Delta si fa sentire: risalgono infatti i contagi di Covid-19 in Italia. E questo nonostante la stagione estiva e la campagna vaccinale.

Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 30 giugno-6 luglio 2021, rispetto alla precedente, un incremento di nuovi casi (5.571 vs 5.306). In calo invece i decessi (162 vs 220), i casi attualmente positivi (42.579 vs 52.824), le persone in isolamento domiciliare (41.121 vs 50.878), i ricoveri con sintomi (1.271 vs 1.676) e le terapie intensive (187 vs 270).

Covid Gimbe

In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
Decessi: 162 (-26,4%)
Terapia intensiva: -83 (-30,7%)
Ricoverati con sintomi: -405 (-24,2%)
Isolamento domiciliare: -9.757 (-19,2%)
Nuovi casi: 5.571 (+5%)
Casi attualmente positivi: -10.245 (-19,4%)

“Sul fronte dei nuovi casi settimanali di Covid-19 – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – dopo 15 settimane consecutive di discesa, si rileva un incremento del 5% rispetto alla settimana precedente. Anche l’attività di testing, dopo 7 settimane di calo, registra un aumento del 15,5%, continuando tuttavia ad attestarsi su numeri troppo bassi, con conseguente sottostima dei nuovi casi e insufficiente tracciamento dei contatti”.

Dalla settimana 5-11 maggio il numero di persone testate settimanalmente si è progressivamente ridotto del 60,3%, passando da 662.549 a 263.213, per poi risalire questa settimana a 303.969. In 11 Regioni si registra un’inversione di tendenza, con un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente, mentre le restanti 10 Regioni si confermano in calo.

Dal monitoraggio Gimbe emerge una nota positiva: i decessi, dopo l’apparente stabilizzazione della scorsa settimana verosimilmente imputabile a ricalcoli, hanno ripreso a scendere attestandosi nell’ultima settimana a 162 con una media di 23 al giorno rispetto ai 31 della settimana precedente.

“Il trend dei pazienti ospedalizzati per Covid – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe – prosegue la sua discesa sia in area medica che in terapia intensiva, dove l’occupazione di posti letto da parte dei pazienti Covid si attesta al 2%. Tutte le Regioni registrano valori inferiori al 10% e sono 8 le Regioni che non contano pazienti Covid ricoverati in area critica”.

“Gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, direttore Operativo della Fondazione Gimbe– sono in calo da oltre 3 mesi e la media mobile a 7 giorni è di 5 ingressi/die”.

Quanto alle forniture di vaccini, al 7 luglio (aggiornamento ore 6.12) sono state consegnate 60.989.653 dosi, pari all’80% di quelle previste per il 1° semestre 2021.

“Rispetto alle forniture stimate nel Piano vaccinale – spiega Cartabellotta – nel secondo trimestre sono state consegnate 15.234.673 dosi in meno rispetto al previsto, sia per la mancata autorizzazione di CureVac (48% delle dosi mancanti), sia per le consegne inferiori all’atteso da parte di AstraZeneca (-2.383.205 dosi, 15,6% del totale) e Johnson & Johnson (-5.052.685 dosi, 33,2% del totale)”.

Per il terzo trimestre, invece, disponiamo “sulla carta” di 45.496.439 dosi di vaccini a mRna (48,3%), 41.950.684 dosi di vaccini a vettore adenovirale (44,5%), oltre a 6.640.000 dosi del vaccino di CureVac che, non avendo superato con successo i test clinici, dovrebbero essere eliminate nel prossimo aggiornamento del piano delle forniture, attualmente fermo al 23 aprile 2021.

Al 7 luglio (aggiornamento ore 6.12), il 59,6% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino anti-Covid (n. 35.323.440) e il 36,4% ha completato il ciclo vaccinale (n. 21.593.307).

Nell’ultima settimana si è registrata una nuova flessione delle somministrazioni che scendono del 4,1% (n. 3.734.039), con una media mobile a 7 giorni di 524.202 inoculazioni/die. Un rallentamento imputabile all’incertezza relativa alle dosi in arrivo, oltre che alla diffidenza sempre maggiore nei confronti dei vaccini AstraZeneca e Johnson & Johnson. Rimangono tuttavia oltre 6 milioni di dosi già consegnate alle Regioni in attesa di essere inoculate: 2.095.382 di Pfizer/BioNTech, 600.970 di Moderna, 2.365.462 di AstraZeneca, 1.000.007 di Johnson & Johnson.

Emerge “la percentuale di prime dosi sul totale delle dosi somministrate – spiega Mosti – sia in riduzione da 3 settimane consecutive con un valore che dal 74% della settimana 7-13 giugno è sceso al 38% della settimana 28 giugno-4 luglio, con un calo del 49% in 3 settimane”.

Come leggere, allora, la situazione attuale della pandemia Covid-19? “L’incremento dei casi conseguente alla diffusione della variante Delta – conclude Cartabellotta – destinato a continuare nelle prossime settimane non deve generare allarmismi. Certo il dato preoccupa per il suo potenziale impatto sugli ospedali, che sarà inversamente proporzionale alla copertura vaccinale completa degli over 60. Ecco perché, oltre a potenziare contact tracing e sequenziamento, occorre sia mettere in campo strategie di chiamata attiva per gli over 60 che non si sono ancora prenotati, sia accelerare la somministrazione delle seconde dosi. Infine, siamo tutti chiamati a contribuire attivamente a rallentare la diffusione della variante Delta mantenendo comportamenti responsabili ed evitando gli errori della scorsa estate”.

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