Virus respiratorio sinciziale, cosa c’è dietro l’allarme

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Abbassate le mascherine e ripresa la socialità perduta durante il periodo più nero della pandemia, tornano a fare capolino le infezioni virali stagionali. Come quella del virus respiratorio sinciziale (Rsv), che insieme a quello dell’influenza e a quelli parainfluenziali accompagnano ogni anno il nostro autunno-inverno.

In questi giorni le pagine dei quotidiani e delle agenzie di stampa riportano titoli allarmistici circa un’esplosione dei casi di ospedalizzazione di bambini piccoli a causa di infezioni da virus sinciziale. Anche la piccola Vittoria, figlia dei Ferragnez, è stata contagiata. E subito si è diffusa in Rete un’allerta. Ma come stanno veramente le cose? I reparti pediatrici sono davvero saturi di piccoli pazienti con complicanze da Rsv?

“Nell’ultima stagione, diciamo tra ottobre 2020 e aprile 2021, i casi di Rsv sono stati pochissimi perché vi è stato un periodo prolungato di lockdown e le scuole sono state chiuse per mesi. Anche i bambini più piccoli sono stati per lungo tempo a casa dall’asilo. Oggi tutto è ripartito. I reparti pediatrici sono tornati a vedere le casistiche che normalmente si presentavano nell’era pre-Covid. Compresi i quadri clinici dovuti a Rsv che stanno interessando una popolazione pediatrica che non ha praticamente incontrato dal punto di vista immunologico patogeni diversi dal Sars-CoV-2 dal marzo 2020″, commenta Susanna Esposito, direttore della Clinica pediatra dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Parma e presidente Waidid (World Association for Infectious Diseases and Immunological Disorders).

“Dobbiamo, però, essere chiari: non c’è attualmente una situazione di allarme. Semplicemente siamo tornati alla ‘normalità. Anche se, essendo a metà dell’autunno, la curva epidemica sta aumentando”, aggiunge.

Ma cos’è l’Rsv , come si trasmette e chi colpisce maggiormente? “Si tratta di un virus respiratorio che si trasmette per via aerea attraverso le mucose di naso bocca e occhi. Si può contrarre l’infezione anche toccando con le mani secrezioni nasali o buccali infette e, quindi, strofinandosi con le mani occhi o naso. Questo virus può sopravvivere per molte ore sulle superfici dure come tavoli, maniglie delle porte, giocattoli e culle. Infetta soprattutto i bambini. Ma è l’età a fare la differenza sugli effetti che esso produce sul bambino. Generalmente i sintomi sono più gravi al di sotto dei due anni, età in cui il virus attacca le basse vie respiratorie. Ciò può provocare la bronchiolite, patologia che si caratterizza per difficoltà respiratorie, inappetenza e febbre, che causa spesso la necessità di un ricovero. Nei bambini più grandi, invece, a essere interessate sono di solito le alte vie respiratorie e solo raramente si arriva al ricovero”, precisa Esposito.

Difficoltà a respirare, febbre alta: paiono sintomi simili a quelli dell’infezione da Sars-CoV-2. Di questi tempi come fare a distinguere? “I pediatri sanno bene che il coronavirus nei bambini determina sintomi gastrointestinali oltre che la febbre. E questo è già buon elemento distintivo”, spiega la pediatra.

Vien da chiedersi però cosa possono fare i genitori, magari in difficoltà a capire cosa accade ai propri figli in tempi di Covid. “I genitori di bimbi sotto i due anni possono capire se si tratta di Rsv osservando bene il modo di respirare del figlio senza maglietta. In genere compie movimenti ampi delle narici per favorire l’entrata di aria. In più si crea una fossetta particolarmente pronunciata a livello della gola al momento dell’inspirazione. Così come una rientranza pronunciata a livello del torace”, suggerisce Esposito, che non si presta a fare previsioni per i prossimi mesi sull’andamento dell’infezione da virus respiratorio sinciziale.

“Differentemente da quanto si possa pensare, i medici non possono prevedere il futuro. Soprattutto quest’anno. È la prima volta che i due virus, quello respiratorio sinciziale e il Sars-Cov-2, convivono in una situazione in cui la popolazione pediatrica ha ripreso una normale socialità. Dobbiamo osservare ed essere pronti a intervenire. Per ora, comunque, non è stato rilevato nemmeno un caso di coinfezione da parte di questi due virus”.

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