Covid, Ema valuta ‘cura Ascierto’ per forme severe

Covid tocilizumab
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La ‘cura Ascierto’ contro Covid-19 mette a segno un importante goal. L’Agenzia europea dei medicinali Ema ha, infatti, iniziato la valutazione del medicinale antinfiammatorio RoActemra (tocilizumab), per estenderne l’uso al trattamento di pazienti adulti ospedalizzati con Covid-19 grave che stanno già ricevendo un trattamento con corticosteroidi e richiedono ossigeno extra o ventilazione meccanica.

A scommettere sulle potenzialità del farmaco, un anti-artrite, era stato più di un anno fa Paolo Ascierto, celebre oncologo del melanoma del Pascale di Napoli. Sua l’intuizione di somministrare il farmaco a pazienti gravissimi colpiti da Covid-19, guariti dopo poche somministrazioni. A raccomandare l’uso del tocilizumab, a luglio, anche l’Organizzazione mondiale della sanità.

“Noi siamo stati sempre conviti della validità di questo approccio – ci spiega Ascierto, direttore dell’Unità di oncologia melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Istituto tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli, raggiunto al telefono- anche perché lo abbiamo visto sul campo: dopo le prime esperienze abbiamo visto che, quando il farmaco veniva utilizzato nella polmonite severa al momento giusto, dunque quando c’era la tempesta citochinica ma prima che il paziente andasse in terapia intensiva, si aveva il maggior beneficio: nel giro di 24-48 ore”.

Insomma, il farmaco è efficace se utilizzato al momento giusto. “E questo è stato dimostrato in diverse altre sperimentazioni. I risultati che sono stati controversi – sottolinea Ascierto – sono dovuti proprio al fatto che nel paziente in cui i danni sono già avvenuti può fare ben poco. Ma dato al momento giusto ha un razionale importante. E questo è anche il motivo per cui l’Oms lo ha considerato nelle linee guida”.

“Ora ben venga l’autorizzazione ufficiale. In Italia ci siamo portati avanti, perché con la legge 684 già viene utilizzato nel nostro Paese”, ricorda Ascierto.

La legge 648, infatti, consente di erogare a carico del Ssn medicinali innovativi in commercio in altri Stati ma non sul territorio nazionale, medicinali ancora non autorizzati ma sottoposti a sperimentazione clinica e farmaci da impiegare per una indicazione terapeutica diversa da quella autorizzata, previo parere della Commissione Tecnico Scientifica dell’Aifa.

“Un ottimo risultato, che ci ha portato un po’ più avanti” rispetto all’Europa. Solo a Napoli, “nella prima ondata, sono stati 2-300 i pazienti trattati con tocilizumab al Cotugno”, ricorda Ascierto.

“Siamo fiduciosi sugli esiti di questo ulteriore approfondimento sul Tocilizumab – ci dice a sua volta il direttore generale del polo oncologico, Attilio Bianchi – noi del Pascale fin dalla notte del 4 marzo del 2020, in cui una nostra chat interna discutevamo il primo focus su quella idea, insieme a Paolo Ascierto e Franco Buonaguro, abbiamo provato ad offrire il nostro contributo. Attendiamo serenamente i risultati. Quella notte resterà per sempre nella nostra mente e nei nostri cuori”.

Tocilizumab, ricorda l’Ema, è considerato un potenziale trattamento per Covid-19 a causa della sua capacità di bloccare l’azione dell’interleuchina-6, una sostanza prodotta dal sistema immunitario del corpo in risposta all’infiammazione, che svolge un ruolo importante nella Covid-19.

Il Comitato per i medicinali a uso umano (Chmp) dell’Ema effettuerà una valutazione accelerata dei dati presentati nella domanda, compresi i risultati di quattro ampi studi randomizzati in pazienti ospedalizzati con Covid-19 grave, per decidere se dare il via libera all’estensione dell’indicazione.

Il parere, insieme a eventuali requisiti per ulteriori studi e monitoraggio della sicurezza aggiuntivo, sarà quindi trasmesso alla Commissione europea, che emetterà una decisione finale giuridicamente vincolante applicabile in tutti gli Stati membri dell’Ue.

L‘esito della valutazione verrà comunicato “entro la metà di ottobre, a meno che non siano necessarie informazioni supplementari”.

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