Carovita e inflazione inatteso volano per l’obesità

polpette
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Carovita e inflazione possono determinare malnutrizione e obesità: sembra un controsenso, ma il rischio è reale. Lo abbiamo già notato e segnalato fin dal 2007, e si è mantenuto costante negli anni: la crisi economica determina una contrazione delle spese per l’alimentazione e il risultato è che vengono scelti cibi a basso costo, che hanno un maggior contenuto calorico e talvolta anche una minore sicurezza alimentare.

Si determina così la preferenza per certe categorie di prodotti come per esempio pane, pasta o riso che sono di basso costo, ma di alto contenuto di calorie. Cosa che favorisce sovrappeso e obesità, ma anche malnutrizione dovuta alla mancanza di assunzione in modo proporzionato e ruotato dei vari tipi di alimenti.

Per combattere carovita, inflazione, ma anche squilibri nutrizionali e obesità ho elaborato alcune strategie di risparmio in grado di ridurre i costi di circa 2.500 euro all’anno, cioè sette euro al giorno a famiglia.

Iniziamo dalla carne. È costosa, ma non bisogna mangiarla più di tre volte a settimana perché oltre questo limite finirebbe per determinare un eccessivo apporto di proteine, dannoso per l’organismo. Va bene ogni tipo, perché il valore nutritivo è uguale sia per la carne rossa che bianca (e la parte anatomica da cui è stata tagliata). Soluzione? Risparmio economico e appropriatezza nutrizionale si fondono magistralmente nelle polpette: piacciono ai bambini e hanno un costo di gran lunga minore perché preparate con carne di secondo taglio. Inoltre, per amalgamarle occorrono uova e formaggio, che garantiscono l’apporto di calcio e vitamine.

Le uova sono una risorsa economica e, nello stesso tempo, nutrizionale: costano pochissimo e, come indicazione nutrizionale per i bambini, devono essere consumate due o tre volte a settimana. Sono ricche di vitamine, contengono i grassi, utili per la crescita.

Anche il pesce va mangiato tre volte a settimana. Consiglio il pesce azzurro perché costa pochissimo ed è ricco di preziosi Omega 3. Va bene anche quello surgelato, ma attenzione: per i bambini deve essere privo di lische. Il pesce si può anche impanare e friggere purché nell’olio di oliva, oppure nel forno.

Come risparmiare? Perché per friggere si può acquistare anche l’olio di oliva non rettificato, che  si può usare più volte, fino a 100 minuti, prima che si formino sostanze nocive, a differenza di quello di semi che va buttato via ogni volta.

L’alto gradimento delle polpette va sfruttato anche per il pesce: si possono fare utilizzando  merluzzo, alici, sarde o qualunque altro tipo di pesce azzurro.

Nel menù salva sprechi e anti-obesità c’è anche la pizza, che consiglio una o due volte la settimana, ha tutti i vantaggi precedenti. In più è, per tutte le famiglie, una festa e i bambini danno una mano a risparmiare perché a loro piace farcita con due ingredienti a basso costo: mozzarella e würstel.

Quanto alla frutta, consiglio di scegliere preferibilmente quella di stagione, la meno costosa, Ai bambini piacciono le spremute e le arance, che in questo periodo sono tra i frutti più economici.

Sul fronte obesità occhio ai dolci, in particolare snack e merendine: sono costosi e ricchi di acidi grassi saturi e colesterolo, pertanto sono da sconsigliare.  Il gusto dei bambini però è già di per sé in  linea con risparmio e appropriatezza nutrizionale, perché il dolce più amato è la crostata fatta dalla mamma o dalla nonna, meglio se al cioccolato. Un dolce che costa pochissimo, si può conservare ed è un’ottima idea per la prima colazione.

Suggerisco poi di evitare di acquistare i prodotti precotti, non solo perché hanno un costo superiore ai cibi freschi, ma soprattutto perché non sappiamo con quali prodotti siano stati cucinati in precedenza.

Con queste indicazioni occhio al prezzo, ma anche alle etichette, per esaminare il contenuto in calorie così da scegliere quello minore, ma anche per evitare sprechi alimentari ed economici, ricordare che se nella scadenza c’è scritto “preferibilmente” il prodotto può essere consumato anche dopo la data indicata.

L’unico prodotto per cui i genitori non devono badare a spese, se necessario facendo anche qualche sacrificio, è il parmigiano: non va consumato come fuori pasto, ma solo in occasione dei cinque pasti principali che sono prima colazione, spuntino a metà mattinata, pranzo, merenda e cena. E’ un’ottima idea anche per la prima colazione, che in genere è sempre un pasto insufficiente per due terzi dei bambini. Il grande vantaggio del parmigiano è che in Italia, da nord a sud, è il formaggio più gradito dai bambini, e garantisce un grande apporto di calcio che è importante perché bambini e adolescenti ne assumono poco proprio quando si formano le ossa.

Per capire l’utilità del parmigiano basta osservare alcuni dati: 100 g contengono circa 1.150 mg di calcio, che coprono quasi l’intero fabbisogno giornaliero (1200 mg fino a 11 anni, mentre da 12 a 18 anni è di 1500 mg). Ecco perché dico che è un cibo su cui non risparmiare.

*Italo Farnetani, pediatra e docente alla Libera Università degli Studi di Scienze Umane e Tecnologiche United Campus of Malta

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