Covid lavoro
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E’ stato un gennaio nero sul fronte Covid-19 in Italia, con un vero e proprio record di contagi sul lavoro. Numeri che non si vedevano da fine 2020, e che in maggioranza riguardano le lavoratrici. Quanto alle province più colpite, spicca Milano, seguita da Torino e Roma. Solo nel primo mese del 2022, infatti, l’Inail ha registrato più di 16mila contagi sul lavoro. Numeri che evidenziano gli effetti del picco pandemico, con tutti i rischi legati al rallentamento o al blocco delle produzioni paventati da più parti nelle scorse settimane.

Se ieri i numeri della pandemia indicavano 24.408 casi positivi e 201 morti da Covid (con 85 ricoveri in più rispetto al giorno precedente ma anche 6 pazienti in meno in terapia intensiva), la sensazione – leggendo i dati del 24esimo report della Consulenza statistico attuariale Inail – è quella di uno scampato pericolo.

Ma vediamo i dati: i contagi di origine professionale denunciati all’Istituto dall’inizio della pandemia sono 211.390, in aumento del 10,6% rispetto a dicembre. I morti sono 823, 12 in più rispetto all’ultimo monitoraggio “ma tutti avvenuti nei mesi precedenti”, fanno sapere dall’Istituto.

A colpire è proprio il mese di gennaio: i contagi Covid sul lavoro denunciati all’Inail al 31 gennaio sono 20.344 in più rispetto al monitoraggio di fine 2021 (+10,6%), di cui 16.779 riferiti al primo mese del 2022, 3.169 a dicembre, 170 a novembre e 38 a ottobre scorsi, con i restanti 188 casi distribuiti tra il 2020 e gli altri mesi del 2021.

Si tratta del dato più alto registrato dal 2020, un po’ uno specchio delle dimensioni della quarta ondata pandemica. Le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 pervenute all’Inail dall’inizio della pandemia sono 211.390, pari a oltre un sesto del totale degli infortuni denunciati da gennaio 2020. E proprio l’analisi anno per anno consente di ‘fotografare’ l’aggressività della pandemia (in rapporto alla riapertura delle attività). Il 2020, con 148.565 casi, raccoglie il 70,3% di tutte le infezioni di origine professionale segnalate all’Istituto fino al 31 gennaio 2022, con il mese di novembre al primo posto con 40.701 denunce, seguito da marzo con 28.691. Il 2021, con 46.046 contagi denunciati, pesa invece per il 21,8% sul totale.

C’è poi il capitolo dei morti, contagiati da Covid sul lavoro: 823, con un’incidenza dello 0,6% rispetto al complesso delle vittime di Covid-19 comunicate dall’Iss alla stessa data. Ma qui arriva una mezza buona notizia: rispetto agli 811 casi mortali registrati dall’ultimo report del 31 dicembre 2021, i decessi sono 12 in più ma tutti riconducibili ai mesi precedenti (nove avvenuti nel 2021 e tre nel 2020). “Salvo denunce tardive”rilevabili nei prossimi monitoraggi, al momento gennaio 2022 non presenta segnalazioni di infortuni mortali da Covid. Bisogna anche dire, però, che se nel primo mese dell’anno c’è stata questa fiammata di casi sul lavoro, per avere un quadro chiaro delle morti che sono seguite occorre aspettare qualche tempo. Come ormai abbiamo imparato, il dato dei decessi è l’ultimo a salire per ogni ondata (come pure l’ultimo a scendere).

Quanto alla tipologia dei contagiati sul lavoro, la maggioranza delle infezioni di origine professionale riguarda le donne. La quota delle lavoratrici contagiate sul totale dei casi denunciati, infatti, è pari al 68,3%. La componente femminile supera quella maschile in tutte le regioni, a eccezione della Sicilia e della Campania, dove l’incidenza delle donne sul totale delle infezioni segnalate all’Inail è, rispettivamente, del 46,7% e del 44,9%.

L’analisi territoriale evidenzia una distribuzione delle denunce del 43,0% nel Nord-Ovest (prima la Lombardia con il 25,6%), del 23,5% nel Nord-Est (Veneto 10,2%), del 15,5% al Centro (Lazio 6,9%), del 12,9% al Sud (Campania 6,0%) e del 5,1% nelle Isole (Sicilia 3,6%). Le province con il maggior numero di contagi da inizio pandemia sono quelle di Milano (10,2%), Torino (6,9%), Roma (5,5%), Napoli (4,0%), Brescia (2,6%), Genova (2,5%), Varese e Verona (2,4% ciascuna), Bologna (2,2%), Firenze e Monza Brianza (entrambe con il 2,0%).

Milano è anche la provincia che registra il maggior numero di infezioni denunciate nell’ultimo mese, seguita da Torino, Roma, Brescia, Genova, Monza e Brianza, Napoli, Venezia e Firenze. L’età media dei contagiati dall’inizio della pandemia è di 46 anni per entrambi i sessi, ma nel solo mese di gennaio 2022 è scesa a 44 anni e mezzo. Il 41,7% del totale delle denunce riguarda la classe 50-64 anni. Seguono le fasce di età 35-49 anni (36,6%), under 35 anni (19,8%) e over 64 anni (1,9%). Gli italiani sono l’87,0%, mentre il restante 13,0% delle denunce riguarda lavoratori stranieri, in particolare rumeni (21,0% dei contagiati stranieri), peruviani (12,6%), albanesi (8,1%), moldavi (4,5%), ecuadoriani (4,1%) e svizzeri (4,0%).

Fra i settori più vulnerabili, sanità e assistenza sociale, in cui si concentra il 63,9% delle denunce codificate. In termini di incidenza sul totale dei contagi denunciati all’Inail, la sanità e assistenza sociale ha avuto un andamento altalenante: con riduzioni tra febbraio e giugno 2021, per poi mostrare segnali di ripresa nel secondo semestre dell’anno, proseguiti anche a gennaio 2022.

Altri comparti produttivi hanno invece registrato nel corso del 2021, ma anche a gennaio di quest’anno, una crescita dei contagi professionali rispetto al 2020. È il caso, per esempio, del trasporto e magazzinaggio, che nel primo mese del 2022 ha registrato anche il numero più elevato di denunce dall’inizio della pandemia. C’è da chiedersi se l’obbligo di super green pass per gli over 50, in vigore al momento fino a metà giugno, potrà incidere sul fenomeno dei contagi sul lavoro.

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