L’inaccettabile aggressione no green pass al Policlinico

Policlinico pronto soccorso
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Un’aggressione vile e inaccettabile, quella di stanotte al pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma. Ancora una volta, fra le vittime, operatori sanitari impegnati a tutelare la salute delle persone, anche dei manifestanti violenti. Un donna, un’infermiera, è stata colpita alla testa con una bottiglia.

Ma che cosa è accaduto? Una trentina di manifestanti no green pass ha assaltato nella notte il pronto soccorso del Policlinico, dove era stato ricoverato uno dei partecipanti alla protesta contro il green pass, sfondando la porta di ingresso. “La situazione è tornata alla normalità dopo alcune ore con l’intervento delle forze di polizia – ha spiegato l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, sul posto per un sopralluogo – Ci sono 4 feriti, due tra le forze dell’ordine e due operatori sanitari“.

“Un atto di squadrismo”, ha stigmatizzato il ministro della Salute Roberto Speranza. “Solidarietà ai medici, infermieri e operatori sanitari del pronto soccorso dell’Umberto I di Roma vittime di un vile attacco avvenuto questa notte. Un altro atto di squadrismo ai danni di chi tutti i giorni lavora per tutelare la salute delle persone”. Speranza ha assicurato “piena fiducia nel lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine affinché individuino al più presto i responsabili”.

Quello di stanotte non è stato certo il primo episodio ai danni degli operatori sanitari, nel mirino da tempo anche dei no vax. Ma a preoccupare è l’escalation di violenza.

“Un attacco inaudito ed intollerabile”, quello che ha coinvolto il Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I, “dove ieri notte, medici ed infermieri sono stati costretti a sigillare i locali per arginare la pressione violenta dei manifestanti arrivati a decine. Ho voluto ringraziare questa mattina le nostre operatrici e i nostri operatori per il coraggio e la dedizione, non hanno fatto un passo indietro contro i violenti ed hanno sempre garantito l’assistenza – ha sottolineato D’Amato – Il bilancio, purtroppo, parla di due operatori sanitari feriti, una infermiera ha ricevuto una bottiglia in testa, e due agenti feriti. E’ intollerabile, giù le mani dal personale sanitario!”.

D’Amato questa mattina, accompagnato dal direttore generale del Policlinico Umberto I, Fabrizio d’Alba e Francesco Pugliese, direttore del Dea, ha visitato il Pronto soccorso e incontrato gli operatori in servizio dopo la denuncia di quanto accaduto ieri dopo le manifestazioni.

Ma come è nato l’attacco? Uno dei fermati alla manifestazione no green pass è stato portato in Pronto soccorso per accertamenti, “dato lo stato di visibile alterazione. La persona in stato di fermo domani sarà processata per direttissima. “Durante il triage – ricostruisce l’assessorato – l’uomo ha insultato e aggredito, non solo verbalmente alcuni operatori sanitari e il personale di vigilanza”. Contemporaneamente all’esterno del Pronto Soccorso si erano radunati almeno 30-40 manifestanti violenti che hanno preso di mira con urla e slogan gli operatori sanitari.

“L’intervento della Celere ha evitato che la situazione degenerasse, anche se i violenti entranti di forza nell’ area Accoglienza hanno in tutti i modi impaurito e minacciati i presenti. Tutti gli operatori sanitari hanno comunque garantito il loro servizio, nonostante il clima di paura ed intimidazione imposto dai manifestanti, che sono stati poi allontanati dalla Celere che ha presidiato l’ospedale per tutta la notte”, ha ricostruito il direttore d’Alba.

L’assessore ha poi detto all’Ansa: “E’ stata forzata la porta d’ingresso, sono state divelte barelle e gli operatori si sono barricato dentro. I facinorosi sono però riusciti ad entrare nell’area rossa del pronto soccorso”.

Stamattina il presidente della Federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli, aveva stigmatizzato la violenza no green pass di ieri, che fra gli obiettivi ha avuto la sede della Cgil a Roma. “Un attacco gravissimo e senza precedenti, se non negli anni più bui della nostra storia – prosegue Anelli – Una violenza inedita e da non sottovalutare, messa in atto da chi invoca la libertà e si avventa contro le istituzioni che tale libertà sorvegliano e custodiscono”.

“Siamo vicini ai medici, gli infermieri e a tutti gli operatori sanitari del Policlinico Umberto I di Roma, oggetto questa notte di un inaccettabile attacco da parte di una trentina di manifestanti. Esprimiamo la nostra solidarietà ai due operatori feriti e a tutti i colleghi che hanno continuato a curare in condizioni così difficili”, ha aggiunto in queste ore Anelli.

“Non è possibile che l’opposizione al green pass o al vaccino si trasformi in una guerra. E che a farne le spese siano i medici, gli operatori sanitari, ‘colpevoli’ solo di stare dalla parte della scienza, della salute, della cura – ha aggiunto Anelli – Diciamo ‘no’ a questa violenza di stampo ideologico che sfocia in veri e propri atti di squadrismo. Come ha ricordato oggi Papa Francesco, la cura è la strada maestra che conduce alla pace è il contrario dell’indifferenza, dello scarto, del violare la dignità dell’altro, cioè di quell’anti-cultura che è alla base della violenza e della guerra. I medici sono operatori di pace. E non nemici da combattere perché vogliono curare, o perché mettono in guardia contro Covid, o perché indicano il vaccino come via di uscita dalla pandemia”.

“È triste, e può segnare l’inizio di tempi veramente oscuri, che ci sia chi, per una captatio benevolentiae a fini politici o personali, strumentalizza le paure delle persone, vendendo menzogne pericolose in cambio di verità sgradite”, ha sottolineato Anelli, scagliandosi contro chi “fomenta un clima di odio e di violenza che travolge proprio quelle istituzioni presidio della democrazia e della convivenza civile. È questa la vera dittatura sanitaria, perché baratta diritti e libertà fondamentali dell’individuo e della collettività con gratificazioni immediate e fallaci”.

“Ora diciamo: basta. Chiediamo che sia applicata pienamente la Legge contro la violenza sugli operatori sanitari. Chiediamo che non ci sia indulgenza contro questo attacco, e contro quello alla sede della Cgil, perché sono aggressioni che vogliono mettere in forse la tenuta stessa della democrazia. E chiediamo prevenzione, perché i medici restino operatori di pace e non diventino bersaglio di lotte che nulla hanno a che vedere con la tutela della salute”. Nessuno, ha puntualizzato il presidente degli Ordini dei medici, “può chiamarsi fuori: siamo di fronte a un attacco duro che richiede una risposta ferma dello Stato, delle Istituzioni, della Società civile, appunto, e di tutti i cittadini che credono nella Costituzione e sono fedeli ai suoi principi”.

Molto duro anche Giovanni Migliore, presidente di Fiaso, la Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere. “Esprimiamo la nostra più ferma condanna contro gli inammissibili episodi di violenza, di aggressione, di intimidazione che si sono verificati ieri e che sono ben lontani dal diritto di libera manifestazione del dissenso, che è fondamento della nostra democrazia. Alla Cgil va la nostra solidarietà per l’attacco subito”.

“Dobbiamo opporci fermamente alle derive violente cui abbiamo assistito, che sono frutto di un clima di odio e di ignoranza, di un ingiustificato rifiuto della scienza, di una inaccettabile mancanza di attenzione per il bene comune – ha aggiunto Migliore – Uniti dobbiamo reagire per condannare questi atti deplorevoli, che costituiscono un attacco al Ssn e alla sua dimensione universalistica e solidaristica: il diritto alla salute è un diritto fondamentale che non può e non deve essere messo a rischio da una minoranza violenta”.

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. In queste ore val bene ricordare l’articolo 1 della nostra Costituzione: il lavoro è un diritto, come lo è la salute. L’articolo 32, citato spesso dal ministro Speranza, lo dice in modo netto: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

Rispetto per la persona umana. Ecco perché oggi la violenza ai danni del pronto soccorso del Policlinico preoccupa. L’auspicio è che non si sottovaluti quanto avvenuto: l’attacco al pronto soccorso del Policlinico non è un episodio di cronaca da banalizzare e archiviare, ma il segnale che si è superato il limite.

La risposta deve essere netta e rapida. Lo richiedono gli italiani che hanno fatto il vaccino, hanno scaricato il green pass, e soprattutto i connazionali che nella sanità ci lavorano. Non lasciamoli soli, in balia dei violenti.

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