Storie di vaccini e ricerca, scienza motore del Paese

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“Grazie alla ricerca abbiamo avuto in tempi rapidi accesso a vaccini che, alla prova dei fatti, si sono dimostrati sicuri e molto più efficaci di quanto si poteva immaginare: l’obiettivo che si voleva raggiungere era una protezione del 50%, e siamo arrivati al 95%”. E’ il bilancio di Gennaro Ciliberto, direttore scientifico dell’Irccs Istituto nazionale Regina Elena di Roma, intervenuto a Roma all’incontro ‘Science and Innovation in a Global Health. La ricerca come motore di sviluppo sociale ed economico del Paese’, organizzato da Fortune Italia e dal Centro Studi Americani, all’interno del progetto Italia-America Cultural Bridge.

Ma perché , allora, le ombre sui vaccini non sembrano essersi diradate? “Ci sono stati degli errori di comunicazione, in parte legati alla mancanza di ‘filtro’ degli interlocutori chiamati a parlare della pandemia. Sono state coinvolte persone che non avevano una competenza scientifica, e questo ha generato confusione”, afferma Ciliberto.

Secondo Ruggero De Maria, presidente di Alleanza contro il Cancro, “dovrebbe farci riflettere il fatto che i no-vax sono venuti fuori quando il virus ha smesso di farci paura. Quindi finché c’era il pericolo, l’alta mortalità, il lockdown, erano tutti attenti. Poi, appena i vaccini ci hanno tirato fuori dall’emergenza, le persone hanno iniziato a protestare per presunti limiti alla propria libertà. Si tratta comunque di una minoranza, molto rumorosa, alimentata dai social media”.

De Maria invita a guardare a cosa è accaduto in Gran Bretagna, dove da luglio è scattato il ‘liberi tutti’. “Adesso hanno contagi molto elevati e un grosso numero di ospedalizzazioni”. Insomma, secondo De Maria quella scelta dall’Italia è la strada giusta. E quello dei no-vax è “un fenomeno fisiologico in un Paese in cui non tutti hanno il senso civico che dovrebbe accomunarci”, ‘figlio’ anche dell’efficacia dei vaccini.

“Dobbiamo essere molto contenti per il fatto che l’85% della popolazione in Italia è vaccinata”, ha sottolineato Daniela Corda, direttore Dipartimento di scienze biomediche del Cnr. “Certo, c’è il problema della dis-informazione. Non si può trasmettere un dibattito ‘uno contro uno’ tra uno scienziato e un no-vax alla pari: il primo parla in nome della scienza, e l’altro? Abbiamo una grossa responsabilità in questo”. Per Corda è importante agire sull’istruzione e sui giovani, “diffondendo conoscenza e cultura scientifica. Una buona scuola, aperta a tutti gli ambiti del sapere, fin dalle elementari, apre la mente al pensiero. Un po’ più di enfasi soprattutto in Italia sulla cultura scientifica è importantissima”.

Nell’incontro si è parlato di ‘Storie di vaccini. Dal vaiolo al coronavirus, tra sfide e successi‘ (edito da La Bussola), libro in cui Ciliberto racconta belle storie di creatività e ricerca, gettando luce sul perché un Paese come il nostro, con scarsi finanziamenti da sempre, si ritrovi ad essere protagonista e competitivo nel campo dei vaccini, in particolare contro Covid-19.

Un libro che “racconta storie scientifiche e personali, che parla del piacere della scoperta – come ha sottolineato in un videomessaggio Giuseppe Ippolito, direttore della ricerca del ministero della Salute – Un libro che parla di ricerca, quella vera, che porta le persone a spremersi il cervello, a non dormirci la notte. Un libro utile anche per i giovani, che hanno bisogno di sapere che solo il sacrificio e l’impegno pagano. Non si devono far intimidire dal fatto che persone senza meriti talvolta arrivano a posizioni” di rilievo.

Quello che stiamo vivendo è un momento eccezionale: secondo gli esperti intervenuti all’incontro la ricerca su Covid-19 si tradurrà in risultati importanti anche in altri settori. “E’ il caso dell’oncologia: nel libro si spiega come il vaccino Pfizer BioNTech derivi proprio da una ricerca nata per l’oncologia, e poi adattata a Covid-19. In ogni caso i vaccini a mRna hanno grandi potenzialità e” in futuro “saranno un’arma contro i tumori”, ha detto De Maria.

Ma se la ricerca va avanti, c’è davvero bisogno di nuovi vaccini contro Covid-19? “Questi vaccini su base genetica sono del tutto nuovi, e ancora non è chiaro quale sia la piattaforma migliore su base genetica. I vaccini a disposizione sono molto efficaci e ben tollerati, ma ci sono ancora domande a cui non abbiamo risposto. Continuare la ricerca sulle piattaforme serve sia per l’emergenza Covid, sia per possibili altri usi”, ha spiegato Lucio Rovati, Ceo di Rottapharm Biotech.

L’azienda, insieme a Takis, è protagonista di una delle ricerche su un candidato vaccino Made in Italy. Ma a che punto è lo studio? “Abbiamo quasi completato dal punto di vista clinico la ricerca di fase I, i risultati preliminari sono molto buoni, soprattutto dal punto di vista della risposta cellulare. Il che ci fa ben sperare: questa piattaforma tecnologica, oltre a Covid, potrebbe essere utile per altre indicazioni. Ad esempio contro il cancro”, ha concluso Rovati.

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