Se il corpo ci appare diverso, i segnali misteriosi

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Il cuore “parla” con il cervello. Senza che ce ne accorgiamo. E lo fa in buona compagnia, visto che anche l’intestino invia messaggi importanti, del tutto impercettibili, che in qualche modo vengono recepiti e “masticati” dal sistema nervoso. E non si tratta solamente di indicazioni generali sul benessere dell’organismo.

Una ricerca condotta dagli studiosi dell’Università Anglia Ruskin, pubblicata su Cortex, dice che proprio da quanto e come i messaggi corrono tra organi interni e cervello potrebbe dipendere anche la percezione del proprio corpo. In sintesi, queste missive invisibili sarebbero in grado di influenzare se e come ci apprezziamo, come ci percepiamo, se abbiamo una visione più o meno corretta di come davvero siamo.

Ovviamente, questa osservazione appare di grande interesse per aprire un punto di vista differente sulla genesi dei disturbi del comportamento alimentare, che possono vedere proprio in percezioni dell’io corporeo non proprio conformi alla realtà uno dei meccanismi che li determinano e soprattutto li mantengono nel tempo.

Sia chiaro: queste problematiche richiedono approcci specifici, da definire caso per caso, quando si parla di anoressia e bulimia o di un’alternanza tra queste condizioni. Ma non bisogna dimenticare che a volte entrano in gioco altre modalità di espressione del bisogno di percepire un corpo “diverso” da quello che si vede, come ad esempio la bigoressia.

Questo quadro è caratterizzato da una percezione dell’immagine corporea focalizzata sulla massa muscolare, tanto che chi fa i conti con la situazione tende a mostrare una continua e ossessiva preoccupazione per quanto riguarda la propria massa muscolare e, anche a discapito della propria salute, rischi di praticare diete incongrue.

Se sul fronte clinico occorre prestare attenzione alle possibili “spie” che possono mettere in guardia sull’insorgenza di un disturbo del comportamento alimentare, come la preoccupazione per il cibo e il peso, una dieta eccessiva, il conto delle calorie, la tendenza a pesarsi più volte al giorno, la nascita del senso di colpa e di vergogna sull’alimentazione, la ricerca di neuroscienziati e psicologi coordinati da Jane Aspell e Jennifer Todd si è concentrata sui segnali invisibili che cuore e intestino inviano al cervello.

E’ la prima volta che un’indagine scientifica associa l’immagine corporea e l’elaborazione da parte del cervello dei segnali inconsci che arrivano al cervello stesso. In sintesi, pare che quando il sistema nervoso è meno pronto a recepire le segnalazioni che giungono dal corpo, si tende ad avere un’immagine più negativa del proprio corpo e a preoccuparsi di più per il peso.

L’indagine ha preso in esame adulti in salute, prima sottoposti ad analisi della percezione della propria immagine corporea, poi studiati sotto l’aspetto dei segnali interni, come meccanismi di aggiornamento impercettibili del nostro benessere.

Sul fronte biologico, l’intensità della correlazione tra intestino e cervello si è misurata attraverso la registrazione dell’attività elettrica delle aree coinvolte, mentre per il cuore si sono misurate le risposte del cervello ai battiti cardiaci.

Risultato: risposte cerebrali più deboli agli stimoli in arrivo a intestino e cuore sono risultate associate ad una maggior percezione di un corpo che non “piace” e quindi anche di ansie per il peso.

Sperare di portare a livello di coscienza questi “messaggi” impercettibili, in futuro, potrebbe portare a nuove vie di approccio per contrastare non solo i problemi legati al comportamento alimentare, ma tante condizioni che si possono associare ad una percezione non corretta della propria immagine corporea.

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