Due anni di Covid, tra quarta dose ed Elisabetta positiva

Covid vaccini
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Sono ormai passati due anni da Codogno e dalla scoperta del ‘paziente 1’. Due anni durante i quali Covid-19, dal ‘virus misterioso’ di Wuhan, è diventato un nemico ‘domestico’, stravolgendo le nostre esistenze. Se il bollettino di ieri contava 42.081 casi e 141 decessi in Italia, le vittime totali dall’inizio della pandemia sono 152.989, mentre 12,5 milioni di italiani hanno sperimentato un contagio da Covid-19. E questi sono solo i casi registrati, forse la punta di un iceberg.

Intanto colpisce la notizia dal Regno Unito della positività della regina Elisabetta, anche se da Buckingham Palace fanno sapere che “Sua Maestà sta vivendo sintomi lievi simili al raffreddore, ma prevede di continuare compiti leggeri a Windsor nella prossima settimana. Continuerà a ricevere cure mediche e seguirà tutte le linee guida appropriate”. D’altronde la regina – 95 anni e 70 di regno – è vaccinata con tre dosi, esattamente come quasi 37 mln di italiani, e sembra affrontare con la consueta imperturbabilità la situazione. Tanto che sui social pullulano meme che preconizzano una rapida sconfitta del virus pandemico, a opera proprio della tenace sovrana.

Abbiamo accennato ai vaccini, che ci hanno consentito di tornare a una pseudo-normalità. Ma se adesso l’Italia e molti Paesi europei guardano con più ottimismo ai mesi a venire, i costi di due anni di pandemia – tra lockdown, chiusure delle attività e misure anti-virus – sono stati pesanti per il nostro Paese. A fare il punto è il Quotidiano Nazionale, sulla base dei dati di Confesercenti: Covid ha cancellato quasi 4mila euro di spesa a famiglia. Il dato è la somma della riduzione dei consumi rispetto al livello pre-crisi registrata in media da ogni famiglia nel 2020 (-2.653 euro) e nel 2021 (-1.298 euro), per un totale di -3.951 euro. Nel primo anno di pandemia i Italia sono stati persi 183 miliardi di Pil e 137 miliardi di consumi, di cui: 86 miliardi durante la prima ondata (marzo-giugno 2020) e 51 tra novembre 2020 e marzo 2021.

Per non parlare dell’impatto sulla salute mentale, specie quella delle generazioni più giovani. E se ormai la quarta ondata sta arretrando, l’idea degli specialisti è che il virus resterà con noi ancora a lungo. E dunque si fa strada l’ipotesi della quarta dose. “Questo è l’anno cruciale per capire se torneremo a un vita pienamente normale. Sono ottimista, ma la partita non è chiusa. Tra pochi mesi, un pezzo di mondo entrerà nell’autunno: osservandoli, capiremo cosa ci aspetta. A marzo parte la quarta dose per gli immunocompromessi, ma dovremo valutare il richiamo per tutti dopo l’estate. È da considerare probabile, perché il virus non stringe la mano e se ne va per sempre. Purtroppo”, ha detto alla Repubblica il ministro della Salute Roberto Speranza.

E questo perché i vaccini, se pure non azzerano il rischio di contrarre il virus, hanno un ottimo impatto sui rischi di Covid grave e morte. Una conferma arriva dagli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità: la mortalità tra le persone non vaccinate contro Covid è 19 volte più alta rispetto a chi ha fatto la dose booster e circa 7 volte maggiore rispetto a chi è vaccinato con due dosi da meno di quattro mesi.

Il tasso di mortalità tra i non vaccinati è di 107 decessi per 100.000 abitanti, rispetto ai 15 per 100.000 abitanti di chi ha fatto 2 dosi entro i 120 giorni (circa 7 volte più alto) e ai 6 decessi per 100.000 abitanti di chi ha fatto anche la terza dose (circa 19 volte maggiore). Insomma, ancora una volta non ci resta che sottolineare l’importanza della vaccinazione contro Covid, soprattutto per quanti finora hanno detto no. Proprio il sì ai vaccini, infatti, ci sta permettendo  dopo due anni di rialzare la testa e tornare a fare cose che un tempo davamo per scontate, come andare a ballare o (presto) mangiare i pop-corn al cinema.

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