Disco verde Ema a vaccino Novavax, come funziona

Novavax
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Nuvaxovid dell’americana Novavax è il quinto vaccino anti-Covid, efficace al 90%, approvato dall’Agenzia europea dei medicinali (Ema).
Il comitato scientifico di Ema ha infatti autorizzato la commercializzazione e l’utilizzo di questo vaccino nelle persone con più di 18 anni. Il disco verde dell’autorità regolatoria europea era nell’aria ed era atteso proprio entro la fine di questo 2021.

L’ok arriva oggi e stabilisce che, secondo l’Autorità europea che valuta i medicinali, i dati scientifici del dossier presentato dall’azienda produttrice rispettano i criteri di efficacia, sicurezza e qualità previsti dall’Ue.
Quello di Novavax rappresenta il primo di una nuova classe di vaccini contro Covid. Non è né di tipo adenovirale (come quelli di AstraZeneca e Johnson & Johnson) né a mRna (Pfizer-BioNTech e Moderna).

Si tratta invece di un ‘vaccino proteico’. Significa che è costituito dalla proteina Spike del virus (quella che permette il riconoscimento tra virus e cellule umane, responsabile dell’infezione) sintetizzata in laboratorio. Quando viene iniettata nell’organismo, essa viene riconosciuta come estranea e attiva la risposta immunitaria. Si producono così sia anticorpi che cellule T in grado di riconoscere e inattivare il virus, qualora la persona vaccinata venisse poi in contatto con esso. Oltre alla proteina Spike, il vaccino contiene anche un ‘adiuvante’, cioè una sostanza in grado di aumentare la risposta immunitaria al vaccino.

Ma cosa ha portato Ema a dare l’ok a questo vaccino? Basiamoci sui dati.
Partiamo col dire che complessivamente il vaccino è stato testato attraverso due studi clinici su 45mila persone tra Messico, Usa e Regno Unito. In uno studio, somministrando il vaccino a una parte dei soggetti, a fronte di un’altra parte che riceveva placebo, si è registrata una riduzione del 90,4% dei casi sintomatici di Covid-19 a sette giorni dalla somministrazione della seconda dose nel gruppo vaccinato con Nuvaxovid. Segnale che il vaccino è efficace. Efficacia analoga è stata riscontrata nel secondo studio: la riduzione dei casi sintomatici di Covid è stata dell’89,7%.

Veniamo agli effetti collaterali. Tra i più comuni, in generale di livello lieve o moderato, si sono manifestati dolore al sito di iniezione, stanchezza, dolore muscolare, mal di testa, nausea e vomito. Sintomi che comunque si risolvono in uno o due giorni dopo la vaccinazione.

Un aspetto importante riguarda il fatto che il vaccino di Novavax è stato progettato sul ceppo originale del virus Sars-Cov-2 e su alcune ‘varianti di preoccupazione’ come l’Alfa e la Beta, che erano presenti al momento in cui l’azienda iniziò la ricerca preclinica e clinica. Precisa la nota stampa di Ema: “Attualmente i dati dell’efficacia di Nuvaxoid contro altre varianti di preoccupazione, inclusa Omicron, sono limitati”.

Quanto al regimen di vaccinazione, secondo la sperimentazione dell’azienda questo vaccino prevede la somministrazione in due dosi, a distanza di 3 settimane l’una dall’altra.

Il vaccino di Novavax è già stato soprannominato il ‘vaccino dei no-vax’. Il motivo sembra risiedere nel fatto che esso si basa sulla tecnologia delle proteine ricombinanti utilizzata già da anni per la realizzazione di altri vaccini, ad esempio contro pertosse, epatite e meningite. E proprio per questa ‘longevità’ tecnologica, potrebbe essere meglio accettato da chi ha, invece, dubbi sui vaccini a mRna, la cui tecnologia è ritenuta nuova. Anche se nuova non è, giacché risale a circa 30 anni fa.

Ora che l’ok alla commercializzazione è arrivato, il vaccino potrà essere realmente disponibile per la somministrazione anche in Europa, sulla scorta dell’accordo siglato ad agosto tra la Commissione europea e Novavax che prevede una fornitura di un massimo di 200 milioni di dosi. Secondo quanto riportato dalla stampa anglosassone, l’azienda sarebbe in grado di rendere disponibili le prime dosi per l’Europa già il prossimo gennaio.

Prima dell’Europa il vaccino Novavax aveva ricevuto l’Ok all’utilizzo in Indonesia e nelle Filippine, oltre ad essere stato inserito nella lista di vaccini approvati anche dall’Organizzazione mondiale della sanità. E, riporta una nota stampa del produttore, entro fine anno dovrebbe essere inviata la richiesta di approvazione anche alla Food and Drug Administration, l’autorità regolatoria statunitense.

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