Zanzara coreana, l’identikit

zanzara coreana
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Mentre gli italiani hanno ormai riposto da tempo zampironi e piastrine repellenti anti-zanzara, gli entomologi non abbassano la guardia e continuano a sorvegliare le ‘migrazioni’ di questo che è l’animale (cioè l’insetto) più mortale al mondo. Usando ‘trappole’ speciali, alcuni ricercatori sono così riusciti a individuare la presenza della zanzara coreana (Aedes koreicus) in Lombardia.

Un annuncio che, piombato sui nervi degli italiani, scossi dalla pandemia, sta rischiando di montare a dismisura fino a diventare psicosi. Perché l’animaletto in questione resiste alle temperature autunnali ed è ormai autoctono in diversi Paesi della Comunità Europea, come il Belgio, che lo ospita dal 2008, ma anche le colline del bellunese (Veneto), dal lontano 2011.

Mentre nel 2012-13 le ‘coreane’ sono state avvistate tra Chiasso e Como e, nel 2015, a Genova. A riportare al centro dell’attenzione la zanzara coreana, che come visto non rappresenta esattamente una novità per l’Europa, è stata una ricerca dell’Università di Milano pubblicata su Parasites & Vectors che ha nel titolo un’altra parola inquietante: alien.

Non c’è evidentemente in questo nessun riferimento al celebre film di fantascienza dalle scene pulp, ma solo alla geolocalizzazione di questa specie, appannaggio di Corea, Giappone e altre zone dell’Asia Orientale, e non certo delle colline del bergamasco, dove ne sono state trovate delle larve.

Agata Negri (Università di Milano) e Irene Arnoldi (Università di Pavia), prime autrici dello studio ed entrambe componenti dell’Italian Malaria Network, ci ricordano che queste zanzare, caratterizzate da un comportamento spiccatamente antropofilico (adorano cioè nutrirsi del nostro sangue), sono potenziali vettori di nematodi (Dirofilaria immitis e Brugia malayi) e di virus come il chikungunya, che è poi quello che le rende pericolose.

Lo scorso anno, nell’ambito di un programma di sorveglianza delle specie invasive di zanzare nella provincia di Bergamo, un’indagine morfologica e genetica ha consentito di individuare la presenza di larve di Aedes koreicus.

Questo apre dunque nuovi possibili scenari di trasmissione di malattie veicolate da zanzare anche in montagna e anche dopo la stagione estiva. Quella coreana potrebbe dunque diventare il prossimo esempio di zanzara esotica ambientatasi in Italia, dopo la famigerata ‘tigre’ (Aedes albopictus).

Gli autori dello studio ci informano anche del fatto che la zanzara coreana ha già colonizzato un’area di oltre 3.000 Km2 nella zona collinare e delle pre-Alpi dalla Liguria, al Trentino al Veneto e che la marcia colonizzatrice dell’insetto potrebbe presto proseguire in direzione sud e ovest.

Un’espansione ‘facile’ perché come visto questa zanzara non teme le temperature rigide dell’autunno, al contrario delle altre specie che dunque non rappresentano dei competitor.

L’analisi morfologica delle zanzare – addome a strisce chiare, zampe puntinate di bianco e femori delle zampe posteriori tutti bianchi – scoperte nella bergamasca fa ritenere che provengano dall’isola di Jeju (Corea), posto idilliaco, gettonatissimo per i viaggi di nozze dai coreani. L’insetto potrebbe essere atterrato con i voli charter (e non) all’aeroporto di Orio al Serio, ma potrebbe essere arrivato a Bergamo proveniente da altre aree infestate dell’Italia, viaggiando su gomma, da Vicenza e Verona ad esempio.

La ‘coreana’ insomma si muove lungo le vie del commercio e del turismo. E i suoi spostamenti vanno monitorati con attenzione, ma senza farsi prendere dal panico. Che di motivi d’allarme ce ne sono già tanti in questo periodo.

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