Covid, mascherine e green pass: ecco cosa cambia

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Ci siamo quasi: giovedì 10 febbraio sarà l’ultimo giorno prima di dire addio alle mascherine anti-Covid all’aperto, almeno in zona bianca. Dopo la proroga delle scorse settimane infatti, gli ultimi numeri della pandemia e il calo della curva della quarta ondata (ieri 93.157 nuovi casi, ma teniamo anche conto dell’effetto domenica, con ancora 375 morti) suscitano ottimismo. Così la misura, che sarebbe dovuta scadere il 31 gennaio, non sarà ulteriormente prorogata: la data da segnare sul calendario è l’11 febbraio. Ma attenzione: l’addio alle mascherine all’aperto, stando così le cose, riguarderebbe solo le Regioni in zona bianca, ovvero Basilicata, Molise e Umbria.

Quando sarà possibile per il resto d’Italia rinunciare a coprirsi il volto all’aperto? La misura, che in effetti nelle strade delle nostre città ormai non viene sempre rispettata, potrebbe avere i giorni contati: dal ministero della Salute trapela un certo ottimismo. Ci avviamo “gradualmente verso la normalità”, come ha detto ai microfoni di Radio24 il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.

L’impatto della variante Omicron su una popolazione in larga misura vaccinata, è il ragionamento, si sta rivelando meno pesante di quanto non si temesse. E anche la pressione  sulle terapie intensive sta diminuendo. Mentre i tassi di vaccinazione, pur con il nodo dei bimbi e degli over 50, crescono. “Questa evoluzione positiva ci consente di avviare la progressiva rimozione delle misure di contenimento come l’utilizzo delle mascherine, a breve all’aperto. Mentre è ancora troppo presto per parlare di una loro rimozione anche negli ambienti chiusi”, ha detto Sileri. “Potremo inoltre riaprire attività che sono state particolarmente penalizzate, come le discoteche”.

C’è poi la questione del green pass, divenuto ‘illimitato’ per chi ha fatto la terza dose. Non mancano le pressioni per ‘abolirlo’, come stanno facendo diversi Paesi europei. Ma c’è anche chi è convinto dell’utilità di conservare il certificato verde fino all’estate. Come spiega al ‘Messaggero’ il consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi,  il green pass “bisogna mantenerlo per tutta l’estate. A febbraio vedremo una diminuzione dei casi positivi, a marzo ci sarà un appiattimento. La primavera sarà ottima e così l’estate, ma non possiamo fare a meno delle regole della certificazione verde, altrimenti rischiamo una risalita. Questo sarà l’anno decisivo, possiamo uscirne, ma serve ancora prudenza”.

Su questo fronte, Sileri sembra incline a una maggior apertura, sulla base però dei numeri di Covid-19. “Il green pass sarà rimodulato in parallelo con l’andamento dei dati sulla pandemia: con la gradualità che ci consentirà la circolazione del virus, saranno prese le decisioni più opportune, nella direzione di un alleggerimento delle misure”.

Intanto dal 15 febbraio scatterà l’obbligo (con sanzioni) del super green pass al lavoro per gli ultracinquantenni. Mentre il 31 marzo scatterà la fine dello stato d’emergenza: il primo interrogativo riguarda, quindi, un’eventuale nuova proroga, mentre la corsa del virus sembra rallentare.

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