Mentre l’elenco delle varianti Covid continua ad allungarsi, arrivano nuovi dati su quelle finite ‘nel mirino’ dell’Organizzazione mondiale della sanità. Questa volta i il gruppo italiano dei ‘cacciatori di varianti’ si è concentrato sulla variante Lambda, scoperta per la prima volta un anno e mezzo fa, nel marzo del 2020, in Perù e che ormai circola in diversi Paesi, anche se non in Italia.
“Ebbene, abbiamo scoperto che la variante Lambda è meno contagiosa della Delta”, ci racconta Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia della facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, fra gli autori del nuovo lavoro, accettato per la pubblicazione da Biomolecules.
Lo studio è firmato, tra gli altri, da Stefano Pascarella, del Dipartimento di scienze biochimiche della Sapienza, Marta Giovanetti, dell’Oswaldo Cruz Institute di Rio de Janeiro, Roberto Cauda, del Dipartimento di Sicurezza e Bioetica, Sezione Malattie Infettive dell’Università Cattolica di Roma e da Antonio Cassone, del Centro di genomica, genetica e biologia di Siena.
“Abbiamo confrontato la variante Lambda con la Delta: la prima si è rivelata meno contagiosa rispetto alla Delta, ormai dominante in Italia”. Una buona notizia? “Le mutazioni della variante Lambda potrebbero dare un po’ fastidio agli anticorpi vaccinali, ma in realtà questa è una variante che può essere ancora controllata dal vaccino. Ha una sua contagiosità che però è inferiore alla Delta e difficilmente andrà a soppiantarla, da quello che ci dicono i dati”. Per quanto riguarda l’aggressività “dobbiamo essere chiari: la letalità di questo virus non è mai cambiata, è sempre intorno a 2”.
“In Italia la variante Lambda non è arrivata – precisa l’esperto – e se arriverà lo farà attraverso i viaggi. Il problema del Sudamerica è legato al fatto che non c’è un’alta percentuale di vaccinati: così il virus circola di più e fa più mutazioni”.
Inoltre, conferma Ciccozzi, “il virus Sars-Cov-2 ormai ha puntato sulle delezioni: spezza un pezzo del genoma, dove ci sono dei ‘pezzetti’, gli epitopi, che il nostro sistema di difesa riconosce, e se ne libera. Se lui li elimina, si rende irriconoscibile. Questa è la missione del virus adesso”. In pratica, rendersi invisibile: mimetizzarsi per sfuggire alle nostre difese. Un Coronavirus ‘sotto copertura’.
“Questo è il rischio: ovvero che emerga una variante in grado di nascondersi e sfuggire ai vaccini. E il pericolo è più alto nelle aree del mondo in cui il tasso di vaccinazione è ridotto”.