Sull’attacco hacker alla Regione Lazio indaga l’antiterrorismo

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Si allarga l’indagine della polizia postale sull’attacco hacker alla Regione Lazio che blocca da domenica scorsa le prenotazioni dei vaccini anti-Covid e altri servizi. Se ne occupano anche i pm dell’antiterrorismo che ipotizzano i reati di accesso abusivo a sistemi informatici e tentata estorsione, sebbene dalla Regione continuino a dire che non è arrivata nessuna richiesta di riscatto.

L’offensiva, ha spiegato l’assessore alla Salute, Alessio D’Amato, sarebbe nata “dalla violazione dell’utenza di un dipendente in smartworking” e la vulnerabilità avrebbe consentito ai ‘pirati’ di “criptare anche il backup dei dati”. Entro venerdì mattina, garantisce però, saranno riattivate le prenotazioni della campagna vaccinale. “Allo stesso tempo – si legge in una nota – sono stati isolati e messi in sicurezza in appositi cloud tutti i dati dei servizi che non sono stati attaccati, come i dati sanitari”. La Regione ricorda inoltreche sono attivi i servizi della protezione civile, del 118, del 112 e del centro trasfusionale. I dati del bilancio regionale sono in sicurezza ed entro la fine di agosto saranno riattivati anche i sistemi di pagamento regionale

Dell’episodio ha parlato anche la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, davanti al Copasir. La responsabile del Viminale ha parlato della “ recrudescenza del fenomeno, che negli ultimi mesi ha colpito sia attività pubbliche che private”. Secondo la ministra è necessario “agire con urgenza per elevare il livello di sicurezza, la resilienza dei sistemi informatici e l’istruzione degli operatori”.

 

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