Arte e medicina al Museo della mente dell’Asl Roma 1

ASL Roma 1 Anima Neralba
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Arte alleata della medicina per comprendere meglio il peso delle patologie della mente e combattere lo stigma. È stato presentato il nuovo olio su plexiglas di Luis Gomez de Teran: Anima Neralba, realizzata con il contributo del Centro Studi e Ricerche S. Maria della Pietà Associazione Onlus e donata alla Asl Roma 1. Gomez è autore anche dell’opera “Le cose che non si vedono” presente sulla facciata del Padiglione 6 Museo Laboratorio della Mente.

Si tratta della terza collaborazione dell’artista con la ASL Roma 1 nel Comprensorio di Santa Maria della Pietà. La prima nel 2015 quando, con il progetto Caleidoscopio, vennero aperte le porte del parco per permettere a circa quaranta artisti di far entrare il linguaggio dell’arte pubblica. La seconda con la realizzazione della facciata del Museo Laboratorio della Mente, con l’opera “Le cose che non si vedono”.

Oggi il terzo contributo “che è probabilmente l’opera più complessa e completa che ho presentato all’interno del parco” sottolinea l’artista. “Non voglio fare una romanticizzazione della figura del malato mentale. Per questo ho scelto di far interpretare i quattro gruppi principali della malattia mentale, e le ho fatte interpretare a modelli di fisicità quotidiane e diverse fra loro, perché credo che molti dei comportamenti, che un tempo mettevano una persona a rischio di venire reclusa in manicomio, siano stati sdoganati e siano diventati atteggiamenti diffusi. Le persone sono composte da molte istanze e non è sempre semplice trovare un equilibrio tra loro. Per alcuni è una missione che diventa impossibile. Spero che l’opera inviti lo spettatore a domandarsi quale sia il punto oltre il quale un comportamento si trasforma in uno stigma e una condanna”.

 

Con questa opera si completa il nuovo progetto del Museo Laboratorio della Mente che già il 25 giugno aveva aperto al pubblico l’installazione narrativa “Ricordare il futuro”, prodotta da Blue Cinema all’interno dell’“Interactive Digital Resurrection” finanziato grazie all’avviso pubblico della Regione Lazio “L’Impresa fa Cultura”, cofinanziato dall’Unione Europea.

L’installazione immersiva, realizzata da un gruppo di ricercatori e artisti, nasce con l’obiettivo di offrire ai visitatori un’esperienza unica, avvicinandoli ai contenuti dell’Archivio storico dell’ex ospedale psichiatrico attraverso un ologramma realizzato con una tecnologia molto avanzata che rappresenta un archivista, e si inserisce nel vasto progetto di valorizzazione del comprensorio che la Regione Lazio sta portando avanti in un processo partecipato.

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