Italia divisa nell’accesso alle cure, ecco le Regioni promosse

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Un’Italia come al solito a più velocità, con Regioni in grado di assicurare risposte ai bisogni di assistenza dei cittadini, e altre decisamente in ritardo sul fronte delle cure essenziali.

Sono 17 le Regioni con una valutazione positiva rispetto ai livelli essenziali di assistenza (Lea), secondo i risultati definitivi della Griglia Lea 2019 pubblicati dal ministero della Salute. Risultati che, c’è da scommetterlo, non stupiranno i diretti interessati: i cittadini, infatti, sono i primi a rendersi conto dello stato di salute della sanità regionale.

Quando andiamo a vedere la classifica, riportata dall’Ansa, si confermano in testa Veneto, Toscana ed Emilia Romagna, storiche ‘prime della classe’. Male, sul fronte delle cure, la Calabria, con un punteggio “molto basso e in peggioramento rispetto all’anno precedente“.

Insomma, ancora una volta in sanità ci troviamo di fronte a cittadini di serie A e di serie B. Un problema che la pandemia di Covid-19 non ha fatto che acuire.

Le Regioni, per poter accedere al maggior finanziamento del Servizio sanitario nazionale (la quota premiale), sono tenute a una serie di adempimenti. Quelle sottoposte alla verifica di tali adempimenti sono le Regioni ordinarie e la Sicilia (sono escluse la Valle d’Aosta, le due Province Autonome di Bolzano e Trento, il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna).

In base all’ultimo report pubblicato, 10 regioni raggiungono un punteggio superiore a 200: Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Umbria, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo e Lazio.

“Per la prima volta il Lazio supera i 200 punti (esattamente 203) nella erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), un risultato importante – commenta l’assessore alla Sanità della Regione, Alessio D’Amato – che dimostra come l’azione di risanamento della spesa sanitaria è stata accompagnata anche da un costante e progressivo miglioramento della qualità dell’assistenza. Eravamo una Regione caratterizzata da un alto disavanzo e da una bassa qualità dei servizi. Oggi possiamo dire che, a fronte di un equilibrio della spesa sanitaria, vi è un netto miglioramento dei livelli di assistenza”.

Le altre 7 Regioni promosse hanno un punteggio compreso tra 200 e 160, considerato il livello minimo accettabile: Puglia, Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Sicilia, Basilicata, Campania e Valle d’Aosta.

Molise e Calabria (oltre a Sardegna e PA di Bolzano), si caratterizzano invece per punteggi inferiori a 160. Qui c’è dunque un problema serio di accesso alle cure.

Nel 2019, complessivamente, “risultano adempienti la maggior parte delle Regioni, a esclusione di Molise e Calabria, che si collocano nella classe ‘inadempiente’. Tali regioni, che sono sottoposte ai Piani di rientro, dovranno superare le criticita’ rilevate su alcune aree dell’assistenza, tra cui quelle degli screening, della prevenzione veterinaria, dell’assistenza agli anziani e ai disabili. In particolar modo, per la regione Calabria, il punteggio molto basso e in peggioramento rispetto all’anno precedente e’ dovuto all’insufficienza della qualita’ e copertura dei flussi informativi”.

A preoccupare e’ il livello globale dei punteggi nell’ultimo anno pre-pandemia. “Analizzando il trend 2012-2019 relativamente ai punteggi della Griglia Lea, emerge un sostanziale miglioramento del punteggio medio globale”, si legge. Tuttavia, nel 2019 “si rileva una lieve flessione dei punteggi medi rispetto all’anno 2018“.

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