Vaccini, in Usa ok a Pfizer per bambini tra 5 e 11 anni

Pfizer vaccino
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Semaforo verde da parte delle autorità sanitarie statunitensi alla somministrazione del vaccino Pfizer BioNTech nei bambini tra i 5 e gli 11 anni. Dopo l’approvazione della Food and Drug Administration (l’agenzia del farmaco americana) anche i Centers for Disease Control and Prevention hanno dato il via libera alle vaccinazioni per i più piccoli.

La campagna vaccinale partirà dal prossimo 8 novembre e interesserà una potenziale platea di circa 28 milioni di bambini. Verranno somministrate due dosi da 10 milligrammi (un terzo del siero usato per adolescenti e adulti) a distanza di tre settimane. Secondo uno studio clinico condotto da Pfizer BioNTech su circa 2300 bambini di età compresa tra 5 e 11 anni, il vaccino garantisce una efficacia vicina al 91% nel prevenire la Covid-19, senza nessun effetto collaterale grave.

In una nota diffusa sul sito della Casa Bianca, il presidente Joe Biden ha accolto con soddisfazione la notizia: “Oggi abbiamo raggiunto un punto di svolta nella nostra battaglia contro il Covid-19: l’autorizzazione di un vaccino sicuro ed efficace per i bambini dai 5 agli 11 anni consentirà ai genitori di porre fine a mesi di ansiosa preoccupazione per i propri figli e ridurre la misura in cui i bambini diffondono il virus ad altri. È un importante passo avanti per la nostra nazione nella nostra lotta per sconfiggere il virus”.

“Vaccinare i bambini più piccoli contro Covid-19 ci permetterà di tornare ad un senso di normalità – ha dichiarato Janet Woodcock, commissario ad interim della Fda – La nostra valutazione completa e rigorosa dei dati relativi alla sicurezza e all’efficacia del vaccino dovrebbe aiutare ad assicurare ai genitori che questo vaccino soddisfa i nostri elevati standard”.

Secondo le autorità sanitarie americane, dall’inizio della pandemia sono stati circa 1,9 milioni i bambini tra 5 e 11 anni positivi al coronavirus; le morti almeno 146. Anche in Europa l’Ema ha iniziato la valutazione del vaccino per questa classe di età, e per la fine di novembre è attesa una decisione al riguardo proprio su Pfizer.

“Ci auguriamo che quanto prima anche Ema e Aifa possano pronunciarsi positivamente sulle vaccinazioni dei bambini tra 5 e 11 anni – ci ha detto Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di pediatria (Sip) – Parliamo di una fascia di età che raggruppa un elevato numero di bambini ancora scoperti dalla protezione vaccinale e che costituiscono un serbatoio per la circolazione del virus. Il vaccino – osserva – serve sia come protezione individuale sia come protezione del mondo che ruota intorno al bambino, perché non dobbiamo dimenticare gli effetti indiretti che l’infezione comporta per i genitori dei piccoli, che sono costretti a rimanere a casa con ripercussioni non solo individuali, ma anche sociali ed economiche”.

Nonostante la minore severità della malattia nei bambini, Staiano sottolinea come anche in questa fascia di età vi siano state delle manifestazioni gravi della malattia: “Abbiamo avuto bambini al di sotto dei 10 anni con sintomatologie importanti che hanno richiesto l’ospedalizzazione e casi di complicanze dell’infezione come la Mis-C (sindrome infiammatoria multisistemica, una infiammazione contemporanea di diversi organi) che ha portato oltre 360 bambini al ricovero”.

È dello stesso avviso Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi del capoluogo meneghino che ci spiega come il via libera delle autorità americane sia “una necessità, poiché in questo momento la variante delta del virus coinvolge molto più di prima le fasce di età più basse della popolazione”.

Anche Pregliasco sottolinea i rischi, seppur minimi, di casi gravi nei più piccoli: “L’1% dei bambini in Italia che hanno contratto il virus ha avuto delle forme un po’ pesanti e purtroppo abbiamo avuto anche 33 morti. Inoltre – ricorda il virologo – anche per i più piccoli esiste il rischio di Long Covid”.

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