Covid ricoveri
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Nuovi casi di Covid-19 in crescita in Italia, seppur sottostimati a causa del ridotto numero di tamponi, ma soprattutto ricoveri in netta salita tra i non vaccinati.

Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 18-24 agosto, rispetto alla precedente, un incremento di nuovi casi (45.251 vs 43.365), decessi (345 vs 237) e soprattutto ricoveri, gettando ombre su quello che potrà accadere con la ripresa delle attività dopo la pausa estiva. A chiarire bene la proporzione tra vaccinati e non negli ospedali è la tabella seguente, elaborata in base ai dati dell’Istituto superiore di sanità.

Covid vaccinati

In aumento anche i casi attualmente positivi (135.325 vs 129.116), le persone in isolamento domiciliare (130.785 vs 125.221), i ricoveri con sintomi (4.036 vs 3.472) e le terapie intensive (504 vs 423). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
Decessi: 345 (+45,6%)
Terapia intensiva: +81 (+19,1%)
Ricoverati con sintomi: +564 (+16,2%)
Isolamento domiciliare: +5.564 (+4,4%)
Nuovi casi: 45.251 (+4,3%)
Casi attualmente positivi: +6.209 (+4,8%)

“I nuovi casi Covid settimanali – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – dopo la stabilizzazione della scorsa settimana, fanno registrare un lieve incremento visibile anche nella media mobile dei casi giornalieri, pur rimanendo sottostimati dall’insufficiente attività di testing e dalla limitata attività di tracciamento dei contatti“.

Nella settimana 18-24 agosto, rispetto alla precedente, si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi in 8 Regioni e quello dei casi attualmente positivi in 13 Regioni. In 68 Province l’incidenza è pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti: in Emilia-Romagna, Liguria, Sardegna, Sicilia, Toscana e Umbria tutte le Province raggiungono o superano tale soglia.

Sono 13 le Province con oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Caltanissetta (318), Ragusa (281), Enna (268), Cagliari (239), Siracusa (234), Trapani (195), Messina (185), Catania (180), Reggio Calabria (169), Sud Sardegna (167), Palermo (163), Prato (163) e Agrigento (156) (tabella 2). Aumentano i decessi: 345 negli ultimi 7 giorni, con una media di 49 al giorno rispetto ai 34 della settimana precedente.

“Seppur in maniera meno netta – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – continua a salire il numero dei posti letto Covid occupati in ospedale: rispetto alla settimana precedente +16,2% in area medica e +19,1% in terapia intensiva”.

In termini assoluti, il numero di posti letto occupati da parte di pazienti Covid in area medica è passato dai 1.088 del 16 luglio ai 4.036 del 24 agosto (+271%) e quello delle terapie intensive dai 151 del 14 luglio ai 504 del 24 agosto (+234%), anche se il dato nazionale rimane basso: 7% in area medica e 6% in area critica.

Covid

Rilevanti tuttavia le differenze a livello regionale: per l’area medica si collocano sopra la soglia del 15% Sicilia (19%) e Calabria (15,2%); per l’area critica sopra la soglia del 10% Sardegna (11%) e Sicilia (11%). Si segnala anche un “lieve aumento degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – spiega Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – con una media mobile a 7 giorni di 40 ingressi/die rispetto ai 37 della settimana precedente”.

Ma allora, cosa accadrà a settembre? “Con l’imminente ripresa delle attività lavorative e scolastiche – conclude Cartabellotta – la Fondazione Gimbe propone una revisione delle dinamiche della circolazione del Sars-CoV-2, dell’impatto della Covid-19 sugli ospedali e delle strategie da mettere in campo nei prossimi mesi per mitigare gli effetti della pandemia e scongiurare possibili chiusure”.

Per gli esperti, infatti, “la diffusione della variante Delta ha determinato un incremento dei contagi che, pur sottostimati dall’insufficiente attività di testing & tracing, al momento risultano stabili. Inoltre, in una fase epidemica caratterizzata dall’esplosione di focolai, la circolazione virale determina improvvise variazioni che ripropongono la necessità di restrizioni locali finalizzate a circoscrivere il contagio. Infine, considerata la notevole contagiosità della variante Delta, con l’inizio della stagione autunnale, la riapertura delle scuole e la ripresa delle attività lavorative, è cruciale tenere sempre alta l’attenzione sui comportamenti individuali specialmente in ambiente chiusi“.

Il progressivo incremento dei contagi ha determinato in 40 giorni un netto aumento dei ricoveri in area medica (+271%) e in terapia intensiva (+234%), con notevoli differenze regionali condizionate sia dalla circolazione del virus sia dalla copertura vaccinale con ciclo completo della popolazione, in particolare di over 50 e fragili: la vaccinazione di tutte le fasce di età rimane pertanto fondamentale per arginare l’impatto della Covid-19, sottolineano da Fondazione Gimbe.

Dubbi anche sul green pass. “L’eventuale decisione di estenderne la validità a 12 mesi per le persone vaccinate o guarite non è ad oggi sostenuta da evidenze scientifiche, che al contrario iniziano a dimostrare una riduzione degli effetti della copertura vaccinale a partire dal 6° mese, in particolare negli anziani e nei soggetti fragili. Un’eventuale estensione risponderebbe dunque solo all’esigenza di coprire il “buco temporale” in attesa delle decisioni delle autorità regolatorie sulla somministrazione della terza dose”.

Se poi il Governo si è impegnato a riaprire le scuole in presenza al 100%, le misure approvate con il DL 111/2021 non contengono rilevanti cambiamenti, a fronte di una variante del virus molto più contagiosa.

Le numerose criticità che lo scorso anno scolastico hanno ostacolato, se non reso impossibile, lo svolgimento delle lezioni in presenza non sono state finora affrontate in modo risolutivo. Non esiste alcuna rendicontazione pubblica su come siano stati impiegati i 150 milioni del decreto Sostegni (es. idonea areazione e ventilazione dei locali, distanziamento fisico, etc.); mentre i 350 milioni del Decreto Sostegni bis destinati a varie misure tra cui dispositivi di protezione individuale e riprogettazione spazi ad oggi sono stati ripartiti tra le scuole solo sulla carta.

Sul fronte trasporti, al di là di generiche indicazioni sullo scaglionamento degli orari di ingresso, spunta solo la figura del mobility manager per predisporre gli spostamenti casa-scuola-casa di personale scolastico e alunni. Non è previsto lo screening periodico e sistematico di studenti e personale scolastico. Unica novità è l’obbligo del green pass per il personale scolastico, non esteso agli studenti over 12 per i quali si punta, con un rischio poco “ragionato”, esclusivamente sulla copertura vaccinale, concludono gli esperti di Gimbe.

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