“Uccide 11 milioni di persone ogni anno, fra le quali circa 3 milioni di bambini. E provoca disabilità in milioni di altri”. A descrivere così le conseguenze della sepsi, nella Giornata mondiale dedicata a questa condizione, è Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Il dottor Tedros lancia un appello a tutti i Paesi “per investire nella prevenzione della sepsi, nella diagnosi precoce e in una gestione clinica mirata e tempestiva”. Che possa contribuire a salvare vite umane.
Ma che cos’è la sepsi? Si tratta di una “complicazione di un’infezione, le cui conseguenze possono essere molto gravi e potenzialmente mortali. Consiste – spiega l’Istituto superiore di sanità – in una risposta infiammatoria eccessiva dell’organismo a un’infezione generalizzata che danneggia tessuti e organi, compromettendone il funzionamento. Senza una cura immediata può provocare la morte”.
La sepsi può colpire chiunque abbia contratto un’infezione, tuttavia è più frequente in neonati, bambini, anziani e persone con malattie persistenti nel tempo (croniche) o altre condizioni mediche che indeboliscono il sistema immunitario.
Il peso globale della sepsi è difficile da quantificare, sottolinea l’Oms, anche se solo nel 2017 ci sono stati 48,9 milioni di casi e 11 milioni di decessi correlati alla sepsi in tutto il mondo, che hanno rappresentato quasi il 20% di tutti i decessi globali. Quasi la metà di tutti i casi di sepsi globali si è verificata tra i bambini, con una stima di 20 milioni di casi e 2,9 milioni di decessi globali nei bambini di età inferiore ai cinque anni.
Esistono significative disparità regionali nell’incidenza e nella mortalità della sepsi; circa l’85,0% dei casi e dei decessi correlati alla sepsi in tutto il mondo si è verificato nei Paesi a basso e medio reddito, afferma ancora l’Oms.
La sepsi può essere la manifestazione clinica di infezioni acquisite sia in ambito comunitario che in strutture sanitarie. E proprio le infezioni associate all’assistenza sanitaria sono uno, se non il più frequente, tipo di evento avverso che si verifica durante l’erogazione delle cure e colpiscono centinaia di milioni di pazienti in tutto il mondo ogni anno. Poiché queste infezioni sono spesso resistenti agli antibiotici, possono portare rapidamente al deterioramento delle condizioni cliniche.